ROMANO IL MELODO.Natalis et 3

Traduzione e testo greco del contacio,o inno, di Romano il Melodo, Natale I.

Strofa 2,vv.5-10; strofe 3 e 4 complete.

Strofa 2.

Io ti vedo,  mio cuore, e trasalisco
Perché ho il latte e non sono sposa,
Ti guardo avvolto nelle fasce
E,ancora vergine,ammiro la mia verginità.
Tu l'hai preservata lieto di nascere
Bambinello,Iddio prima dei tempi.

Strofa 3.

Altissimo re,che hai tu da spartire con questi miseri?
Fattore del cielo,perché giungesti tra i nati?
Ti sei contentato di una grotta,sei stato accudito in una mangiatoia.
Guarda non c'è posto per la tua madre in un ostello,
Non solo una casa,ma neanche una grotta,
Perché anche questa grotta è di altri.
Invece a Sara,mentre partoriva un figlio
Fu dato un possesso di molta terra,a me invece neppure una tana.
Mi son servita di un antro che tu ti sei degnato di abitare,
Bambinello,Iddio prima dei tempi. "

Strofa 4.

Dicendo queste parole nel silenzioso suo cuore
E pregando colui che conosce ciò che non è detto,
Sente i Magi che chiedevano del bambino.
Subito a questi la giovine gridò:"Chi siete?"
Ed essi a lei:"Tu piuttosto qual natura sei,
Poiché partoristi questo tal prodigio?
Chi il tuo padre,chi ti ha partorito,
Tu che diventasti madre e nutrice di un figlio senza padre,
Di cui vedendo la stella,capimmo che si era appalesato
Un bambinello,Iddio prima dei tempi.