mercoledì 25 marzo 2015

37 Le tre parti,Platonis Resp.l.IV,cap.XVI,441c-442b

"Abbiamo compiuto questa faticosa traversata,e ora siamo pressoché d'accordo che nell'animo di ogni uomo ci sono le stesse parti che nello Stato,e disposte secondo la medesima gerarchia."


"E' così."


"Allora non è ormai inevitabile che anche l'individuo sia sapiente come lo era lo Stato e per la medesima ragione?"


"Certo."


"E che, se l'individuo è coraggioso,anche lo Stato sia tale per il medesimo motivo e al medesimo modo,e che in ogni virtù l'individuo e lo Stato procedano di concerto?"
"Sì è inevitabile ammetterlo."


"E a mio parere diremo,Glaucone,che un uomo è giusto nel medesimo modo in cui è giusto lo Stato."


"Anche questa è una deduzione necessaria."


"Tuttavia non ci siamo dimenticati che esso è giusto perché ognuna delle tre classi che lo compongono fa il proprio dovere."


"No,"disse"non mi pare che ce ne siamo dimenticati."


"Occorre dunque ricordare che anche ognuno di noi sarà giusto e farà il proprio dovere quando ognuna delle sue tre parti dell'animo svolgerà la propria funzione."


"E occorre che ce ne ricordiamo davvero!"aggiunse.


"Alla parte razionale si addice dunque il comando,perché è sapiente e veglia su tutta l'anima,mentre la parte emozionale deve essere sua fedele alleata?"


"Certo!"


"E non è, come dicevamo prima, la collaborazione della musica e della ginnastica a metterle d'accordo,l'una tendendo e nutrendo l'anima di bei discorsi e insegnamenti,l'altra rilassandola con i suoi consigli e placandola con l'armonia e con il ritmo?"


"Senz'altro!"rispose.


"E queste due parti dell'anima,se grazie a un tale nutrimento saranno davvero abituate ed educate a svolgere il proprio dovere,domineranno la parte concupiscibile,che nell'animo di ogni uomo occupa l'estensione maggiore ed è per natura insaziabile di denaro.Ed esse veglieranno che questa non sfugga al suo dovere,una volta divenuta grande e forte e riempiendosi dei cosiddetti piaceri del corpo,e non tenti di asservire al suo dominio ciò che per natura non le spetta,e non sconvolga l'intera esistenza di ogni persona."


"Proprio così"rispose.



3 commenti:

  1. Sempre lo stesso paragone: lo stato in grande funziona( pregi e difetti) alla stessa maniera dell'individuo. Governa sovrana il tutto la Giustizia o l'ingiustizia.

    Così come noi la leggiamo,la Repubblica( in greco Politeia) appare profondamente unitaria e coerente.
    Platone vi si è dedicato dopo la fondazione dell'Accademia,fin verso il 475: in tal caso sarebbe autobiografica la raccomandazione di non affidare il governo ai filosofi prima che questi abbiano compiuto i cinquanta'anni.(VII,540a).

    RispondiElimina
  2. Qualcuno ha voluto scorgere nel testo di VIII,551e,la sconfitta spartana per opera di Tebe,nel 371.
    Sparta era già in decadenza molto prima,almeno a partire dalla pace di Antalcida del 387, e la sua oligarchia era ormai ridotta su posizioni puramente difensive,sicché appare alquanto fragile fondare un'ipotesi cronologica su allusioni tanto generiche di Platone,nel passo citato.
    È certo invece che nella Repubblica,a partire dal VI libro,è ormai pienamente sviluppata la teoria delle idee e che tutti i temi della filosofia platonica vengono fusi.
    È soprattutto per questo che il dialogo viene ormai unanimemente attribuito alla piena maturità di Platone. Ciao two.

    RispondiElimina
  3. Oggi, 10 luglio 2020,tutto calmo.
    Andiamo a ringraziare i nostri cari.

    RispondiElimina