sabato 28 febbraio 2015

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Il sillogismo in generale,il commentatore di Aristotele 5°

Il sillogismo in terza figura.(Fine trascrizione introduzione all'Organon di Aristotele dell'edizione UTET,parte riguardante il sillogismo in generale.).


AVVERTENZA: NEL TESTO MANCA LA SPIEGAZIONE DI FELAPTON. RIMEDIEREMO FORNENDO UN ESEMPIO PRATICO NEI COMMENTI.



E'caratterizzato dal fatto che il medio funge da soggetto in entrambe le premesse.


Esso è cosi' posto fuori degli estremi,che costituiscono i predicati:l'estremo maggiore è quello più distante dal medio,l'estremo minore quello più vicino. 


Anche questo schema da' luogo ad un sillogismo imperfetto,dal momento che-come Aristotele espressamente rileva-non è possibile istituire in universale un rapporto sillogistico tra i due predicati,ma perché il sillogismo abbia luogo occorre assumere qualcos'altro oltre il predicarsi degli estremi del medio.




In effetti l'estremo minore poiché non è soggetto del termine medio,non rappresenta una parte dell'estremo maggiore,né la premessa minore si inscrive come parte entro quella maggiore. 


Ma l'essere l'estremo minore soggetto del medio è condizione formalmente richiesta dalla dimostrazione.


 Donde la necessità di acquisirla "in più",si' che i termini disposti secondo questo schema non realizzano per sé un sillogismo,quantunque-come già per la seconda figura- siano materia possibile per un sillogismo.




In esso la minore deve essere affermativa.



Infatti,se A e C si predicano di ogni B(DARAPTI),convertendo la minore si ottiene un sillogismo in prima figura nel modo Ferio,si' che A non si predichera' di qualche C.



Parimenti,se A si predica di ogni B e C si predica di qualche B(DATISI),convertendo la minore si ottiene un sillogismo in prima figura nel modo Dario,si' che A si predichera' di qualche C.



Se invece A non si predica di nessun B e C  si predica di qualche B(FERISON),convertendo la minore si ottiene un sillogismo in prima figura nel modo Ferio,si' che A non si predichera' di qualche C.



Nel caso poi,che la maggiore sia particolare:se A si predica di qualche B e C si predica di ogni B(DISAMIS),A si predichera' di qualche C,e la relativa dimostrazione si ottiene o convertendo le premesse,o per riduzione all'impossibile o per ekthesis.



Se A non si predica di qualche B e C si predica di ogni B(BOCARDO),A non si predichera' di qualche C,e la relativa dimostrazione e' per assurdo o per ekthesis.



Va inoltre precisato che,in terza figura,la premessa maggiore puo' ben essere particolare,ma in tal caso come medio è da assumere l'universale: di "quei B[qB] che sono A,oppure che non sono A".




Ed esattamente: se il sillogismo è in Disamis,si assumera' che A e C si predicano di ogni qB, si' da riportare il sillogismo stesso in Derapti.



Se invece è in Bocardo,si assumera' che A  non si predica di nessun qB  e che C si predica di ogni qB ,si' da riportarlo a Ferison.





NOTA DEL COPISTA.
Insomma sul sillogismo abbiamo letto le parole di Aristotele,le spiegazioni dei suoi commentatori,ma bisogna dire che sentiamo forte il bisogno di chiarezza....Magari leggendo altri commenti.Io adesso un suggerimento ce l'ho:dopo molte letture e ricerche,se ho voluto capire il sillogismo mi sono affidato a digitare www  COME CAPIRE I SILLOGISMI.  (It.m. wikihow.com.),  Come costa capire...Speriamo di poter discutere,per non lasciar tutto lettera morta....Fedro platonico docet,alla fine .....





Il sillogismo in generale,il commentatore di Aristotele 4°

Il sillogismo in seconda figura.(secondo il commentatore dell'edizione UTET dell'Organon aristotelico).

E' caratterizzato dal fatto che il termine medio funge da predicato in entrambe le premesse ed è posto fuori degli estremi;l'estremo maggiore è il termine piu' vicino al medio,l'estremo minore quello piu' distante.


Aristotele dichiara espressamente che non si tratta di un sillogismo perfetto.


 In effetti,che un termine si predichi di altri due non comporta,in quanto tale,l'implicarsi sillogisticamente di questi ultimi.


 Il termine comune corrisponde infatti al genere dei due estremi;ma nulla vieta che questi siano specie coordinate e nulla impone che uno di essi sia contenuto nella totalità dell'altro come sua parte,ossia che la premessa minore sia contenuta come parte in quella maggiore. 


Situazione che è invece richiesta perché si dia sillogismo.




Tuttavia se lo schema in oggetto di per sé non delinea un sillogismo,i termini che si rapportano secondo esso costituiscono pero' materia per un sillogismo perfetto,ossia lo sono potenzialmente.



Aristotele dimostra che tale corrispondente sillogismo non può' avere conclusione affermativa,ma unicamente negativa,cosicché dovra'essere negativa una premessa.


Inoltre la maggiore deve essere universale. 


