domenica 31 maggio 2015

Timaei platonis exc.6

Il mito di Atlantide nel Timeo,l'hybris punita,parte terza(21b e segg.)


(Continuazione della narrazione di Solone,che era andato nella prima parte del VI secolo a.C.,in Egitto.Il racconto riprende dal punto in cui il sacerdote aveva affermato che in Egitto sono ricordati i fatti di un passato molto più lontano di quello che ricordavano i contemporanei di Solone).


  " Presso di voi e presso gli altri popoli, non appena vi sia stata una certa evoluzione nella scrittura ed in tutto ciò di cui hanno bisogno le città, ecco che nuovamente, a regolari intervalli di tempo, quasi fosse una malattia, si aprono le cateratte del cielo, e di voi non sopravvivono che gli illetterati e gli ignoranti. E così ogni volta tornate giovani,  senza nulla sapere di ciò che è stato qui, di ciò che avvenne presso voi, nei tempi antichi. E queste vostre genealogie che tu, Solone, ora ci esponevi, ben poco differiscono dalle favole dei fanciulli. 

Innanzitutto non ricordate che un solo diluvio terrestre, mentre tanti altri ve ne furono prima : e per di più ignorate che nel vostro paese nacque la migliore e la più bella razza di uomini, ed ignorate anche che tu e tutta la vostra presente cittadinanza discendete da quegli uomini, perché di loro si salvò una certa semenza. E lo ignorate perché, durante le numerose altre generazioni, i sopravvissuti  ai cataclismi ,sono morti senza sapere nulla di lettere. 

Sì, o Solone, tempo vi fu, prima del grande diluvio, in cui la città, la città che oggi è degli Ateniesi, era, di tutte, in guerra, la migliore, e, sotto tutti gli aspetti, quella che aveva migliori ordinamenti . E in essa, si dice, furono compiute le più belle imprese, e furono attuate le più belle istituzioni di quante sotto il cielo noi abbiamo sentito parlare".



Avendo inteso questo ,Solone diceva di esserne rimasto profondamente meravigliato, e, tutto preso di curiosità, pregava i sacerdoti di rifare esattamente e di seguito tutta la storia di quelli che un tempo furono i suoi concittadini.


Rispose il sacerdote:" Ben volentieri! o Solone: ma per amor tuo e della vostra città parlerò, e soprattutto in onore alla dea che ebbe in sorte , nutri', allevò la vostra e la nostra città. Anzi, di queste due la più antica e'la vostra e di mille anni, perché la dea ricevette la vostra semenza da Gea e da Efesto. Più recente è la nostra. Dal tempo in cui la nostra città fu fondata, così dicono i nostri sacri scritti, è trascorso un periodo di 8000 anni. 

Io, dunque, in breve, ti rivelerò le leggi dei vostri concittadini, di 9000 anni or sono, e la più bella delle loro imprese: ma i particolari di tutto li vedremo più tardi , a nostro agio, avendo sottomano gli stessi testi. Quanto alle leggi paragonale a queste nostre, perché  molti esempi di quelle che un tempo esistevano da voi, oggi le troverai qui.

 Innanzitutto troverai la classe dei sacerdoti distinta da tutte le altre , poi quella degli artigiani, e ciascuna categoria degli artigiani esercita separatamente il proprio mestiere, senza confondersi con nessun'altra: così la classe dei pastori, dei cacciatori, dei contadini. Quanto alla classe dei guerrieri, già te ne sarai accorto, qui da noi è ugualmente distinta da tutte le altre, e la legge  proibisce ai suoi appartenenti di occuparsi di ogni altra cosa se non di quanto sia relativo alla guerra. Lo stesso si dica per la foggia del loro armamento,scudi e lance, di cui noi per primi ci armammo, tra i popoli circonvicini dell'Asia: fu la dea che, come a voi per primi, lo insegno'anche a noi.

 Quanto poi alla scienza tu stesso ti accorgi  quanto qui da noi se ne sia presa cura la legge, fin dal principio, nell'ordinamento di ogni aspetto di vita, avendo la scienza scoperto tutto, fino alla divinazione e alla medicina che salva la salute, e da queste scienze divine siamo pervenuti fino alle loro applicazioni umane, procurandoci anche tutte le altre scienze che derivano da quelle.   ..."

Continua...



3 commenti:

  1. Continua la narrazione platonica del racconto che Solone fece agli Ateniesi,a Crizia il vecchio in particolare,del mito di Atlantide. Bel racconto.
    La piccola novità del post riguarda l'inserimento,accanto ai soliti appunti di fisica quantistica,della parte testuale del Fedone,in cui Platone affronta il caso dialettico più difficile per lui: LA DIMOSTRAZIONE DELL'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA. IN QUESTO POST C'È L'INIZIO.LA CONTINUAZIONE AVVERRÀ ATTRAVERSO I PROSSIMI POST,PIÙ O MENO UNA CINQUANTINA.

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  2. Platone,nelle Leggi,dopo aver affermato che l'uomo altro non è dell'universo se non una particella in funzione dell'Unità tutta - ma tu sei inquieto perché non sai in che modo ciò che per te è ottimo si articoli al tutto ed a te,secondo la legge dell'esistenza universale-aggiunge:"Dio ha trovato intelligentemente quale sede e quali luoghi ciascun essere,date le sue qualità,dovesse prendere e occupare.
    Ma relativamente alla formazione delle qualità individuali,egli ne ha lasciate le cause alla volontà di ciascuno di noi:ognuno infatti è quasi sempre tale,per quelle che sono le qualità dell'anima,quale a lui piace di essere"
    Leggi,904.
    Two alone.Ben sazi.A domani.

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  3. Appunti di chimica chiari... Si torna sempre sul riempimento elettronico degli atomi, che prevede posizionamento possibili su livelli energetici più esterno, per tornare eventualmente a livelli più interni, con sublivelli più energetici(il d e l'f. )

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