giovedì 1 gennaio 2015

Conferenza cinque.ANDREA SCHIVO.

         Parte quinta.

Continua la citazione di testimoni oculari dell'eroismo di Andrea Schivo.


Ancora un brano tratto da "La giustizia negata"scritto dalle sorelle Cardosi.



"....Strappata dalla sua casa,dal marito e dalle figlie-la più piccola aveva solo tre anni-la mamma,la sera stessa,venne consegnata alle SS del comando di polizia germanica del carcere di San Vittore in Milano. Dal 13 maggio all'8 giugno 1944,periodo in cui la mamma era detenuta in quel luogo prima di essere trasferita al campo di polizia di transito di Fossili presso Carpi e quindi deportata ad Auschwitz da cui non fece più ritorno,ogni settimana io incontravo Andrea Schivo a Milano,nella sua abitazione in via Savona,  portando indumenti per la mamma e per ricevere e inviarle notizie.


Ancora mi rivedo:in quei giorni compivo 18 anni:salivo verso sera prima del coprifuoco sul vecchio tram della circonvallazione 29 e scendevo alla fermata di Porta Ticinese;poi,oltrepassati i Navigli,percorrevo in fretta il breve cammino che mi separava dal caseggiato popolare ove abitava il secondino.Lo incontravo per pochi minuti davanti alla porta del suo appartamento,sul piccolo pianerottolo delle scale,solo il tempo di consegnare i fagotti che portavo,mentre da lui ricevevo i biglietti che la mamma ci scriveva ripiegati più volte per poter essere passati di mano in mano senza essere scoperti.Quei biglietti conservati gelosamente ora li ho qui davanti a me,dopo tanto tempo,quasi illeggibili.".   


Questa la testimonianza della signora Giuliana Cardosi...


In una dichiarazione firmata del15 giugno 1945 da 19 colleghi di Andrea,si legge:

 "Gli agenti di custodia delle carceri giudiziarie di Milano testimoniano quanto segue:verso la fine del giugno del 1944 l'agente Andrea Schivo fu tratto in arresto dalla SS tedesca per motivo che venne scoperto di aver agevolato degli ebrei politici con i loro bambini che si trovavano rinchiusi in queste carceri,soccorrendoli con delle uova,marmellata,frutta,di tutto quanto poteva essere possibile e utile.Cosicché l'agenteSchivo dopo una breve permanenza in queste carceri,non più come guardia,ma come detenuto,venne deportato in Germania,dove,ora abbiamo appreso per mezzo di un compagno dello stesso campo,che l'agente Andrea Schivo è morto in seguito a maltrattamenti,percosse,sevizie da parte dellaSS tedesca di sorveglianza lasciando la famiglia addolorata e piena di miseria." 


Continua.

6 commenti:

  1. La sera del 13 maggio del 44, il caso unisce i destini di Clara e Andrea.

    RispondiElimina
  2. Io nel 1954 sono stato in Via Savona a Milano ed ho calpestato lo stesso pianerottolo su cui Giuliana parlava con Andrea e dava e riceveva cose della mamma al secondino soprannominato "Gigante".

    RispondiElimina
  3. Dopo la figlia di Clara,anche la testimonianza di quindici cplleghi di Andrea,testimonia il suo eroismo.
    Esempio per le generazioni future...

    RispondiElimina
  4. Il campo di deportazione di Andrea era a Flossenburg.

    RispondiElimina
  5. Ora il comportamento di Andrea,nel 1944,sembra del tutto normale.
    L'eroismo suo sgorga dal fatto che ,per legge,era reato punibile con la deportazione fare quello che lui faceva.
    Questo è l'immagine plastica di ciò che è REGIME TOTALITARIO.

    RispondiElimina
  6. Commento del marzo 2020:in pieno regime coronavirus,per libertà di movimento e per approvvigionamento di viveri,sembra di esser nel 1945.

    RispondiElimina