Che',dal semplice fatto che B non si predica di nessun A e si predica di ogni C(CESARE) non segue nulla di necessario;ma l'inversione della maggiore porta alla prima figura(nel modo Celarent), per cui necessariamente A non si predica di nessun C.




Ancora:se B si predica di ogni A e non si predica di nessun C,segue che C non si predica di nessun A(CAMESTRES);e poiché l'universale negativa si converte semplicemente,si ha che A non si predica di nessun C.




Se B non si predica di nessun A e si predica di qualche C(FESTINO),convertendo la maggiore si ottiene un sillogismo perfetto(in Ferio). 




Se B si predica di ogni A e non si predica di qualche C,oppure se B si predica di ogni A e di non-tuttoC(BAROCO),allora si prova per  apagoghe' che necessariamente A non si predica di qualche C. 



In effetti,poiché B si predica di ogni A,se A si predicasse di ogni C si avrebbe che B si predica di ogni C (Barbara); per cui sarebbe impossibile che B si predichi di non-tutto C.




Nota del  copista di commenti,quanta voglia viene di cercare su internet  Sillogismo in seconda figura.!




Sara'la cosa più' chiara ?  



Continua con la parte V,riguardante il sillogismo in terza figura.






giovedì 26 febbraio 2015

Sillogismo in generale il commentatore di Aristotele 3°

                                                A R I S T O T E L E
                      

                           I L    S I L L O G I S M O      I N     G E N E R A L E. Il commentatore di Aristotele,nella edizione dell'Organon della Utet.


AVVERTENZA:PER UNA PANORAMICA FACILE DI TUTTE LE COMBINAZIONI DI SILLOGISMO E PER LE VARIE FIGURE,CON INDICAZIONE ANCHE DI QUEI SILLOGISMI NON CONSIDERATI DA ARISTOTELE,SCARICA IL PDF WWW TAVOLA DEI SILLOGISMI LICEOMASCALUCIA.IT.tavola dei sillogismi.





Il sillogismo perfetto.

Il sillogismo perfetto è quello che si costruisce secondo il primo schema,primo in quanto rappresenta il principio sillogistico come tale.


 Tale schema comporta che l'estremo minore sia contenuto nella totalità del termine medio e questo sia o non sia contenuto nella totalità dell'estremo maggiore. 


Medio è il termine che è contenuto nell'estremo maggiore e che contiene l'estremo minore; estremi,rispettivamente,il termine che è contenuto nel medio(estremo minore)e quello che lo contiene(estremo maggiore). 


Che si tratti del principio primo ed immediato del sillogismo,è espressamente dichiarato da Aristotele.

 Per questo il relativo sillogismo è perfetto. 


In effetti l'esser A predicato della totalità di B e B della totalità di C,è per se stesso causa della necessità che A si predichi della totalità di C( BARBARA).



.Così come il non predicarsi di A di nessun B ed il predicarsi B della totalità di C è di per se stesso causa della necessità che A non si predichi di C ( CELARENT).



Se poi A si predica della totalità di B e B si predica di qualche C,è per sé necessario che A si predichi di qualche C(DARII).




Se invece A non si predica di nessun B e B si predica di qualche C,è di per sé necessario che A non si predichi di qualche C(FERIO).




Aristotele dimostra anche che in questo schema non si dà sillogismo se la premessa minore(quella cioè che contiene l'estremo minore) è negativa,oppure se la premessa maggiore(quella che contiene l'estremo maggiore) non è universale.


 Per cui regole del sillogismo in prima figura sono che la minore sia affermativa e la maggiore universale.


Il filosofo dimostra inoltre che per l'estremo minore vale la  consecuzione dell'estremo maggiore al medio se la premessa minore è affermativa. 




Continua con la parola al commentatore sul sillogismo in seconda figura.


Sara' la parte quarta. 



Fine della parte III.



Sillogismo in generale,il commentatore di Aristotele 2°

                                                                             A R I S T O T E L E


                                                      IL    S I L L O G I S M O    I N       G E N E R A L E 



Continua la spiegazione del sillogismo in generale da parte di un commentatore di Aristotele,citato nel post precedente.




Ciò in cui si risolvono le premesse sono i termini(oroi),e termini del sillogismo sono il soggetto,il predicato e il medio.

In rapporto a quest'ultimo i primi rappresentano gli estremi:estremo minore il soggetto del sillogismo,estremo maggiore il predicato.


Alessandro di Afrodisia ha opportunamente segnalato che il sillogismo non ha il suo essere nei vocaboli,bensì nei significati.


In effetti il discorso(logos) in cui consiste non è, propriamente,l'entità psicologica del conoscere,ma ciò che si fa manifesto(fainetai) a colui che conosce.


 Dal che è agevole avvedersi che i termini e,di conseguenza,le proposizioni non sono elementi del sillogismo in quanto parole,ossia in quanto semplici segni,ma per quello che significano.


Aristotele distingue tra sillogismi(meglio :modi sillogistici) perfetti e sillogismi(modi sillogistici) imperfetti. 


Un sillogismo  è perfetto se per giungere alla conclusione non abbisogna di null'altro  oltre le premesse.


 Poiché antecede la dimostrazione,di cui è il genere,non è dimostrabile,ma è oggetto della scienza anapodittica e la facoltà con cui si conosce è il nous. 


