giovedì 5 novembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 107.c.XXXI.

ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO TRENTUNESIMO. LETTO E CAPITO? (TOSTO EH?).



UTILE,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:
1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO,BASTA POCO...E...SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI MANO...








Per ogni brano del capitolo XXXI de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XXXI,r.107.

                         Due o tre giorni dopo,il 18 di novembre, emanò il governatore una grida,in cui ordinava pubbliche feste,per la nascita del principe Carlo,primogenito del re Filippo IV,senza sospettare o curare il pericolo d'un gran concorso in tali circostanze;...



Cap.XXXI,r.115.

                          .....in quella stessa guerra che gli stava tanto a cuore; e morì, non già di ferite sul campo,ma in letto,d'affanno e di struggimento,per rimproveri,torti e disgusto d'ogni specie ricevuti da quelli a cui serviva.



Cap.XXXI,r.132.

                          La penuria dell'anno antecedente,le angherie della soldatesca,le afflizioni d'animo,parvero più che bastanti a render ragione della mortalità: sulle piazze,nelle botteghe,nelle case,chi buttasse là una parola del pericolo,chi motivasse peste,veniva accolto con beffe incredule,con disprezzo iracondo.La medesima miscredenza,la medesima,per dir meglio,cecità e fissazione prevaleva nel senato, nel Consiglio de' Decurioni,in ogni magistrato.



Cap.XXXI,r.144.

                         Il tribunale della sanità chiedeva,implorava cooperazione,ma otteneva poco o niente.



Cap.XXXI,r.153.

                         Quella grida per le bullette,risoluta il 30 di ottobre,non fu stesa che il dì 23 del mese seguente,non fu pubblicata che il 29.La peste era già entrata in Milano.



Cap.XXXI,r.165.

                       Fu,secondo il Tadino,un Pietro Antonio Lovato, di quartiere nel territorio di Lecco; secondo il Ripamonti,un Pier Paolo Locati,di quartiere in Chiavenna.Differiscono anche nel giorno della sua entrata in Milano: il primo la mette al 22 di ottobre,il secondo ad altrettanti del mese seguente: e non si può stare né all'uno,né all'altro.Tutt'e due l'epoche sono in contraddizione con altre ben più verificate.Eppure il Ripamonti,scrivendo per ordine del Consiglio generale de'decurioni,doveva avere al suo comando molti mezzi di prender l'informazioni necessarie; e il Tadino,per ragione del suo impiego,poteva, meglio d'ogn'altro,essere informato d'un fatto di questo genere.



Cap.XXXI,r.179.

                   Sia come si sia,entrò questo fante sventurato e portatore di sventura,con un gran fagotto di vesti comprate o rubate a soldati alamanni; andò a fermarsi in una casa di suoi parenti,nel borgo di porta orientale,vicino ai cappuccini; appena arrivato,s'ammalò; fu portato allo spedale; dove un bubbone che gli si scoprì sotto un'ascella,mise chi lo curava in sospetto di ciò ch'era infatti: il quarto giorno morì.



Cap.XXXI,r.201.

                      ....andò covando e serpendo lentamente,tutto il restante dell'anno,e ne' primi mesi del susseguente 1630.



Cap.XXXI,r.209.

                      ....e avevano pronti nomi di malattie comuni,per qualificare ogni caso di peste che fossero chiamati a curare; con qualunque sintomo,con qualunque segno fosse comparso.



Cap.XXXI,r.213.

                   Il terrore della contumacia e del lazzeretto aguzzava tutti gl'ingegni: non si denunziavan gli ammalati,si corrompevano i becchini e i loro soprintendenti; da subalterni del tribunale stesso, deputati da esso a visitare i cadaveri,s'ebbero,con denari,falsi attestati.







CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO XXXI.



               



10 commenti:

  1. R.107,responsabilità politiche nel non affrontare adeguatamente rischi di contagio: 18 novembre 1630, feste solenni in Milano per la nascita dell'erede al trono di Spagna. Nel Milanese,da ottobre c'erano stati casi conclamati di peste...

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  2. R.115,inciso nella narrazione della peste: morte ingloriosa di Ambrogio Spinola.

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  3. R.132, considerazione fondamentale per capire cosa Manzoni volesse denunciare con la narrazione della peste: incapacità delle istituzioni e pregiudizi della massa,incapace di accettare la realtà dei fatti e pronta a credere a ogni tipo di assurdità e a crudeli rimedi.

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  4. R.145,r.153,esempi dell'incapacita' delle istituzioni,prigioniere della burocrazia.

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  5. R. 165, critica impeccabile delle fonti storiche. Il fatto su cui si dibatte è :" chi e quando aveva introdotto la peste in Milano?"

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  6. R.179,descrizione dei sintomi della peste e del modo in cui si poteva contrarre la malattia...e di come si ptesse diffondere.

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  7. R. 201,r.209, estensione cronologica del primo diffondersi del contagio epidemico e renitenza ad ammettere ,che si trattasse di peste,anche da parte dei medici.

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    1. Bello "covando e serpendo", brutto in r.213 il modo con cui si usavan corruzione e pregiudizi per non prendere misure restrittive che avrebbero attenuato il contagio.Manzoni nel calderone dei colpevoli ci butta tutti,ma proprio tutti...o quasi.A domani,two alone.

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  8. Appunti di fisica schematizzano chiaramente i numeri quantici dell'atomo.
    Vai,Vaio!

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  9. Fronte coronavirus di oggi 23 aprile 2021,venerdì,sarebbe routine se quel minchia di Marco Olive non rompesse...

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