"Più numerose sono dunque le disgrazie esemplari che raccoglie l'uomo dall'animo malgovernato, l'uomo tirannico, (che tu ora hai considerato il più infelice di tutti), quando non rimane privato cittadino ma e'costretto dal fato a fare il tiranno e tenta di governare gli altri senza essere capace di dominare se stesso. È come se un uomo fisicamente malato e impotente, anziché vivere appartato, si mettesse in gara con altri e fosse costretto a passare la vita lottando."
"Il tuo paragone,Socrate,è giustissimo!"esclamò.
"Dunque non è totale caro Glaucone, l'infelicità del tiranno e la sua vita non è ancora più dura di quella di chi,secondo te, vive nel modo più duro?"
"E' vero"rispose.
"In realtà, anche se qualcuno non la pensa così, Il vero tiranno è un vero schiavo per la sua estrema servilita'e bassezza, ed è un adulatore dei peggiori, ed evidentemente non può soddisfare in alcun modo i suoi desideri, anzi manca di moltissime cose e agli occhi di chi sappia scrutare il fondo del suo animo appare davvero povero, e pieno di paura,di convulsioni e di dolori per tutta la vita,se è vero che la sua condizione assomiglia a quella dello stato da lui governato. È così oppure no?"
"Sì"rispose.
"E non gli attribuiremo inoltre quei mali di cui abbiamo parlato prima, che inevitabilmente si trovano in lui e ancor più vengono sviluppati dall'esercizio del potere, ossia l'invidia, la slealtà, l'ingiustizia, la mancanza di amici, l'empietà, i vizi d'ogni genere che egli ospita e nutre, e come conseguenza di tutto ciò il fatto di essere quanto mai infelice e di rendere tali anche i suoi intimi?"
"Nessun uomo di buon senso lo potrà negare"rispose.
"Ebbene:"ripresi " come il giudice supremo pronuncia la sua sentenza, così anche tu istituisci una graduatoria di felicità fra questi 5 individui: l'uomo regale,timocratico,oligarchico,democratico,tirannico."
"Il giudizio è facile"rispose."Io li metto nell'ordine in cui si sono presentati, come si fa con i cori, riguardo alla virtù, al vizio ,alla felicità e al suo contrario."
"Dovremo affittare un araldo,"dissi" oppure io stesso annuncerò che il figlio di Aristone ha sentenziato che l'uomo migliore e più giusto e più felice è quello regale(il filosofo-re) perché regna su se stesso, mentre il peggiore e il più ingiusto e il più infelice è l'uomo tirannico nei confronti di se stesso e dello Stato?"
"Annuncialo pure!"rispose.
"E aggiungerò anche"dissi " che non importa se essi appaiono tali oppure no a tutti gli uomini e agli dèi?"
"Aggiungilo pure!"rispose.
Platone ci spiega che l'uomo più invidiato e potente che si suppone esistere,in verità, a chi è capace di scrutare nel profondo dell'animo,appare il più infelice di tutti,non potendo fare una cosa fondamentale: REALIZZARE I SUOI DESIDERI,ed essendo invidioso di tutto e di tutti.
RispondiEliminaNel 354 a.C.,Dione viene ucciso a tradimento,tre anni dopo aver spodestato Dionigi II.
RispondiEliminaPlatone dichiara nella Lettera VII,la propria estraneità alle confuse vicende di Siracusa.
A questi ultimi anni della vita di Platone appartengono il Parmenide,il Sofista e il Filebo.
Dove li mettiamo poi,il Timeo e il Crizia?
Ciao,a domani,two alone.
VITA NOVA INCIPIT HODIE.
Hodie et anno uno adiuncto...
EliminaNel nono capoverso del post su Repubblica,si parla di un giudice(krites,nel testo greco)supremo:
RispondiEliminaPlatone allude non all'ambiente dei tribunali,ma a quello delle competizioni teatrali,al cui termine,un giudice inappellabile,decretava la tragedia e la commedia vincitrici.
Non è un caso che nel capoverso o paragrafo successivo,il giudice parli della sua sentenza paragonandola al verdetto(o all'ordine di successione) che si dava sui cori delle tragedie.
EliminaFronte coronavirus di oggi 27 settembre 2020,domenica,pressione troppo alta nei caloriferi,telefonato a G.Paolo,fatta defluire acqua dal calorifero dello studio.
RispondiEliminaRiaccesi,sembra che funzionino....fiu....