Un sillogismo è invece imperfetto se esige l'aggiunta di qualcosa che è si' richiesto dai termini di partenza,ma non risulta assunto in virtù delle premesse. Esso perciò si dimostra  che giunge alla conclusione,e la dimostrazione procede in forza dei modi perfetti.

Una tale dimostrazione è propriamente la riduzione dei modi imperfetti ai modi perfetti,dal momento che i primi non sono immediatamente conoscibili.


E' chiaro perciò che essi sono sillogismi solo in potenza(dunatoi) e comunque non nel medesimo senso di quelli perfetti.




  Continua con la terza parte di Sillogismo in generale,il commentatore di Aristotele. 



Fine seconda parte.




Sillogismo in generale:il commentatore di Aristotele 1°


Per tutti gli argomenti del blog,digita:lemarancio blog argomenti e supporti(del26/5/2015).

                                         A R I S T O T E L E

                COMMENTO SUL SILLOGISMO IN GENERALE

Riportiamo cosa si dice ,nell'introduzione agli Analitici di A. ,della edizione UTET,sul sillogismo in generale.


I  La nozione di sillogismo.


Allo studio del sillogismo Aristotele dedica tematicamente gli  Analitici Primi.

 La loro composizione( in un tempo sicuramente successivo agli Analitici Secondi,come gli studiosi oggigiorno riconoscono),lascia intendere che con essi il filosofo abbia voluto definire la struttura del procedimento formale in cui si compie la dimostrazione.


Un procedimento che è più universale di essa,giacché ogni dimostrazione è un sillogismo,ma non ogni sillogismo è una dimostrazione.


 Abbiamo visto che sillogismo è il discorso nel quale,poste alcune cose, segue di necessità (sumbainei)qualcos'altro da ciò che è posto ,per il fatto che sussistono queste cose.



Le cose poste(keimena) costituiscono l'antecedente,ossia le premesse o proposizioni,o protasi sillogistiche,che Aristotele chiama anche"ipotesi" ,a motivo del loro non essere dimostrate,ma semplicemente assunte.


Ciò ovviamente non significa che non possono dimostrarsi,ma che non si dimostrano nel procedimento in cui entrano come premesse,ossia come enunciazioni dalle quali e mediante le quali deriva la conseguenza.


In quanto tali,le premesse ne sono la causa(aition). 

Ma,si badi,non la causa del conseguente,bensì del suo conseguire. 


Per essere causa anche del conseguente occorrerebbe,infatti, che le premesse fossero vere. 


Il che,come abbiamo visto,avviene nella dimostrazione,dove,per l'appunto,è un determinato asserto ad essere dedotto e non la sua semplice derivazione. 



Dalle premesse la conseguenza deriva di necessità (ex anagkes). 


Il che comporta che del sillogismo non ci può essere negazione,ossia che non possono darsi le premesse senza che ci sia la conclusione.




CONTINUA NEL POST SEGUENTE.




mercoledì 25 febbraio 2015

ARISTOTELE Analitici Primi,l.I,IV,la parola ai commentatori 3°

                               T E R Z A   E   U L T I M A     P A R T E.

Continua il commento tratto da UTET ( e postato anche nelle due precedenti parti),di Analitici primi,libro primo,cap.IV,specificatamente dedicato ai paragrafi 25b-26b,in cui Aristotele tratta del sillogismo di prima figura.



Continuazione dal post precedente:


......(si hanno altresì modi invalidi di sillogismo)......:

se l'estremo maggiore è negato particolarmente dal medio(premessa maggiore particolare negativa) ed il medio è attribuito universalmente all'estremo minore( premessa minore universale affermativa);

se l'estremo maggiore è attribuito particolarmente al medio(premessa maggiore particolare affermativa) ed il medio è negato universalmente dall'estremo minore(premessa minore universale negativa);

se l'estremo maggiore è negato particolarmente dal medio(premessa maggiore particolare negativa) ed il medio è negato universalmente dalla'estremo minore(premessa minore universale negativa);

se l'estremo maggiore è attribuito indefinitamente al medio(premessa maggiore affermativa indefinita) o gli è negato indefinitamente(premessa maggiore negativa indefinita) e l'estremo minore è attribuito universalmente al medio(premessa minore universale affermativa) o gli è negato universalmente(premessa minore universale negativa.);

se la premessa maggiore è universale,affermativa o negativa,e la minore è particolare negativa o indefinita.




Si hanno ancora modi invalidi :

quando entrambe le premesse sono particolari affermative o negative; 

quando una è particolare affermativa e l'altra particolare negativa; 

quando una è indefinita  e l'altra definita;

quando entrambe sono indefinite.


Alla fine del capitolo Aristotele ribadisce che i sillogismi in questa figura sono perfetti e fa presente che in essa si può concludere sia universalmente sia particolarmente,sia affermativamente,sia negativamente.



FINE COMMENTO UTET.



Nota  di Lemarancio:mi sembrano molto più chiare le parole di Aristotele che quelle del suo commentatore.



