sabato 23 maggio 2015

123 Immortalità II,Platonis Resp,l.X,c.X,610a-612a.

"Per lo stesso motivo,"ripresi"  se la malattia del corpo non provoca nell'anima la malattia dell'anima, non dobbiamo assolutamente pensare che l'anima perisca per un male estraneo, se non ne ha uno proprio, e non dobbiamo pensare che l'una perisca per il male dell'altro."


"Mi sembra giusto"disse.


"Dunque, o si dimostra che abbiamo torto oppure,  finchè ciò risulti impossibile, dobbiamo affermare che né la febbre o qualche altra malattia e neppure la morte, nemmeno se il corpo venisse tagliato in pezzi minutissimi, insomma nulla di tutto ciò può provocare l'annientamento dell'anima: perché prima occorrerebbe dimostrare che queste sofferenze fisiche rendono l'anima stessa più ingiusta e più empia. Ma se in un essere si introduce un male estraneo anziché il suo proprio, non ammettiamo l'affermazione che ne' l'anima né alcun' altra cosa perisca?".


"Ma questo"disse" nessuno sarà in grado di provarlo, ossia che le anime dei morenti diventano più colpevoli a causa della morte."


"Comunque,"ripresi" se qualcuno oserà andare contro questo ragionamento e sostenere, appunto( per non essere costretto a riconoscere l'immortalità dell'anima), che il moribondo diventa più malvagio e più ingiusto, noi pretenderemo, (se ha ragione il nostro contraddittore), di considerare l'ingiustizia come una malattia mortale per chi la possiede, e che per essa, naturalmente omicida,muoiano quelli che l'hanno contratta: i più ingiusti più in fretta, i meno ingiusti più lentamente, al contrario di quanto si dice ora, ossia che gli ingiusti vengono condannati a morte da chi li punisce."


"Per Zeus!"esclamò."Dunque l'ingiustizia non apparirà un male davvero terribile, se porterà alla morte chi ne è affetto: sarebbe infatti un mezzo di liberarsi dei propri mali. Credo invece che, al contrario, apparirà assassina degli altri, mentre conservera' molto vitale, (e inoltre anche molto vivace) chi l'ha contratta: tanto è lontana, a quanto sembra, dal risultare causa di morte!"


"Hai ragione"ripresi."Quando infatti la propria malvagità e il proprio male non valgono a uccidere e a perdere l'anima, è difficile che il male, destinato alla distruzione di un altro essere, distrugga l'anima o qualche altra cosa diversa da quell'essere."


"Sì, è difficile, a quanto pare"rispose.


"Dunque l'essere che non muore per nessun male né proprio ne' altrui, deve esistere sempre. Ma ciò che esiste sempre è immortale."


"Necessariamente"concluse.


"Ecco risolto questo problema"ripresi."Ma se le cose stanno così, tu capisci che l'eternità riguarda sempre le medesime anime. Poiché infatti nessuna perisce, il loro numero non può né diminuire né aumentare: infatti se un gruppo qualsiasi di esseri immortali aumentasse, è chiaro che si associerebbe degli esseri mortali, e così alla fine tutti gli esseri sarebbero immortali."


"E' vero!"


"Ma la ragione ci impedisce di credere a ciò, e così pure di pensare che l'anima sia in verità originariamente tale da risultare un essere pieno di incredibile molteplicità e dissomiglianze e discordanze."


"Che cosa vuoi dire?"chiese.


"Non è facile"spiegai " che sia eterno ciò che risulta dalla composizione di elementi diversi, a meno che essa sia perfetta come ora abbiamo appurato nel caso dell'anima."


"No,non è probabile,per lo meno."


"Il ragionamento appena concluso e altri del genere possono dunque indurre ad affermare l'immortalità dell'anima. Ma al contrario di quanto facciamo noi non si deve osservare la sua vera natura ora che è guastata dall'unione con il corpo e con gli altri vizi: occorre osservarla allo stato puro, con gli occhi dell'intelletto . Allora si troverà che essa è molto più bella,e distingueremo con maggiore chiarezza la giustizia,l'ingiustizia e tutto ciò che abbiamo già detto. Le nostre parole sono vere in rapporto al suo stato presente; e in effetti l'abbiamo vista nella condizione di Glauco marino. Difficilmente si potrebbe vedere ancora la sua natura originaria, perché delle vecchie parti del suo corpo alcune sono state spaccate, altre schiacciate e completamente sfigurate dalle onde. Ma si sono aggiunti nuovi elementi: conchiglie, alghe, sassi, sicché Glauco assomiglia più a un altro essere qualsiasi che a quello che era originariamente. Allo stesso modo, anche noi vediamo l'anima ora che è oppressa da infiniti mali. Ma bisogna guardare, Glaucone, in un'altra direzione."


"Ossia?"domandò.


"Verso il suo amore per la sapienza. E occorre comprendere ciò che essa comprende e quali compagnie desidera, dato che è affine a ciò che è divino immortale ed eterno, e quale potrebbe essere se seguisse tale principio, condotta da tale slancio fuori dal mare in cui ora si trova, e si scuotesse d'intorno i sassi e le conchiglie che ora la ricoprono, portati dal fango di cui si nutre, da quei materiali terrosi e rocciosi,molteplici e selvaggi, che provengono dai cosiddetti  piaceri del ventre. Allora si potrebbe scorgere come sia la sua vera natura, complessa oppure semplice, e di quali elementi si componga. Ora tuttavia abbiamo spiegato abbastanza bene,io credo, le caratteristiche e le forme assunte dall'anima nella vita umana."


"E' vero"disse.


6 commenti:

  1. Due cose da notare.
    Una trovata dialettica geniale: fare un'affermazione e ritenerla giusta finché qualcuno non dimostri che si ha torto a farla( v.passo nel testo del post).
    Una immagine geniale dell'anima immortale,durante la sua vita mortale,ricorrendo all'immagine mitologica di Glauco(v.passo nel testo del post.).

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    1. Glauco nella mitologia greca e nella trattazione dei vari poeti e autori,greci e latini,è abbondantemente documentato da www l'erba di Glauco,restori.it.
      Tuttavia in questo documentatissimo post,non si fa riferimento al luogo di Repubblica.
      In questo passo Platone dice che il vero filosofo riesce a vedere l'anima,simile,nella sua perfezione a Glauco,trasformato in dio marino.Ma con le vicende della vita,il filosofo vede l'anima come un corpo di Glauco(mezzo uomo e mezzo pesce)usurato da sassi,conchiglie e onde,per cui il dio ridiventa quasi come la sembianza umana che aveva precedentemente alla sua trasformazione dovuta all'aver mangiato erba miracolosa...
      Insomma,quella di Platone è una metafora estremamente pregna,che vuol solo dire che i piaceri e le vicende della vita incrostano l'anima dell'uomo e nascondono la sua bellezza.È sottinteso che la bellezza dell'anima e la sua apoteosi o punizione,saranno chiare solo col Mito di Er.
      Attendo suggerimenti.

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    2. Il sito è l'erba di Glauco.samorini.it.

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    3. Postilla. Glauco vien spesso associato a Potrò e ad altri semidei, per la sua capacità divinatoria... Ma di questo Platone non parla.
      Ciao!

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  2. Racconto fenicio,414c-415.
    A domani,two alone.

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  3. Fronte coronavirus di oggi 15 ottobre 2020,giovedì:niente da segnalare,solo la telefonata mia di quando Ambro era in banca.

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