domenica 21 giugno 2015

Critiae platonis exc.13

Considerazioni conclusive su Platone, dopo la lettura di brani di Repubblica,Timeo,Crizia.

Parte 3.


Dopo le considerazioni su parole-chiave come" dialettica" e"idee", ora considerazioni sulla polemica di Platone verso l'insegnamento della scuola di Isocrate.


               Si possono rintracciare negli scritti platonici puntuali allusioni polemiche al programma di Isocrate e alla sua concezione della filosofia come retorica.(Gorgia,Teeteto,Repubblica).


Isocrate aveva tentato, mediante la scuola di oratoria, da lui fondata nel 393 circa, di preparare degli oratori e dei politici, nel suo  bisogno di operare, in concreto, nelle situazioni politiche di Atene e della Grecia. 

Solo che Isocrate, vecchio discepolo di Gorgia( lo aveva frequentato tra il 414  e il 410),per molti aspetti vicino al socratismo( sembra che abbia avuto rapporti diretti con Socrate), particolarmente per ciò che riguarda la sua intenzione di risolvere in unità, volta per volta, la pluralità delle ragioni, mediante l'abile discorso, era convinto che il piano dei rapporti umani e le regole che determinano tali rapporti, NON si deducono scientificamente, ma si risolvono sempre, realisticamente, di volta in volta, entro lo stesso ambito umano, sul piano delle opinioni.



Al metodo di Isocrate ,Platone contrappone il metodo dialettico, mediante cui si possa scientificamente determinare il modo di vivere eticamente,  metodo che fondandosi appunto su premesse non accolte nell'ambito dell'opinione, della doxa( su cui empiricamente si basa la retorica isocratea), determina modi di vita e,insomma, un'etica le cui regole appaiono ai più paradossali(fuori della doxa). 


Sotto questo aspetto è chiaro in che senso il tipo di retorica  gorgiano-isocrateo non è per Platone né filosofia,né scienza, perché anche la politica, in quanto convinzione non può fondarsi che su premesse scientificamente, omologamente colte, così come avviene per le premesse della geometria o dell'aritmetica, per cui vero politico non potrà essere che il filosofo, cioè il dialettico.



Due sono dunque i modi di discutere: uno dialettico l'altro retorico: il tipo dialettico pone certe premesse non più discutibili perché non contraddittorie. 

Nella discussione, quale che sia il contenuto, la verità scaturisce dal saper ragionare(dialeghestai), dal modo con cui si impostano le premesse, tali quando non siano in contraddizione, quando vengano accordate(omologate), perché su di esse la definizione non può essere che univoca, non potendovi essere su di loro che un uguale ragionamento(homologhia): e, perciò, date quelle premesse ,si debbono accordare le conclusioni, ciò che consegue da esse, perché il processo ragionativo non può essere che uno e uguale in tutti(homologhia),e, perciò, al di fuori di quelli che sono i luoghi comuni(topoi), al di fuori dell'opinione da cui scaturisce la retorica o l'eristica,spesso capace di ottenere SOLO l'assordante applauso della massa.



   Continua...





4 commenti:

  1. Regole universali come per la Scienza,anche per l'etica politica,per il comportamento dell'uomo nello Stato:ecco la grande pretesa affidata da Platone alla dialettica.
    Scienza o scienze umane per lui sono ugualmente rette da regole universali,necessariamente accettate da tutti,perché nate da premesse universali e non contraddittorie.

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  2. Ancora una volta Platone dimostra il suo impegno in quella che era la situazione politica del suo tempo,come,d'altra parte,non a caso,egli era tornato per ben due volte a Siracusa,e grandi furono i pericoli,come altrettanto grande il senso del dovere.
    Ciao,a domani,two alone.

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  3. Interessanti le misure esplicitate negli appunti di Fisica.Le fotocopie del Fedone non sono molto scientifiche,ma fantasiose nella loro descrizione del mondo.
    In foto,Forza Milan sempre...

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  4. Fronte coronavirus di oggi 20 novembre 2020,venerdì:niente da segnalare,se non che ho lavato le tende dello studio di sotto.

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