La prossima tappa sarà quella di farci aiutare da un nuovo commentatore,per capire il sillogismo in generale,non solo in prima figura.





martedì 24 febbraio 2015

ARISTOTELE Analitici Primi libro I,IV,i commentatori 2°

                                          P A R T E          S E C O N D A

Continua il commento al testo aristotelico di Analitici primi,libro primo,cap.IV.,25b-26b.



 Si ha ancora sillogismo valido di prima figura se l'estremo maggiore è negato(universalmente)dal medio(premessa maggiore universale negativa)e il medio è attribuito(universalmente)all'estremo minore(premessa minore universale affermativa). 


Si hanno invece modi invalidi se l'estremo maggiore è attribuito(universalmente)al medio(premessa maggiore universale affermativa)
ed il medio è negato(universalmente) dall'estremo minore(premessa minore universale negativa); ancora modi invalidi sel'estremo maggiore è negato (universalmente)dal medio(premessa maggiore universale negativa) ed il medio è negato universalmente dall'estremo minore(premessa minore universale negativa).


Se una premessa è universale e l'altra particolare,si hanno modi validi quando la premessa maggiore è universale,sia affermativa che negativa,e la premessa minore è (particolare) affermativa: quando cioè l'estremo maggiore è attribuito universalmente al medio(premessa maggiore universale affermativa) e il medio è attribuito particolarmente all'estremo minore( premessa minore particolare affermativa);   ancora modi validi sel'estremo maggiore è negato universalmente dal medio( premessa maggiore universale negativa) ed il medio è attribuito particolarmente all'estremo minore( premessa minore particolare affermativa).


Il sillogismo è parimente valido se la minore,anziché essere particolare,è un'indefinita(affermativa)



Si hanno invece modi invalidi quando si pone come premessa universale la minore,sia essa affermativa o negativa(quando cioè la premessa maggiore,affermativa o negativa che sia,è particolare o indefinita):ossia  se l'estremo maggiore è attribuito particolarmente al medio( premessa maggiore particolare affermativa) e il medio è attribuito universalmente all'estremo minore(premessa minore universale affermativa);


  continua.





ARISTOTELE Analitici Primi,l.I,cap IV,la parola ai commentatori 1°

                              P A R T E            P R I M A.



Per tutti gli argomenti del blog,digita:lemarancio blog argomenti e supporti (del 26/5/2015).



Cosi' l'edizione della UTET,che ho trovato nella biblioteca "Nelson Mandela"di Villanova,riassume il capitolo IV del primo libro di Analitici Primi,di Aristotele,sulla prima figura di sillogismo.

N.B.SI FA RIFERIMENTO IN MODO SPECIFICO ALLE PARTI DEL CAPITOLO IV DI ANALITICI PRIMI,CONTRASSEGNATO NEL TESTO GRECO CON I NUMERI 25b-26b.



   Il capitolo studia il sillogismo categorico di prima figura e ne indica i modi validi e quelli invalidi.

Questo sillogismo è perfetto ed è caratterizzato dal fatto che l'estremo minore è contenuto nella totalità del termine medio e il termine medio è o non è contenuto nella totalità dell'estremo maggiore.Si dice medio il termine che è contenuto in un altro(e cioè nell'estremo maggiore)e contiene l'altro termine(ossia l'estremo minore);si dicono estremi il termine che è contenuto nel medio(estremo minore)e quello che lo contiene(estremo maggiore).


Caso I:se le premesse sono entrambe universali,si hanno modi validi di sillogismo quando l'estremo maggiore è attribuito(universalmente)al medio(premessa maggiore universale affermativa) e il medio è attribuito(universalmente)all'estremo minore(premessa minore universale affermativa);l'estremo maggiore è negato( universalmente)dal medio(premessa maggiore universale negativa)e il medio è attribuito( universalmente) all'estremo minore( premessa minore universale affermativa).


Continua nel post successivo il commento ad An.Pr.,libro primo,cap.IV,25b-26b.






lunedì 23 febbraio 2015

Lemarancio ARISTOTELE testo analitici primi libro primo cap.IV,parte tre.

                                              L A   P A R O L A   A D   A R I S T O T E L E

                                              I L   S I L L O G I S M O   D I   I   F I G U R A

A N A L I T I C I   P R I M I,  L. I, CAP I V, 26 b 1-33 ( testo italiano.Il testo greco è riportato nel post precedente).




        Quando la premessa universale,positiva o negativa,si riferisce al termine maggiore,mentre quella relativa al termine minore è negativa e particolare,non ci sarà sillogismo.

 Se A appartiene a tutti i B e B non appartiene a qualche C o non appartiene ad ogni C,non c'è sillogismo.

Qui infatti il medio non appartiene a qualche oggetto,il primo termine può appartenere a tutti come a nessuno.Consideriamo i termini animale/uomo /bianco,e tra gli oggetti bianchi di cui non si predica l'essere uomo,il cigno e la neve. L'essere animale si predica di tutti gli oggetti del primo termine e di nessuno del secondo;di conseguenza non ci sarà sillogismo.

Poniamo ancora che A non appartenga a nessun B e B non appartenga a qualche C;i termini siano inanimato/uomo /bianco e,tra gli oggetti bianchi di cui non si predica l'essere uomo,il cigno e la neve:l'essere inanimato si predica di ogni oggetto del secondo e di nessun oggetto del primo.

