Per te 29 30 31 32

               Distico.

Cercare di dire un grande amore:
volo d'uccello ancora implume.

        Una domenica.

Acqua lustrale e corone di verdi foglie
posate sulle nostre teste
purificarono la colpa
d'aver vissuto tanto a lungo
lontani nella solitudine.

                    Tu la mia poesia.

Ristare a guisa d'uno
che volge e rivolge
l'arcano della vita
sulle sponde grigie di sassi
di un fiume disseccato dall'estiva calura.
E dar forma alla trasparente aria
che sale dal greto verso il sole:
essere arsi e riarsi
per non cambiare mai;
cercare ristoro con la mente
nell'umido manto dell'acqua
che passa sognata vicino
e non bagnarsi mai:
solo il canto all'orizzonte di una poesia
tra verdi rami,
visti con gli occhi socchiusi al sole,
dono' all'intorno
una spiegazione assoluta,
nella stagione che tutto inaridisce:
e dissi(ed era il vero) che quella poesia
eri tu.

               I due fiori.

Tanto valse quel tenderci la mano
tra il folto intrico
della crescente conoscenza,
conoscenza d'animo e di....
che,due,
quale cera,fummo suggellati
l'uno a immagine uguale dell'altra.
Tale la perfezione del nostro compenetrarci
quale fu quella del dio creatore:
egli vide nascere dalla sua mano
un fiore così bello
che non riuscì a trovar pace
finché non ne fece scaturire
un altro suo pari;
pure il luogo che il dio assegno'
ai suoi due fiori fu lo stesso,
fu in comune,
fu vicino,
perché insieme iniziassero la storia
dell'umanità.
Perenne ripetersi di quel giorno primo
all'alba della nostra vita.