venerdì 16 gennaio 2015

Er parte 3.(Plato,Resp.614b-615d).

Er  valoroso uomo,figlio di Armenio,di Pamfilia stirpe,un tempo era morto in battaglia,e dieci giorni dopo,come si raccoglievano i cadaveri già putrefatti,fu tolto su intatto,e,portato a casa,mentre si stava per fargli il funerale,giunto il dodicesimo giorno e già' deposto sulla pira,torno' in vita,e racconto' ciò che aveva visto nell'altro di là (ma nel testo greco abbiamo "EKEI").

Narro' che,appena l'anima sua fu uscita dal corpo,insieme a molte altre si mise in cammino,e che giunsero ad un meraviglioso luogo ove,l'una all'altra vicine,si aprivano nella terra due voragini,e su in alto,in cielo,perfettamente corrispondenti,due altre:fra quelle della terra e del cielo,in mezzo,sedevano dei giudici,i quali pronunciata la sentenza,comandavano ai giusti di andare a destra per la via che saliva al cielo,dopo aver loro attaccato dinanzi uno scritto con sopra indicato il giudizio,agli ingiusti ordinavano,invece,di andare a sinistra per la via che va verso il basso,anch'essi portando,ma dietro,un cartello ove era indicato tutto quello che avevano fatto.

 E quando per lui giunse il turno di presentarsi,gli fu detto che doveva portare agli uomini notizia di quel mondo sotterraneo e gli ordinarono di ascoltare e di guardare bene tutto ciò' che era in quel luogo. E vide le anime che,appena giudicate,se ne partivano, verso una voragine della terra da una parte, e, dall'altra ,verso una corrispondente voragine del cielo,mentre per le due altre voragini,dell'una vide su dalla terra sorgere anime piene di squallore e di polvere,dalla seconda anime che,pure, scendevano dal cielo.


E come da una lunga via,sembravano venissero le anime che volta a volta sopraggiungevano,ed erano ben liete di raggiungere il prato e di accamparsi come in una grande riunione festiva,e reciprocamente venirsi a salutare, quelle che si conoscevano:quelle che venivano dalla terra ad informarsi dalle altre delle cose di lassù, e quelle che venivano dal cielo delle cose di giù. 

E scambievolmente raccontavano,le une gemendo e piangendo al ricordo di quanti e quali mali avevano sofferto e veduto soffrire nel loro viaggio sotterraneo(viaggio che dura mille anni),le altre invece,quelle che venivano dal cielo,narravano di delizie,e di visioni di indicibile bellezza. Ma troppo lungo sarebbe narrare tutto nei particolari,o Glaucone;ma questa,disse,ne era la sostanza:per quanti delitti avevano commesso,per quante persone ciascuno di loro aveva offeso,avevano pagato a turno la pena,dieci volte per ciascun delitto,e questo avveniva una volta ogni cento anni,quella che è la durata massima della vita umana,dovendo la pena durare dieci volte la colpa commessa: e se,per esempio,vi era qualcuno colpevole per aver ucciso molti uomini,avendo tradito città ed eserciti,o per averli ridotti in schiavitù, o complice ancora di qualche altra sofferenza,per ciascuno di questi crimini avrebbe dovuto patire dieci volte tanto:coloro che invece intorno a sé avevano fatto del bene,ed erano stati giusti e pii,nella stessa misura ricevevano il premio dovuto.

 Di coloro poi che morirono subito appena nati,o che vissero solo breve tempo,disse altre cose che qui non val la pena di ripetere. E per quanto concerne la pietà e l'empietà verso gli dei e verso i genitori,e per quanto concerne l'omicidio,Er  descriveva una punizione ancora peggiore. 

Narrava infatti di essersi trovato presente mentre un'anima domandava ad un'altra ove fosse Ardieo. QuestoArdieo era stato tiranno in una città della Panfilia mille anni prima:aveva ucciso il vecchio padre e un suo fratello maggiore,e,come si diceva,aveva commesso molte altre iniquità. L'anima interrogata così rispose:"Non viene,né è probabile che torni qui mai".



Continua.




4 commenti:

  1. Inizio memorabile di un racconto che sa di mito. Visto, però, che con Er e poi con il mito della caverna,e poi ancora nell'intera Repubblica,il tema è quello della CONOSCENZA( come anche in Timeo e Crizia,ove i miti conoscitivi abbondano), iniziamo un dialogo io e te,su cosa Platone,tramite Socrate e i racconti mitici,intenda per PROCESSO CONOSCITIVO.
    ANTICIPO CHE DOVREMO DISCUTERE TRE GRADI.
    Primo grado: il metodo delle domande e delle risposte.
    Per Socrate il metodo delle domande e delle risposte è lo strumento fondamentale del filosofo: con esso la filosofia si manifesta come confutazione e ricerca al tempo stesso.
    Nel Lachete,per esempio,il problema conoscitivo consiste nella ricerca della definizione di una parte della VIRTÙ, cioè del CORAGGIO.
    La prima risposta trovata nella ricerca è una risposta che coglie solo un caso particolare di coraggio.

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    1. Socrate ne dimostra l'infondatezza formulando domande su altri casi di coraggio,che,con il loro semplice comparire,rendono evidente la parzialità della prima risposta,che quindi non sarà condivisibile da tutti.
      La seconda definizione proposta afferma che il coraggio è la FERMEZZA DELL'ANIMA.
      Si distingue allora,sempre con domanda-risposta,tra fermezza accompagnata da intelligenza e fermezza accompagnata da stoltezza,e si pongono ancora altre domande,cioè altre alternative,all'interno delle quali l'interlocutore sceglie uno dei corni. Ciao a domani Two.

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  2. Finalmente il primo grado Grazie. In tutto saranno tre? Ai post successivi.

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  3. Oggi 8 maggio 2020 sul fronte del coronavirus si segnalano prenotazioni al macellaio,prenotazioni al negozio di cibo da asporto,prenotazioni al dentista per pulizia dentale semestrale...Si passa molto tempo al telefono,prima di muoversi di casa.

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