 L'espressione"B non appartiene a qualche C"è indefinita,in quanto può essere vera sia nel senso che B non appartiene a tutti i C(perché a qualcuno non appartiene)o nel senso che non appartiene a nessun C;e poiché se i termini sono presi in modo che B non appartenga a nessun C non c'è sillogismo(come ho detto prima),risulta chiaro che anche in questo caso non ci sarà sillogismo;diversamente ci sarebbe anche nel caso precedente. 

La prova è la stessa se la premessa universale è negativa.


Se entrambe le premesse sono particolari,positive o negative,oppure una positiva e una negativa,oppure una definita e una indefinita,oppure entrambe indefinite,non ci sarà comunque sillogismo.

Gli esempi possono essere :


animale/bianco/cavallo oppure animale/bianco/pietra./


Da quanto si è detto risulta chiaro che se il sillogismo di questa figura ha valore particolare,i termini devono  necessariamente disporsi al modo che ho detto;altrimenti non c'è sillogismo.

E' chiaro anche che tutti i sillogismi di questa figura sono perfetti perché hanno compimento in base alle premesse iniziali. 

Tutte le questioni possono essere provate attraverso questa figura,perché cosi' si dimostra l'appartenenza universale e particolare,e l'esclusione universale e particolare.

 Chiamo questa la prima figura.     



  Fine cap IV. 

Ai commenti,nei post successivi!


Il testo greco  di An.Pr.,libro I,cap.IV, 25b-26b    è stato pubblicato nei due post precedenti.






Lemarancio ARISTOTELE testo analitici primi libro primo cap.IV,parte due.

                                      LA  P A R O L A    A D    A R I S T O T E L E

                                    I L   S I L L O G I S M O    D I   I   F I G U R A


IL TESTO GRECO DI QUESTO POST vale anche per tutto il post seguente.

TRADUZIONE ITALIANA E TESTO GRECO DA AN.PRIORA,I,IV,26a 30.


Se invece la premessa universale,positiva o negativa,si riferisce al termine minore,non ci sarà sillogismo,sia che la premessa particolare(o indefinita)sia positiva o negativa.


 Cosi accade se A appartiene o non appartiene a qualche B e B appartiene a tutti i C.


Un esempio dell'appartenenza può essere  bene/stato/sapienza,dell'esclusione bene/stato/ignoranza. 


Se invece B non appartiene a nessun C e A appartiene o non appartiene a qualche o a ogni B,neanche cosi' ci sarà sillogismo. 


Esempi possono essere rispettivamente bianco/cavallo/cigno;bianco/cavallo/corvo.


Lo stesso se la premessa AB è indefinita.  




  Continua, nel post seguente, il cap IV di An.Primi,libro primo(solo nella versione italiana), che tradurrà dalla riga 39,dopo cui inizia il par.26b del testo greco,qui sotto riprodotto(Oud'otan to' men pros.....).

Lemarancio ARISTOTELE testo analitici primi libro primo cap.IV.

Per tutti gli argomenti del blog,digita:lemarancio blog argomenti e supporti(del 26/5/2015).


                                                  L A  P A R O L A   A  D   A R I S T O T E L E.

                                                 I L      S I L L O G I S M O  D I  I   F I G U R A 

  

Analitici Primi,libro I,capitolo IV .

TRADUZIONE ITALIANA E TESTO GRECO DA I,4, 25b




Stabilite queste precisazioni,ora possiamo dire come,quando e con quali mezzi si produca ogni sillogismo.Più tardi tratteremo della dimostrazione.Si deve trattare prima del sillogismo,perché il sillogismo ha un carattere più universale.La dimostrazione è infatti una forma di sillogismo,ma non ogni sillogismo è una dimostrazione.
Quando tre termini stanno tra loro in rapporti tali che l'ultimo è totalmente contenuto nel medio e il medio è totalmente contenuto o escluso nel primo,tra gli estremi si stabilisce necessariamente un sillogismo perfetto.



Chiamo medio ciò che è contenuto in un altro termine e a sua volta contiene un altro termine,e si presenta quindi in una posizione intermedia;chiamo estremi quello che è contenuto in un altro termine e quello in cui un altro termine è contenuto.

 Se A si predica di tutti i B,e B si predica di tutti i C,necessariamente A si predica di tutti i C.



Si è già detto prima cosa significa"essere predicato di tutti". 


Ugualmente se A non si predica di nessun B,e B si predica di tutti i C,A non apparterrà a nessun C.



Se il primo termine si applica ad ogni oggetto del medio e il medio a nessuno dell'ultimo,tra gli estremi non si darà sillogismo perché dal fatto che le cose stiano in questo modo non deriva nessuna conclusione necessaria né universale né particolare in quanto il primo termine si può applicare a ogni o nessun oggetto dell'ultimo,e se non c'è conclusione necessaria tra i termini in questione non può esservi sillogismo. Un esempio dell'appartenenza totale è animale/uomo /cavallo, dell'esclusione 

totale,animale/uomo/pietra.


