sabato 27 giugno 2015

Exegetice platonis 4

La politica ne "La Repubblica  " e nelle "Leggi."


La disciplina e l'ordine perfetto dello stato ideale disegnato ne La Repubblica platonica, sono lontani dalla sensibilità moderna e sono irrispettosi della dignità individuale.


Ciò dipende dal fatto che esso non ha una necessaria attuazione nel reale,e,citando l'autore " il suo modello si trova nel cielo a disposizione di chi desideri contemplarlo e contemplandolo, voglia in esso fissare la sua dimora. Non ha quindi importanza che una siffatta città o attualmente esista o possa esistere in futuro; però comunque  il filosofo (con la contemplazione)potrebbe occuparsi solo di questa città e non di un'altra".



Questo fatto spinge Platone a formulare un'altra teoria politica(soprattutto nelle Leggi e nel Politico), non in alternativa allo stato ideale, che comunque resta valido in funzione di modello, ma diversa, nel senso che tiene conto del mondo reale, il quale come ben sappiamo non è fatto di idee ma di individui. Un tale passaggio avviene sostituendo, all'ideale del bene assoluto, il principio del GIUSTO MEZZO.


Il giusto mezzo è un principio realistico perché riconosce l'esistenza di eccessi, cioè di realtà imperfette, che non avrebbero ragione d'esistere nel mondo ideale ma che sono ovunque nel mondo sensibile. Così tale concetto non può ridursi, come pretendevano i pitagorici e matematici, alla meta', ma equivale per Platone al giusto come mezzo( cioè alla ricerca di una realtà terza rispetto agli eccessi che la storia presenta e all'idealita' che il filosofo contempla)), capace di misurare il CONVENIENTE, l'OPPORTUNO, il DOVEROSO  e tutto quello che tende al mezzo, rifuggendo dagli estremi.



Un siffatto modello di misura è l'Uno,ma non l'Uno da solo,bensì l'Uno nella molteplicità, come la teoria dei Principi prefigurava.



E del resto, osserva Platone, "...che altro è la politica se non lo sforzo di portare e mantenere l'unità in istituzioni che tendono allo squilibrio o addirittura alla sopraffazione e allo scontro? ...."



Questo nuovo progetto trova un'applicazione pratica nell'ultima opera di Platone,le "Leggi," in cui la sovranità non è più del re filosofo , ma delle leggi, che nella loro astrattezza esprimono la ragione molto meglio di un individuo soggetto alle passioni. Per tale motivo, osserva Platone, in politica bisogna ricorrere all'ordine e alla legge ,i quali vedono e contemplano ciò che per lo più suole avvenire e pertanto sono meno astratti delle idee e anche più efficaci.



Questo principio di mediazione, tradotto nella Costituzione  esposta nelle leggi, dà corpo a un regime misto fra monarchia e democrazia, che nella sintesi riesce a superare gli eccessi dell'una e dell'altra. 


Bisogna però notare che le leggi, in quanto imitano le regole della forma ideale, le rendono statiche e sono segni dei limiti del sistema politico umano. 

Non sono quindi la cosa più giusta in assoluto e devono essere continuamente sottoposte a revisione e all'opera dell'uomo politico, inteso come uno scienziato teorico prima e poi attuativo, che si prende cura dell'insieme della società umana utilizzando la persuasione e non la forza.



  Continua...




6 commenti:

  1. Concetto del giusto mezzo,inteso nel senso che il mezzo per governare è la Giustizia,contro gli eccessi caratteristici degli Stati concepiti nella storia ,dall'uomo.
    E governati da leggi giuste,che impongano il loro rispetto con la PERSUASIONE,mai con la forza.
    Platone,accadrà mai?

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  2. Per Platone il vero uomo politico,il vero leader,è uno scienziato che deve prima inventare in teoria come cambiare via via le leggi,adeguandole al trascorrere del tempo,poi uno scienziato applicativo che deve prendersi cura della società umana,facendo applicare le leggi con la persuasione.
    A domani,two alone.

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  3. Appunti di fisica chiari... Foto della casa presa dal prato...

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  4. Tutto sto post é memorabile... Dove posso annotato per ricordarmi?

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  5. Fronte coronavirus di oggi 27 novembre 2020,niente di nuovo,tutto di nuovo.

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