giovedì 9 aprile 2015

57 Guardiani Platonis Resp.l.VI,cap. I 484b-485a

"Poiché sono filosofi quelli che possono comprendere ciò che è eternamente immutabile, mentre non lo sono coloro che si smarriscono nella molteplicità delle cose mutevoli, quali dei due debbono essere posti al governo degli Stati?"


"Ma com'è possibile dare una risposta adeguata a questa domanda?"obiettò.


"Deve essere nominato guardiano chi dei due"risposi" appare capace di custodire le leggi e le usanze della città."


"Giusto!"esclamò.


"Vale la pena di chiedersi"ripresi" se una cosa qualsiasi debba essere custodita da un cieco oppure da una persona dalla vista acuta?"


"Ma è evidente!"


"Vedi forse qualche differenza fra i ciechi e quelli veramente privi della conoscenza di ogni cosa, perché non hanno nell'anima nessun modello chiaro e non possono neppure guardare, come fanno i pittori, alla verità ideale e ad essa riferirsi costantemente e contemplarla con la massima attenzione possibile, per stabilire e serbare così ,se sarà il caso, le leggi di quaggiù sulle cose belle e giuste e buone?"


"No,per Zeus,non ci vedo differenza"rispose.


" Renderemo dunque guardiani costoro, oppure quelli che conoscono l'essenza di ciascuna cosa, e non sono inferiori a loro ne'in esperienza ne' in alcun'altra virtù?"


"Se per il resto non fossero meno capaci, sarebbe strano sceglierne altri: perché sarebbero superiori proprio in questa conoscenza che è il pregio più grande."


"Non dobbiamo dunque dire come essi potranno possedere entrambi i pregi?"


"Certo!"


"Come dicevamo all'inizio della nostra discussione, occorre innanzitutto comprendere la loro natura. E credo che, una volta scopertala pienamente, ammetteremo anche che tali persone possono riunire in sé questi pregi, e perciò esse soltanto vanno messe a capo degli stati."



5 commenti:

  1. Platone,in questo brano,compie un bel passo in avanti,dopo aver definito come compito dei guardiani quello di esser cani da guardia della città; fra di loro,addirittura, devono esser scelti coloro cui affidare il GOVERNO della città. Beninteso dopo che costoro saranno diventati,all'età giusta e con la guida giusta,filosofi.
    Ecco che nasce il concetto di FILOSOFO-RE.

    Nel frattempo,da giovanissimi,i futuri guardiani saranno stati educati inizialmente alla musica e alla ginnastica.
    E' chiaro che Platone dà alla musica e alla ginnastica una portata assai più ampia di quella consueta: musica è tutto ciò che concerne la spiritualità dell'uomo,ginnastica tutto quanto attiene alla cura e al benessere del corpo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perciò nella parte dedicata alla trattazione della musica,Platone,nella Repubblica,può inserire una discussione che riguarda i miti,che altro non è che una prosecuzione della polemica sui poeti.
      Solo brevemente si discute della musica vera e propria,rimandando,Platone,per i dettagli tecnici,che non lo appassionano molto,a Damone,un celebre teorico dell'arte della musica,vissuto nella prima metà del V secolo a.C. A domani two.

      Elimina
  2. Nel testo greco,nelle prime due righe,son presenti due neutri accusativi plurali,di pronomi dimostrativi:kakeina kai tauta.
    Il primo termine si riferisce alla capacità di conoscere l'essenza delle cose;il secondo termine si riferisce alle virtù che deve avere chi aspira a governare.
    Platone dimostrera',in seguito,che la natura filosofica ,se posseduta,comporta anche il possesso dell'eticita'adatta a guidare lo Stato.

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  4. Nell'inserto in greco, che non si legge bene, oltre a kakeina e tauta, occorre sottolineare quali nomi Platone usi per definire i guardiani:ebbene egli usa fulakes o il verbo fulakein. Costoro sono coloro che da giovani devono fornire i guardiani, cani da guardia, o soldati per la difesa della città.
    Tra i fulakes ci sono quelli che in età più avanzata diventeranno filosofi:a costoro Platone dice che dovrà toccare il compito di esser "eghemones ton poleon"
    Per Platone non ha importanza se ci sarà un solo egemone o pochi a cui sia affidato il compito di governare lo Stato.

    RispondiElimina