mercoledì 17 giugno 2015

Critiae platonis exc.10

Considerazioni finali su Timeo e Crizia,parte5.


                 Qui (quando Crizia narra della volontà di Atlantide di invadere il Mediterraneo,con la conseguente convocazione del Concilio degli dei,irritati dall'hybris dei discendenti di Nettuno)il Crizia si interrompe. 


Platone avrebbe con tutta probabilità dovuto parlare ora della guerra che la mitica Atene sostenne contro l'hybris di Atlantide, guerra santa, dunque, e nobile.

 Platone non ha proseguito il Crizia, nè mai scrisse l'Ermocrate, che, secondo le parti distribuite fra gli interlocutori del Timeo, avrebbe dovuto seguire al Crizia.


 Trovare il perché sarebbe ipotesi. 

Forse, è stato detto, il proseguimento ideale lo abbiamo nel terzo libro delle Leggi, ove, dopo aver riassunto la leggendaria storia dei primi re della Grecia, Platone racconta la lotta degli ateniesi contro i Persiani invasori.

 Si pensi in questo senso ai Persiani di Eschilo.

 E ciò mi sembra importante proprio dal punto di vista politico e per intendere il significato più fine del Crizia, che si pone come impegno per l'Atene attuale, la quale, rinnovata  alla luce dell'appello platonico, può diventare la salvatrice della Grecia futura, contro l'hybris di ogni barbaro( e forse in tale senso va letto il Menesseno,l'elogio di Aspasia per i morti Ateniesi in guerra.Totalmente diverso dall'elogio funebre di Pericle scritto da Tucidide per l'approccio alla politica,ma identico nella fede della superiorità di vita e intelligenza degli ateniesi su tutti gli altri popoli).



Ancora una volta così Platone si impegnava in quella che era la situazione politica del suo tempo, come d'altra parte, non a caso, egli era tornato ben due volte a Siracusa, e grandi furono i pericoli, ma altrettanto grande il dovere. 

E forse  proprio per questo si interrompe il mito del Crizia, sotto l'urgenza di determinare la via pratica per educare la società contemporanea, non più divina, ad aspirare davvero a quella che è la città ideale: per cui appunto furono scritte le Leggi, in cui può darsi si ritrovi anche quello che doveva essere l' Ermocrate,  e il discorso di quel tale-di cui si tace il nome- assente, perché  ammalato, quando parlarono Timeo e Crizia, ma che due giorni prima aveva ascoltato il dialogo sullo stato giusto, e che nessuno vieta di pensare che sia Platone stesso.

Fine.



Prossimo post: Come leggere Platone,in cui accennero'ai due modi con cui il filosofo interpreta la realta':quello attraverso l'episteme,spesso e sorprendentemente alternato a quello del mito,che Platone definisce discorsivo.





3 commenti:

  1. Bella la citazioni di quattro opere di Platone(Repubblica,Timeo,Crizia,Menesseno) e l'accenno all'Ermocrate,mai scritto; bella perche'mette in relazione tra di loro questi cinque titoli.

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  2. Può darsi che la Costituzione di Atlantide,ove soprattutto prevale l'elemento militaresco,(Crizia,117-119)Platone,con scopi polemici(per condannarla,insomma,)l'abbia ricavata da Ippodamo di Mileto.
    A domani,two alone.

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  3. Belli gli appunti di fisica,dove si esplicita bene la costante di Plank.Importante la fotocopia del testo del Fedone,dove si tirano le conclusioni sull'immortalità dell'anima.
    Bella,dai,la foto! Forza Milan.

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