Quando poi il primo termine non appartiene a nessun oggetto del medio,e il medio a nessun oggetto dell'ultimo,neanche allora ci sarà sillogismo.

Un esempio dell'appartenenza può essere scienza/linea/medicina;dell'esclusione scienza/linea/unità.



Quando i termini sono presi in senso universale,è chiaro che in questa figura talora ci sarà e talora non ci sarà sillogismo;se c'è sillogismo i termini devono essere nelle condizioni che ho detto,e d'altra parte,se lo sono, necessariamente ci sarà sillogismo.



Se un termine è in relazione universale con un altro e questo è in relazione particolare con un terzo,quando la premessa universale,positiva o negativa,è riferita al primo termine e quella particolare positiva è riferita al termine minore,ne deriva necessariamente un sillogismo perfetto;se la premessa universale è riferita al termine minore,o se i termini sono disposti in qualsiasi altro modo,il sillogismo è impossibile(intendo per maggiore l'estremo in cui è contenuto il medio,e per minore quello che è contenuto nel medio). 

  

Poniamo infatti che A appartenga a tutti i B, B a qualche C.  Se " essere predicato di tutti " significa quello che si è detto all'inizio,risulta che A appartiene a qualche C.


Se A non appartiene a nessun B, e B appartiene a qualche C, ne viene necessariamente che A non appartiene a qualche C( abbiamo infatti anche definito cosa significa " non essere predicato di nessuno").


In questo caso risulterà un sillogismo perfetto.


Lo stesso accadrà se la premessa BC,affermativa, sarà indefinita.Il sillogismo è lo stesso,infatti, se la premessa è indefinita o particolare.





domenica 22 febbraio 2015

Anfibolia.

Il lavoro delle bees per creare il lemarancio continua con questi spunti:

1)definizione di anfibolia,tratta da Enciclopedia Universale Garzanti;(ESPOSIZIONE DELL'ARGOMENTO IN QUESTO POST); nei post seguenti:

2)trascrizione del testo in italiano (e testo greco in nota)di Analitici primi,libro primo,capitolo quarto,di Aristotele,per vedere come il filosofo (e non testi di filosofia o enciclopedie),definisce il sillogismo;

3)riassunto ,tratto da Analitici primi della UTET ,del capitolo quarto di Analitici primi,libro primo capitolo quarto,per vedere se è più comprensibile Aristotele o un suo esegeta;


4)introduzione alla trattazione generale del sillogismo,tratta da Analitici primi della UTET.


Dopo questi  punti,vorro' rendere partecipe il lettore dei passi che mi sono piaciuti (lungo una decennale lettura e rilettura e rilettura) di Repubblica(Politeia)di Platone.


Prima di arrivare al punto due,ci saranno post su "La scrittura",su "Centenario della Grande Guerra",su "Per te e per voi",su "Per te".E l'ordine di presentazione di Aristotele e di Platone, sarà invertito.

Quanta pazienza. Chi mi vuol bene mi segua!



                                            

                                  ANFIBOLIA.





In greco il termine"Amphibolia" significa ambiguita'; originariamente l'A. era ambiguità di tipo sintattico,dovuta cioè alla costruzione equivoca di un'espressione o di una frase,tale che il senso ne risultasse oscuro e interpretabile in modi diversi  od opposti: per esempio,l'espressione " la paura dei nemici " può significare sia la paura che si ha dei nemici(cosiddetto genitivo oggettivo),sia la paura che i nemici hanno di noi(genitivo soggettivo);la frase "Lucia disse a Mario di darle il suo gatto" ha un senso diverso a seconda che "suo" sia riferito a Lucia oppure a Mario.


In greco e in latino l'anfibolia caratteristica è quella anche delle frasi all'infinito che hanno soggetto e oggetto entrambi all'accusativo: per esempio "Aio te,Aeacida,Romanos  vincere posse"(Dico che tu, Eacida,vincerai i Romani, oppure
Dico che i romani ti vinceranno,Eacida ),detto enigmaticamente dalla Pizia  a Pirro(Ennio,Annales VI,186).


Aristotele considera l'anfibolia  un paralogismo o fallacia sofistica "in dictione" dipendente dalla difettosa costruzione grammaticale,distinta dall'omonimia o equivocita' lessicale di un termine che può significare due o più cose(Confutazioni,4).


In Kant l'anfibolia designa invece un'ambiguita' di tipo concettuale ed è termine tecnico della Critica della Ragion Pura,introdotto in appendice all'Analitica Trascendentale.
L'anfibolia riguarda i concetti di riflessione,cioè consiste nell'uso equivoco di identita' e differenza,accordo e contrasto,interno ed esterno,materia e forma,quando tali concetti siano riferiti non ai fenomeni,ma all'oggetto puro dell'intelletto(come avviene secondo Kant,nel sistema di Leibnitz,che intellettualizzo' le apparenze a differenza di Locke che aveva sensualizzato tutti quanti i concetti dell'intelletto).


L'anfibolia trascendentale è dunque un "inganno della riflessione trascendentale",dovuto alla "confusione dell'uso empirico dell'intelletto con l'uso trascendentale".




