sabato 25 aprile 2015

81bis Arduo Platonis Resp.,lVII v.prec.81

Ancora una volta,ripropongo un'altra traduzione per il passo già tradotto in 81,perché si abbia contezza della probabilità che il traduttore tradisca l'autore tradotto.

Nel post 81ter si offrirà un'altra versione aderentissima al testo greco.

L'ideale sarebbe (ed è sempre) saper leggere l'originale,senza mediazioni,così nessuno "ce la può raccontare."



Traduzione di M.Bonotto a confronto con la precedente del Lozza per i tipi della Mondadori,a cui peraltro si rifanno tutti i brani proposti per Repubblica su Lemarancio.


Glaucone. Hai ragione a riprendermi: non ho se non quello che merito. Ma dimmi quel che biasimi nella maniera in cui si studia l'astronomia, e qual cambiamento converrebbe apportarvi per renderla utile al nostro scopo di fondatori dello Stato.

Socrate. Te lo dico. Che si ammiri pure la beltà e l'Ordine degli astri di cui il cielo è ornato; ma poiché essi in definitiva sono oggetti sensibili, voglio che si mettano assai di sotto agli astri veri e alle relazioni che mantengono tra loro la velocità e la lentezza vere, dando il moto a questi astri e al mondo tutto, secondo il vero numero e le vere figure.



Aperta parentesi: questi astri veri e questi astri intellegibili sono,secondo Platone, le idee che hanno guidato il Demiurgo a fare quel che  che noi vediamo in cielo con gli occhi. Perciò la vista degli astri collocati in cielo ci deve innalzare alla contemplazione delle idee che ne sono i modelli. Poi è agevole passare alla cognizione del Supremo bene, autore di tutto ciò che esiste nei due mondi, il visibile e l' intellegibile. Chiusa parentesi.


Ora tutte queste cose sfuggono alla vista e non si possono raggiungere che con l'intelletto e col pensiero. Lo credi o no?

Glaucone.Credo.  

Socrate. Voglio che lo spettacolo che ci offre il cielo fisico, ci serva in qualità di esemplare per meglio conoscere gli astri intellegibili, e che vedendoli con la mente, si faccia quel che farebbe un valente geometra (o critico d'arte,ndr)guardando alcune figure piane o in rilievo, lavorate da Dedalo o dipinte per mano di un grande pittore. 

Considerandole, non potrebbe trattenersi dal ritenerle rare produzioni artistiche; ma crederebbe allo stesso tempo che sarebbe ridicolo studiarle con attenzione, con la speranza di scoprire, come  verità, perché o hanno misure uguali, o corrispondono a una meta', o a qualsiasi altro criterio numerico.  

Glaucone. Sarebbe una cosa veramente riduttiva.

  Socrate. Il vero astronomo non la pensera' allo stesso modo ,nel guardare le rivoluzioni dei corpi celesti?

Al contrario crederà ,senza dubbio, che il Creatore del cielo abbia dato alla sua opera tutta la bellezza di cui era capace; ma non sei persuaso che egli astronomo prenderà per una stravaganza immaginare che la relazione giorno notte, giorno mese, mese anno, le rivoluzioni degli astri paragonate tra loro e a quella del sole, siano sempre le stesse, e che mai cambiano benché questi altri siano materiali e visibili, e di cercare in ogni maniera di scoprire in tutto ciò quel che è veramente vero?

Glaucone.Sì è così. 

Socrate.Ci serviremo dunque degli astri nello studio dell' astronomia, come ci si serve in geometria delle figure ideali,delineate su carta, senza fermarci a quel che succede nel cielo, se vogliamo diventare veri astronomi e avere un vero utile dalla parte intelligente della nostra anima, che senza di questo ci sarà inutile. 

 Glaucone. Così l'astronomia è veramente difficile!

Socrate. Faremo uso dello stesso metodo anche per le altre scienze: altrimenti di quale vantaggio sarebbero per le nostre leggi?





5 commenti:

  1. Mi viene in mente questo,a leggere il post 81 bis,cioè che lo sviluppo di tutto quanto detto da Platone ,in questo passo di Repubblica,si avrà in Timeo,al momento della spiegazio ne di ANIMA MUNDI.

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  2. Magari invitiamo a leggere il passo del Timeo,sopra citato,im lemarancio timaei platonis exc.
    Detto questo,aggiungiamo che quando Platone descrive in Repubblica,la degenerazione dello stato ideale,più che ad avvenimenti storici,pensa a riferirsi a un quadro teorico del processo di degenerazione politica e individuale,a evincere tendenze spirituali generalissime,più che a nrrare dei fatti.
    Ciao a domani,two.

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  3. In 532bc,Platone stesso aiuta a capire...."La liberazione dai ceppi,la conversione dalle ombre alle immagini e alla luce che le proietta;l'ascesa dalla caverna sotterranea verso il Sole,e là l'incapacità persistente di guardare gli animali,le piante e la luce del Sole,le loro immagini divine riflesse nei corsi d'acqua,le ombre degli esseri reali,non delle immagini proiettate da un'altra luce,che è essa stessa l'immagine del Sole:ecco gli effetti dello studio delle scienze come la geometria e l'astronomia.
    Esso infatti eleva la parte migliore dell'anima verso la contemplazione della parte migliore dell'Essere,appunto come poco fa abbiamo visto il PIÙ acuto dei sensi corporei elevarsi verso l'oggetto più luminoso del mondo materiale e visibile..."+

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    1. Ma per Platone, con la dialettica, sì va ancora oltre, al centro di tutto.
      533b.."Allora nessuno ci contraddirà se affermeremo che non c'è altra via per comprendere l'essenza di ogni cosa.
      Invece tutte le scienze riguardano le opinioni e i desideri umani, oppure la produzione e la conservazione dei prodotti naturali e artificiali. Le discipline di cui abbiamo parlato, come la geometria e l'astronomia, capiscono QUALCOSA DELL'ESSERE, ma sembra quasi che sonnecchio, sono incapaci di vedere L'ESSERE ,essendo totalmente consapevoli, finché mantengono le IPOTESI immutabili e non le possono spiegare.
      Chi infatti si fonda su principi che non dimostra e non conosce, e nei passaggi intermedi e nelle conclusioni mette insieme ciò che ignora a ciò che non ignora, come può trasformare in scienza, un simile agglomerato? "

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  4. Fronte coronavirus di oggi 29 agosto 2020,sabato:il post è apprezzabile e spinge alla comprensione diretta,non mediata,del pensiero platonico. Obiettivo prefissosi da lemarancio,raggiunto.
    Ieri mail per shine con l'intervento in extremis di Giacomo.

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