domenica 12 aprile 2015

61 La nave-stato Platonis Resp.l.VI,cap.IV,488a-e

"Ottimamente!"esclamai."Sei stato tu a gettarmi in una discussione tanto spinosa, e poi mi prendi anche in giro! Comunque ascolta questo paragone e capirai ancora meglio che fatica faccia a inventare cose simili! 

La sorte a cui gli uomini più equilibrati vanno incontro in uno Stato, è più dura di qualsiasi altra: nessuno al mondo viene trattato così! Per farne un quadro che sia anche una difesa, occorre raccogliere elementi di oggetti diversi, come i pittori che mescolano specie diverse e dipingono capricervi  e altri animali del genere. 

Immagina dunque una scena come la seguente su molte navi o su una sola: un capitano più alto e più grosso di tutto l'equipaggio, ma un po' sordo e miope, provvisto di scarse conoscenze nautiche; marinai in lite fra loro per il governo della nave, che ognuno di essi reclama per sé ,senza avere mai imparato l'arte della navigazione, né essere in grado di dire sotto quale maestro e in quali circostanze l'abbia appresa; anzi affermando che essa non si può insegnare, e pronti tutti ad uccidere chi affermi il contrario.

 Essi circondano sempre il capitano, pregandolo con la più viva insistenza di affidare loro il timone. 

E se talora ci riescono altri al loro posto, li uccidono o li gettano giù dalla nave. 

Poi rendono inoffensivo il buon capitano con la mandragora o il vino o qualche altro filtro e guidano la nave consumando le provviste, bevendo e mangiando,  e navigano come possono navigare persone simili. 

Inoltre lodano con il nome di vero marinaio e pilota ed esperto di nautica chiunque sia in grado di aiutarli nel comando usando sul capitano o la persuasione o la violenza.

 Chi non li aiuta, viene biasimato come inutile, e non sospettano neppure che un vero pilota deve osservare l'anno, le stagioni, il cielo, gli astri, i venti e tutto quanto concerne la sua arte se vuole davvero sapere come governare la sua nave, qualora alcuni siano d'accordo con lui e altri no; essi ritengono infatti che non sia possibile imparare la teoria e la pratica  del pilotaggio e insieme fare concretamente il pilota."



8 commenti:

  1. In questa complicata metafora sullo stato,i marinai rappresentano gli uomini politici che vogliono guidarlo senza avere nessuna conoscenza e coscienza. Nel post successivo,vedremo come in uno Stato del genere vengano considerati i veri filosofi.

    Dopo aver descritto le materie con cui da giovani devono esser educati i futuri guardiani dello Stato ideale,Socrate espone alcune prescrizioni sul modo di vivere dei guardiani.
    In tale sezione del dialogo è evidente una palese attenzione alle usanze spartane: ai guardiani viene imposta un'estrema semplicità di vita e proibita ogni proprietà privata.
    La loro sede,il loro accampamento deve esser collocato nel cuore della città-stato.

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    1. Occorre non sopravvalutare le coincidenze della città socratica con certe realtà storiche particolari;e Sparta fornirà poi alcune caratteristiche alla descrizione della città oligarchica affamata di denaro.
      Socrate,ancora una volta,offre ben poche inicazioni concrete,e ripone la sua fiducia solo nelle precauzioni pedagogiche:in definitiva i guardiani devono fondare il loro accampamento "sul fondamento della musica",mostrando nel modo più evidente che la loro collocazione nel cuore della città è solo simbolica,non corrisponde a un ideale militaresco di città-caserma. A domani two.

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  2. L'ultimo periodo della traduzione merita qualche chiarimento, perché così com' è ha un senso che lascia perplesso....

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  3. Il senso è che i marinai inesperti di pilotaggio,vogliono pilotare a tutti i costi,pensando che si impari non con la teoria(tekne)e pratica,ma solo GUIDANDO LA NAVE...

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    1. Ama kai ten kubernetiken,vuol dire "se non guidando la nave"...senza prima aver studiato ed essendo stati ammaestrati da chi sa esser pilota....

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    2. E visto che hai inserito anche il testo greco,precisiamo che il post lo traduce fino a kubernetiken...le ultime tre righe non sono tradotte.
      In esse si dice che su una tale nave allo sbando,i marinai definiscono un inutile idiota il vero pilota....

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    3. Anche le precisazioni sul passo di kuberneten non sono chiare. Forse ha ragione il Lozza, che in nota alla traduzione scrive:"il testo greco non è chiaro:cosi' com'è nella tradizione manoscritta,esso sembra inutilmente ridondante.
      Non si può escludere che le parole "ama lai ten kuberneten "
      siano una glossa interpolata nel testo.

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  4. Fronte coronavirus di oggi 9 agosto 2020,domenica:bella sorpresa l'inserimento del testo greco accanto alla traduzione del brano platonico.
    L'estate procede routinariamente e con molte conferme del rispetto per me e bogi,
    Finalmente.

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