                                 COMUNQUE SIA,



Speriamo ci sia un dialogo tra due persone che parta da ANFIBOLIA alcuna ,

Bees.....

Lemarancio con i suoi post vuole questo.......

Ai  prossimi post....

sabato 21 febbraio 2015

Per te 117 118 119

Vento di calma.

Se è difficile
credere all'amore...
Se è difficile credere
ad un'anima pura...
Se è difficile credere
ad un bosco
immenso
sempreverde
rinfrescante,
che puo' essere tuo...
Vento di tempesta...
Se credi un un amore
vento di calma.




Aria di solitudine.

Un sole che lascia intravedere
il suo cerchio
ancora pieno di rosso
fulgore,
un sole che bacia per l'ultima
volta in quel giorno
il mare,
il mare che traspira bagliori
di sole,
la visione di un tramonto,l'immensa
irradiata bellezza
di quel momento;
la consapevolezza di essere
soli...
la magia di vivere attimi
solo nostri...
l'alitare del vento
sui nostri corpi...
I tuoi capelli intrisi di sabbia.
Due sguardi che scrutano lontano...
Due menti oltremodo
vicine...
E tutti'intorno un mare
di solitudine...



Zaini.

Allo svaporare dell'asfalto,
al luccichio del riverbero marino
al frastuono e al vocio
processionale
di corpi che vanno
a piedi nudi,
noi sostituiremo fra breve
il sudore che appiccica
sotto le tirelle degli zaini,
il terso cielo di montagna,
il passo ritmato di chi sale,
l'animo non più distratto
in mille parti,
sfinito da mille desideri,frastornato
e torturato dal rumore;
ristretto in un solo obbiettivo,
disteso nella pace dell'amicizia,
sereno....
  Luglio 1971........ 

Lemarancio Per te, da 1 a 119,  deve esser letto solo da te,chiunque capiti su queste parole si astenga a meno che non lo autorizzi tu,Rox..... Ne abbiamo passato di tempo...

            25 Agosto 2018.




Per te 113 114 115 116

Sedici luglio.

Tenue filo di luce
che fende nella penombra
dell'animo mio.
Soffusa fiamma
che scalda le mie sensazioni.
Lieve pioggia
che imperla il mio volto
duro
tagliente.
Ti accolgo piano...piano...
Ti accolgo come luce
tenue
come fiamma soffusa,
come pioggia lieve...
Ormai sei me.
,
Rossana.

Sento che tu mi capisci.
Eppure una miriade
di gente amici parenti
uomini donne ragazzi,
chiedono spesso
di capirmi,
quando mi apro
con loro...
Tutti non hanno
un animo semplice
come il tuo...
come il mio...
E cercano di capirmi
e non mi capiscono...
Sento che tu mi capisci.
Caldo di sole.

Ne pereant...
L'arida mens che palpita dentro;sottofondo perenne e acquisito delle innumeri manifestazioni che escono in gesti
parole azioni variamente combinantesi tra di loro.
Il credo vano nei valori gemogliati anch'essi  dall'unica matrice dell'arida mens.
Ogni credo purché buono è buono,ma non è mai assoluto;il credo non è un credo duraturo che regga alla prova e alla spossatezza delle situazioni della vita...
Ogni credo è relativo a quella o a quel determinato coacervo di situazioni.
Per questo la mens,il di dentro di me,è arido.
Per questo la mens deve necessariamente essere arida.
I fuochi fatui dei subiti entusiasmi coinvolgono fugacemente,poi non bruciano,non consumano, proprio perché in essi non c'è fiamma.
Io dunque(e forse l'uomo ma fortemente forse),così come quando sono nudo sono vestito di epidermide,allo stesso modo se mi spoglio dei miei pensieri,delle  mie aspirazioni,di certe palpitazioni psichiche,osservo la mia mens vestita di aridità. Ma l'aridità non è negazione,non è male,non è difetto,allo stesso modo che non è bene,non è ottima, non è virtù...
Io semplicemente e unitariamente preso,sono così.
L'arida mens diventa vivida polla se trovo e mi imbatto in chi,fuori di me,sa scavare in me.
L'arida mens in me diventa sorgente di entusiasmo se incontro un qualche cosa per cui si può' vivere più intensamente e vitalmente che non di solito...
L'incontro di me con qualcuno o qualcosa all'in fuori di me è il nocciolo della vita.
Ma l'arida mens in me è solo arida...e non è dato sempre un incontro...si vive anche solo con l'arida mens.
Poi sei giunta tu...la mens è divenuta fertile d'amore.
Ne pereant fragmenta.



Alla primavera.

Tagliare con le unghie
delle dita
lo stelo gelatinoso
dei narcisi...
Staccare mughetti..-
Avvolgere tutto in un mazzo
legato con un rametto
di ginestra...
Posare all'ombra dei pini...
Sentire l'erba ancora
secca
e il vento ancora pungente
all'ombra...
Pensare che la valle sottostante
si tingera' fra breve
del rosa dei peschi.
Pensare a noi due:
la primavera della vita.




Per te 109 110 111 112

Sapiente intreccio.

