venerdì 24 aprile 2015

81Arduo Platonis Respublica ,l.VII,cXI,529c-530a

"Ho quello che mi merito, e tu hai ragione di rimproverarmi. Ma perché hai affermato che occorre studiare l'astronomia in modo diverso da ora, se questo studio deve risultare utile al nostro scopo?"


Dissi:"Mi spiego. Questi ornamenti del cielo si possono senz'altro ritenere i più belli e i più esatti  ,come ornamenti belli ed artistici trapunti in una stoffa visibile, eppure sono molto inferiori a quelli veri, secondo i quali la vera velocità e la vera lentezza si muovono in relazione reciproca e muovono gli oggetti che contengono rispettando il vero numero e tutte le vere figure; ma questi ultimi si possono cogliere solo con la ragione e il pensiero, non credo con gli occhi. Tu non credi?"


"Sì"rispose.


"Dunque"soggiunsi" occorre servirsi del ricamo celeste come di uno stimolo per apprendere i fenomeni invisibili. Supponiamo che vengano scoperti pregevolissimi disegni fatti da Dedalo o da un altro grande artista; un esperto di geometria, se li vedesse, giudicherebbe squisita la loro fattura, ma gli sembrerebbe assurdo studiarli seriamente con l'intenzione di cogliere in essi l'uguale, il doppio o qualche altro rapporto numerico."


"Sì certo, sarebbe assurdo"rispose.


"E non credi che un vero astronomo penserebbe la stessa cosa guardando i moti degli astri? Egli li dovrà' ritenere opera del creatore del cielo e degli astri, che ha infuso loro tutta la bellezza possibile. Ma non pensi che allora, secondo lui, sarà assurdo considerare il rapporto della notte con il giorno, e fra questo e il mese, e fra il mese e l'anno, e quello degli astri con questi e fra loro ,come entità immutabili, sebbene corporee e  visibili? Non sarà altrettanto assurdo ,secondo lui, cercare ad ogni costo di comprendere  la  verità non trascendendo questi oggetti celesti visibili?"


"Ad ascoltare queste tue parole sembra così anche a me!"rispose.


"Studiamo dunque la geometria e l'astronomia per arrivare alla comprensione dell'essenza, e lasciamo perdere i fenomeni celesti, se davvero vogliamo occuparci di astronomia così da far uso della parte naturalmente intelligente dell'anima, che prima era inutilizzata."


"Certo tu imponi all'astronomia una funzione molto più ardua di quella attuale!"esclamò.


"E credo che, se vorremo essere buoni legislatori, faremo così anche per le altre scienze."




7 commenti:

  1. Insomma,per diventare filosofo re,il guardiano,a tempo debito deve studiare geometria e astronomia,per far in modo che una facoltà del suo animo si alleni a guardare l'essenza che non si può vedere con gli occhi.
    Il brano ha qualche difficoltà di comprensione,per cui ,dopo questa,proporremo altre due versioni.
    Eh,lo so,bisognerebbe avere sempre il testo originale davanti.

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    1. Se il filosofo re è per lo Stato ideale,e lo stato ideale corrisponde alla vera natura dell'uomo,ogni forma di governo imperfetta corrisponde a una fase della degenerazione progressiva individuale.A domani,two.

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  2. Fondamentale tradurre "problemasin"del terzultimo capoverso. ...

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    1. Letteralmente significa questione,quesito...ma sono quelle cose che servono a scorgere l'essenza...

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  3. Traducendo tutto il terzultimo capoverso:"...Usando quesiti(che portino alla visione delle essenze)studiamo ,come la geometria,COSÌ anche l'astronomia,e lasciamo perdere i corpi celesti,se abbiamo veramente intenzione,stravolgendo l'astronomia,di rendere utile da inutile che era,quel che per natura è intelligente nel nostro animo..."

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    1. E quel che per natura è INTELLIGENTE nel nostro animo serve a far funzionare il LOGOS(ragionamento) e la DIANOIA(il pensiero astratto)
      I due termini, Logos e DIANOIA, sono citati in 529d, quarta e quinta riga.

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  4. Fronte coronavirus di oggi 28 agosto 2020,venerdì:tutto tranquillo e sto pomeriggio andiamo da shine.

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