martedì 10 novembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 118.c.XXXIII


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI, CAPITOLO TRENTATREESIMO, LETTO E CAPITO?




UTILE,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNUNO DEI BRANI DI SEGUITO PROPOSTI,A DUE DOMANDE:
1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).




CORAGGIO,BASTA POCO...E...SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE.









Per ogni brano del capitolo XXXIII de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XXXIII,r.19.

                         "  ...  C'era una vernaccia!...Ma,con una buona dormita,tutto se ne va.Ho un gran sonno...Levami un po' quel lume dinanzi,che m'accieca...mi dà noia...!"



Cap.XXXIII,r.30.

                         Il Griso prese il lume,e,augurata la buona notte al padrone,se n'andò in fretta,mentre quello si cacciava sotto.



Cap.XXXIII,r.41.

                       Dopo un lungo rivoltarsi,finalmente s'addormentò, e cominciò a fare i più brutti e arruffati sogni del mondo.E d'uno in un altro,gli parve di trovarsi in una gran chiesa,in su,in su,in mezzo a una folla; di trovarcisi,ché non sapeva come ci fosse andato,come gliene fosse venuto il pensiero,in quel tempo specialmente;e n'era arrabbiato.Guardava i circostanti; eran tutti visi gialli,distrutti,con cert'occhi incantati,abbacinati,con le labbra spenzolate; tutta gente con certi vestiti che cascavano a pezzi; e da' rotti si vedevano macchie e bubboni."Largo canaglia!" gli pareva di gridare,guardando alla porta,ch'era lontana lontana,e accompagnando il grido con un viso minaccioso,senza però moversi,anzi restringendosi,per non toccar que' sozzi corpi,che gia' lo toccavano anche troppo da ogni parte.Ma nessuno di quegli insensati dava segno di volersi scostare,e nemmeno d'aver inteso; anzi gli stavano più addosso: e sopra tutto gli pareva che qualcheduno di loro,con le gomita o con altro,lo pigiasse a sinistra,tra il cuore e l'ascella,dove sentiva una puntura dolorosa,e come pesante.



Cap.XXXIII,r.68.

                         Allora alzò anche lui la mano in furia,fece uno sforzo,come per islanciarsi ad acchiappar quel braccio teso per aria; una voce che gli andava brontolando sordamente nella gola,scoppiò in un grand'urlo; e si desto'.



cap.XXXIII,r.109.

                         " E' un galantuomo,che, chi lo paga bene[ANACOLUTO] tien segreti gli ammalati..."



Cap.XXXIII,r.120.

                         Don Rodrigo,tornato sotto,l'accompagnava con l'immaginazione alla casa del Chiodo,contava i passi,calcolava il tempo.



Cap.XXXIII,r.165.

                         ...poi uno tornò a prender la preda;quindi,alzato il misero peso,lo portarono via.



Cap.XXXIII,r.171.

                         C'ebbe però a pensare il giorno dopo,che, mentre stava gozzovigliando in una bettola,gli vennero a un tratto de' brividi,gli s'abbagliarono gli occhi,gli mancaron le forze,e cascò.



Cap.XXXIII,r.174.

                          Abbandonato da' compagni,andò in mano de' monatti,che,spogliatolo  di quanto aveva indosso di buono,lo buttaron sur un carro; sul quale spirò, prima d'arrivare al lazzeretto,dov'era stato portato il suo padrone.





Ciao Ambra,Giacomo e Rox.


CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO XXXIII.











3 commenti:

  1. Da r.19 a r.174, sono narrate le vicende di don Rodrigo e Griso nella Milano dell'agosto del 1630: siamo nel pieno della peste e nel pieno della psicologia e del comportamento conseguente di due persone fondamentalmente disoneste. Rodrigo è portato al lazzeretto,Griso muore dopo aver tradito e derubato il suo padrone. Ciao,a domani.

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  2. Appunti di fisica spiegano i diversi livelli di energia degli orbitali atomici,con i loro suborbitali,nel caso di atomi plurielettronici.
    Vai,Vaio!

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  3. Fronte coronavirus di oggi 4 maggio 2021,emozione per niente e...cardiopalmo...

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