venerdì 16 gennaio 2015

Er,parte 4.(Plato,Resp.615e-616b).

(L'anima uscita dalla voragine sotterranea,interrogata da Er ,continuo')  "Noi fummo testimoni,infatti,anche di quest'altra terribile visione:come fummo vicini alla bocca della voragine,e sul punto di uscir fuori,dopo aver subito tutti gli altri tormenti,improvvisamente vedemmo Ardieo insieme ad altri( in maggioranza tutti tiranni;alcuni erano anche cittadini privati,che avevano commesso gravissimi delitti),i quali,proprio nel momento in cui credevano d'esser ormai giunti all'uscita,venivano respinti dalla bocca,la quale ogni volta che qualcuno di questi insanabili malvagi,o uno di coloro che non avevano ancora sufficientemente pagato la pena,tentavano di uscirne,mugghiava.


 E v'eran  qui vicini,uomini selvaggi,tutti fiamma a vedersi,i quali,appena udito il muggito,afferravano e trascinavano via alcuni di costoro,mentre Ardieo ed altri,incatenati mani piedi e testa,dopo averli gettati per terra e scuoiati,li trascinavano lungo il bordo della strada dilaniandoli sugli arbusti spinosi,ed a tutti coloro che via via passavano spiegavano quelle che erano le loro colpe,e che essi li trascinavano per precipitarli giù nel Tartaro".


 E di tanti e si' diversi spaventi,disse,che avevano passato,questo li sopravanzava tutti:ossia la paura che ciascuna anima aveva provato di dover risentire quel muggito mentre era lì lì per risalire.

invece era invasa di gioia,se,tutto essendo silenzio,poteva uscire. 

Tali[continuava Er] erano i giudizi e le condanne,così come le corrispondenti ricompense.    


(Nota di Lemarancio:la traduzione proposta per gli ultimi tre capoversi,meriterebbe un miglioramento..da farsi seguendo attentamente il testo greco).


Continua.

7 commenti:

  1. Mentre prosegue il racconto- mito di Er,noi continuiamo il dialogo,iniziato nel post precedente sui gradi di conoscenza secondo Platone. Infatti ogni mito riportato da Platone è una metafora del processo conoscitivo.
    Dunque nel Lachete, le risposte,cioe' le scelte concordate tra i due interlocutori( Socrate e Lachete), sono:
    (1) il coraggio è una cosa bella;
    (2) la fermezza accompagnata da intelligenza è una cosa bella
    (3) la fermezza accompagnata da stoltezza è dannosa;
    (4) ciò che è dannoso non è bello.

    Per giungere a una conclusione sulla definizione del CORAGGIO come FERMEZZA,Socrate deve connettere queste risposte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vediamo.
      Se (1) (2) (3) (4) sono proposizioni vere,allora la fermezza accompagnata da stoltezza non è il coraggio(5),perché(1)è contraddittoria con (3) e (4).
      Se(1) e (2) sono proposizioni vere,allora il coraggio è fermezza accompagnata da intelligenza(6).
      Questa conclusione è confutata dall'esibizione di casi,dai quali emerge che la fermezza accompagnata da intelligenza è meno coraggiosa di quella accompagnata da stoltezza.

      Elimina
    2. D'altra parte la dimostrazione della falsità della proposizione(6) non implica la verità del contrario della proposizione(5), cioè che il coraggio sia fermezza accompagnata da stoltezza.
      Infatti,se per assurdo il contrario della proposizione(5) fosse vera,diventerebbe falsa la proposizione(1), cioè il coraggio non sarebbe una cosa bella.
      La conclusione è che la definizione del coraggio in termini di fermezza,sia intelligente sia stolta, non è VALIDA. Ciao a domani two.

      Elimina
  2. Interrompendo un po' la ricerca della conoscenza e leggendo questa parte del mito riportata nel post 4,spicca la figura del tiranno Ardieo,che non potrà mai scontare la sua pena,e reincarnarsi come faranno le altre anime,dopo aver pagato il fio delle loro colpe o dopo aver goduto la ricompensa dei loro meriti in vita.

    RispondiElimina
  3. A proposito del miglioramento della traduzione degli ultimi capoversi:
    proviamo con questa:
    "...Er disse che delle paure di laggiù, molte e di ogni genere toccate a quegli stessi, questa le superava, ossia che non ricapitasse a ciascuna di loro di sentire quel muggito, di quando eran risaliti, e disse che per loro la cosa piu gradita era risalire essendoci silenzio..."

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meglio questa.
      La difficoltà della resa in italiano è dovuta al "ekasto ghinoito" e soprattutto a quel genitivo assoluto(sighesantos) che ha significato riferito a cosa e non a persona che deve far silenzio..
      Ps.Ci abbiamo provato..tutto,però,è migliorabile...

      Elimina
  4. Fronte coronavirus di oggi 9 maggio 2020:aspettiamo l'arrivo di Ambra e Cristian da Genova....quando arrivano,come li riceveremo?

    RispondiElimina