56 Indovinello Platonis Resp. l.V,cap.XXII,479b-480a

"E ciascuna di queste numerose cose corrisponde al proprio nome più di quanto non vi corrisponda?"

"Questa è una domanda simile agli indovinelli che si pongono nei banchetti e nell' enigma puerile dell'eunuco che colpisce il pipistrello e propone di indovinare con che cosa e su che cosa egli l'abbia colpito.

Apriamo una parentesi nel testo di Resp.,per spiegare l'indovinello.
Il testo dell 'indovinello e' in Ateneo,X 452 C:" ...un uomo non uomo, vedendo e non vedendo un uccello non uccello, che stava su un legno non legno ,gli tira e non gli tira una pietra non pietra."

Spiegazione" un eunuco vedendo male  un pipistrello che stava su una canna gli tira senza colpirlo una pietra pomice."

Tale indovinello era usato nelle scuole stoiche come esercizio di logica. Fine e chiusa parentesi.

Continua il testo di Repubblica.

Infatti anche queste affermazioni si possono interpretare in due sensi, anziché concepirle univocamente come esistenti o inesistenti ,o le due cose insieme, o nessuna delle due."

"Sai dunque come prenderle?"dissi." le potrai collocare in un posto migliore di quello fra l'essere e il non essere? Infatti non appariranno più oscure del non essere  dunque non potranno essere dichiarate più inesistenti di questo; né più luminose dell'essere e dunque non potranno essere dichiarate più esistenti di questo."

"E' verissimo"disse.

"Abbiamo quindi scoperto ,a quanto sembra, che le molteplici opinioni del volgo sul bello e su tutto il resto ,ruotano per così dire fra il non essere e l'essere puro e semplice."

"Sì l'abbiamo scoperto."

"Ma prima abbiamo convenuto che se si fosse chiarito qualcosa del genere, esso si sarebbe dovuto considerare come l'oggetto dell'opinione, non della conoscenza, perché con questa facoltà intermedia si afferra ciò che vaga  fra l'essere e il non essere."

"Sì, l'abbiamo convenuto."

"Dunque chi scorge la molteplicità delle cose belle ma non il bello in sé, ed è incapace di seguire colui che ve lo conduca, e sa comprendere la molteplicita' delle cose giuste,ma non la giustizia in sé, e così via per tutto il resto, diremo che costui ha un'opinione su ogni cosa ma non conosce nulla di ciò su cui l'ha."

"E' inevitabile"disse.

"Ma chi contempla ogni cosa nella sua essenza immutabile, non diremo che costui ha conoscenza anziché opinione?"

"Anche questo è inevitabile."

"Non diremo dunque che gli uni abbracciano e amano le cose di cui esiste conoscenza, e gli altri quelle di cui esiste opinione? Non ricordiamo di avere detto che essi amano le belle voci i bei colori e così via ma non sopportano di prendere in considerazione l'esistenza della Bellezza in sé?"

"Ce ne ricordiamo."

"Dunque sbaglieremo a chiamarli filodossi anziché filosofi?E si adireranno violentemente con noi,se parleremo così?"

"No,se mi daranno retta:"rispose"perché non è lecito adirarsi con la verità."

"Invece occorre chiamare filosofi anziché filodossi,quelli che abbracciano l'essenza di ogni cosa?"

"Proprio cosi'."