lunedì 18 maggio 2015

117 poesia III. Platonis Resp.,l.X,c.IV,600c-601c

"Sì, così dicono"risposi."Ma tu, Glaucone, credi che Omero, se veramente fosse stato capace di educare gli uomini e di renderli migliori per una reale conoscenza anziché per imitazione, non si sarebbe fatto molti seguaci e non sarebbe stato da loro apprezzato e amato? Eppure Protagora di Abdera e Prodico di Ceo  e moltissimi altri riescono a persuadere i loro seguaci, grazie alle conversazioni private, che saranno in grado di governare la propria casa e la propria città soltanto se si sottoporranno alla loro direzione pedagogica. E per questa sapienza sono tanto amati da essere quasi portati sulle teste dei loro seguaci. Ma i contemporanei di Omero e di Esiodo, se questi veramente fossero stati capaci di accrescere la virtù degli uomini, li avrebbero forse lasciati andare in giro a cantare anzichè trattenerli a peso d'oro e costringerli a dimorare stabilmente presso di loro? E se non fossero riusciti a convincerli, non li avrebbero seguiti dovunque andassero finché avessero appreso tutta la loro cultura?"


"Mi sembra"rispose" che tu Socrate abbia proprio ragione."


"Possiamo dunque affermare che tutti i poeti, Omero per primo, riguardo alla virtù e qualsiasi altro tema sono imitatori di immagini e non raggiungono la verità; e, come dicevamo or ora, il pittore non creerà  forse solo l'apparenza di un calzolaio, senza intendersi egli stesso di calzature, per coloro che non se ne intendono più di lui e guardano soltanto ai colori e alle forme?"


"Proprio così."


"Analogamente io credo diremo che il poeta colora in parole e frasi ogni attività umana  senza saper fare nient'altro che imitare. Perciò a chi come lui guarda soltanto alle parole, sembra che parli proprio bene, sia che usi nella poesia il ritmo e l'armonia,sia a proposito dell'arte del calzolaio, sia a proposito della strategia o di qualsiasi altra attività: tanto grande è l'incanto naturale della poesia! Ma enunciate nella loro nudità, senza i colori della poesia e della musica, credo che tu sappia quali appaiono simili parole: l'avrai senz'altro capito."


"Certo"rispose.


"Non assomigliano forse"ripresi" ai volti di giovani belli quando sono ormai appassiti?"


"E' proprio vero!"esclamò.


"Orsù, dunque, pensa un poco: il creatore di un'immagine, cioè l' limitatore, non si intende affatto della realtà, ma solo dell'apparenza. Non è così?"


"Sì."


"Però non lasciamo a metà  il nostro pensiero, e consideriamo a fondo la questione."


"Parla!"disse.


"Un pittore per esempio dipingerà le briglie e il morso di un cavallo?"


"Sì."


"Ma saranno il sellaio e il fabbro a realizzarli?"


"Senza dubbio."


"Il pittore sa come devono essere fatti le briglie e il morso? O lo ignora anche chi li realizza, ossia il fabbro e il sellaio, mentre lo sa chi è capace di servirsene, ossia lo scudiero?"


"Sì è proprio così."





Fuori testo Platonico. 


Tutti i brani proposti della Repubblica,oltre al loro significato filosofico,hanno nel testo greco qualcosa di molto ricercato a livello stilistico-formale.Di questa sublime padronanza linguistica di cui Platone si compiace,egli risulta debitore,come Isocrate,a Prodico di Ceo,attivo nella seconda metà del V secolo.Prodico fu allievo del sofista Protagora;scrisse un'opera in cui venivano accuratamente distinti i sinonimi,aprendo la strada alle speculazioni linguistiche di Platone stesso.Per gli amanti del greco,ecco qualche luogo in cui cercare tali preziosismi:l.II,c.11,per allos  ripetuto ossessivamente;436c,per Tauton;439b per to auto';476c per to' omoion;604e per auto' auto';585 c-d per mallon etton;588 b-d per platto in tutti i suoi modi e tempi.;473 a per accontentarsi di pensare una cosa;528a per tous logous;498a per to peri tous logous;531 e per logon;479b per l'indovinello dell'eunuco;521c per il gioco della conchiglia;493d per la necessità diomedea;436c per la prima enunciazione del principio di non contraddizione,dove,secondo me,Platone,al di la' del significato,raggiunge anche l'apice della maestria linguistica. Ma chi leggerà il testo greco,troverà molte e molte altre occasioni di dichiarare Platone "signore delle lingua".






4 commenti:

  1. Per Platone,realtà e'contemplazione dell'idea. La poesia imita l'immagine della realtà, quindi è lontana dalla verità. Però Platone ammette che la poesia ha un FASCINO NATURALE. E questo basta per capire quanto egli in cuor suo apprezzasse la grande poesia.
    In questo post,fuori testo platonico sono citati alcuni passi della Repubblica in cui Platone,come i poeti,gioca a fare il fenomeno con l'uso originale e ricercato delle parole e della loro disposizione in frasi e periodi.

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  2. Scopo dello stato,organismo macroscopico,che è uguale a ogni singolo individuo-cittadino,è la FELICITÀ.
    Essa si raggiunge con l'armonia procurata dalla GIUSTIZIA,che rende efficaci le tre virtù cardinali:Prudenza,Fortezza,Temperanza.
    Effetto di ciò:ognuno non bramera' mai ricchezze per sé.
    Ciao,a domani,two alone.

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  3. Fronte coronavirus di oggi 9 ottobre 2020;aspettiamo Nicola per il caffè,così stamane siamo andati da Dolcemente a prendergli le paste.

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