mercoledì 1 aprile 2015

46 I Nomi,Platonis Resp.l.V,cap.X-XI,463a-c

"Sì, è la stessa cosa,"rispose"e quanto alla tua domanda, lo stato migliore (o peggiore)è proprio quello che assomiglia a un individuo."


"Se dunque,credo, anche uno solo dei cittadini vive una situazione buona o cattiva, una città simile dichiarerà propria quella situazione e si rallegrerà  o si affliggerà insieme a lui."


"Così deve essere"disse" in una città dotata di buone leggi."


"Ora è tempo"ripresi" di far ritorno alla nostra città(cioè alla kallipolis) e studiarne le analogie con ciò che abbiamo detto per vedere se essa sia così oppure diversa."


"Sicuro,dobbiamo farlo!"disse.


"Ebbene: negli Stati non ci sono i governanti e il popolo come nel nostro?"


"Sì".


" E tutti costoro si danno reciprocamente il nome di cittadini?"


"Come no!"


"Ma il popolo degli altri Stati in quale altro modo chiama i propri governanti?"


"Nella maggior parte delle città li chiama padroni mentre in quelle democratiche li chiama semplicemente governanti."


"E nella nostra?Oltre che cittadini,come li chiamerà il popolo?"


"Salvatori e soccorritori"rispose.


"E costoro che nome daranno al popolo?"l


"Colui che li paga e li mantiene."


"Invece nelle altre città i governanti che nome danno ai sudditi?"


"Li chiamano schiavi"rispose.


"E i governanti come si chiamano fra loro?"


"Colleghi di governo"rispose.


"E i nostri?"


"Colleghi di guardia."


"Sei in grado anche di dirmi se fra i colleghi di governo nelle altre città alcuni vengono considerati familiari(amici) e altri estranei(avversari politici)?"


"Questo accade molto spesso!"


"Dunque si considerano e si proclamano propri gli interessi dell'amico mentre si è indifferenti  a quelli dell'estraneo?"


"E' così."


"Ma fra i tuoi guardiani c'è qualcuno che possa considerare o proclamare estraneo un suo collega?"


"No certo,"rispose" perche' chiunque incontri vorrà considerarlo come un fratello una sorella un padre una madre un figlio una figlia o come loro(propri)discendenti o progenitori."






6 commenti:

  1. Eco un esempio di quel che potrebbe essere ,in certi suoi aspetti peculiari,la città immaginata da Platone.

    Ne libro I ,Socrate stesso riconoscerà di aver compiuto un passaggio forzato,senza aver prima approfondito che cosa fosse la Giustizia in sé.
    Così il primo libro si conclude lasciando aperto il dibattito: unica certezza acquisita è che la virtù propria dell'anima è la giustizia,e questa è condizione indispensabile di saggezza e di potenza; dunque l'anima giusta vivrà bene e l'anima ingiusta vivrà male.
    Tuttavia il libro I,conserverà a tutta l'opera, la consapevolezza di non aver potuto confutare la giustizia come diritto del più forte,in uno stato reale.

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    1. Il compito di continuare in maniera più serrata l'indagine sull'essenza della giustizia tocca al libro II.
      Ora Trasimaco tace,e non interverrà più nella discussione.
      Eutidemo,Lisia e Carmide,sono fin dall'inizio del dialogo,semplici comparse.
      Clitofonte ha pronunciato nel libro I poche battute a sostegno di Trasimaco,ma poi anch'egli sparirà dalla discussione.
      Cefalo è già uscito di scena:egli sarebbe stato incapace di seguire la dialettica di Socrate,così come di approvare l'immoralismo della nuova generazione.
      Suo figlio Polemarco riprenderà la parola soltanto per esortare Socrate ad approfondire il difficile problema della comunione delle donne.Chi resta a tener testa al filosofo?

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    2. In questo brano Socrate risponde a modo suo, a quel che era rimasto inconfutato nel libro I:cioe' se in uno stato reale la giustizia dovesse essere l'interesse del più forte.
      In base ai nomi assegnati a governanti e governati di uno stato ideale è degli Stati reali, ora Socrate dà ragione a Tradisco, che nel primo libro aveva definito la Giustizia come l'interesse del più forte, in ambito politico.. .

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    3. Nelle parole riportate di sopra è espressa malamente una implicazione fondamentale della Repubblica:Platone sa che Socrate,nel libro primo non ha confutato l'affermazione di Trasimaco,secondo cui in uno Stato reale,la giustizia è l'interesse del più forte.
      Ora in questo brano del libro quinto ammette che Trasimaco aveva ragione.Solo in uno Stato Ideale come quello tracciato nei libri dal due al cinque,si può pensare che la giustizia sia il compito dello Stato di governare nell'interesse dei cittadini,e fare in modo che tutti si sentano parte di una famiglia felice.

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  2. Fronte coronavirus di oggi mercoledì 22 luglio 2020:il Milan è tornato in Europa!

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