Canto dell'acqua
che inumidisce le mie labbra
riarse,
panico dal viso
che legge e stabilisce
la storia del mio cammino,
opaca dolce ombra
che incombe sui miei errori,
saliva che mi plasma;
ritorno a pensare
al lume della candela
che accostasti ai miei occhi
gia' avvolti dal buio.



Mare nel tempo d'estate.

Suscitando clamori
e vaghe idee
dissolte col frangersi delle onde,
rubando al cielo
il colore di una distesa
trapunta di rigurgiti
immensi
di possesso,
svapori,
e non solo all'orizzonte,
i nessi logici delle parole:
ansie dissolte
sulla sabbia
del mare nel tempo d'estate.



Visto per te.

Era la notte.
Sorse attorno
all'oscuro maniero
fecondata dal soffio
del Tempo
l'edera dell'antico.

Lampi di luce
abbagliavano ed informavano
le mura e le torri
ormai rovine...

Vibrava la speranza
di non odiare il sinistro maniero,
finché, nel giorno nuovo,
non scorsi più mura
e più torri,
più rovine del maniero,
più nulla...

Tutti'intorno nebbia
che diradando svelava
prati verdi e intatti,
prati immensi e intatti,
prati calmi e intatti,
anime amanti e intatte:
lusinghe che ci sono date
certezze che ci costruiamo,
volere e non...



Adagio per udire.

Sterpaglia che emette
stridori
sotto i tuoi piedi,
rumori assordanti
del ritmo concitato
del Progresso,
linea spezzata
di una giornata
tutta nel nome della fretta,
riflessi di mille specchi
che ti circondano
irradiati di luci
fragorose.
Frenesia...Frenesia...
Adagio per udire frusciare
il fluire della Vita:
udiamo io e te.



Per te 105 106 107 108

Kai  ego' de moron ton oikomenon
Airo dokimos polupenth' (Aesch.,Persae 546-547).
(E giustamente il luttuoso destino
dei perdenti ammiro ed esalto).

Campione di vittorie ottenute
su eserciti sempre di vinti
sono vinto dal tuo fiore
inerme e indifeso:
chino il capo e bacio
lui felice del sole
che ogni giorno lo assolve.



Kai  afes emin  ta  ofeilemata emon
Os kai  emeis afekamen tois ofeiletais emon,dal "Sermone della montagna",Matteo 5,6,13.

Molti insegnamenti di Gesu' sono alla base della vita.Ma ai giorni nostri chi li professa è un ingenuo o un sorpassato.E allora molti buoni si camuffano da cattivi per essere al passo coi tempi.La verita' è una e al di sopra dei "tempi" e bisogna non seguire i "tempi".



  Porpora nelle tue mani.

Il vincolo del canto della vita
sbocciato tra due anime
che si donano
il dono con una promessa,
ormai lontana,
di un afflato perenne;
andirivieni di passioni
chiasmo di sentimenti:
tutto rassomiglia al rosso
di un'aurora o di un tramonto:
porpora nelle tue mani.



 Angelo perduto tra le molli.....

So di un tempio
puro di religione del timore,
di un vago senso del sincero
continuamente adorno,
cui pendono semplici corone
al di fuori
e mesti timori di fanciullo
di dentro....

Conobbi e visitai
e stetti a contemplare
quel tempio
nel viso
di un angelo, perduto
fra le molli sabbie
del deserto dell'anima mia.




giovedì 19 febbraio 2015

Per te 101 102 103 104

   Vai supplicando un'ora di pace.

Quando l'amore
disperde la tua giovinezza,
quando l'orrore
del male che puoi fare
raggruma il sangue dentro
vai supplicando un'ora di pace.

Quando il peccato
conferma che tu vacilli
in eterno,
quando il rullio
del treno
ricorda l'altalena della noia...
vai supplicando un'ora di pace.

La pace dei sensi:
pace che dura un'ora...
Breve...
Ma la pace dell'amore...




I cani di paglia non sanno difendersi dalle avversita' e non reagiscono alle offese.Subiscono supinamente il loro destino...Talvolta pero',prendono fuoco...      (   Lao Tze).





  Gli occhi del perdono.

Quando la terra,
genitrice inesausta,
porra' nel giro
ineluttabile
delle stagioni
l'ultimo uomo,
esaudirà alla preghiera
di innumeri anime:
sarà venuto il giorno in cui
l'inverno non gelera' piu' i cuori
e l'estate non essicchera' più le menti;
giorno in cui la terra,
non più genitrice inesausta,
sfalderà il suo grembo
e chiudera' i suoi occhi
per sempre...
Chiudera' gli occhi del perdono.



La stanza con i soprammobili di corallo.

Col sole
tardamente calante
all'orizzonte,
fluida effusione di luce
tenue
attraverso i vetri,
sentimmo un calore
piacevole
fiaccare la mente e le membra;
lume calante,
sudore misto a battiti
sempre meno affannati:
aliti di vita
rapiti alla carne del Tempo.




Per te 97 98 99 100

Ritorno,sai,a scrivere dopo molto tempo(durante il quale non ho mai smesso di desiderare di comunicare alla pagina,pensieri ,sensazioni,emozioni)quasi forzando me medesimo.La mia consuetudine di scrittura è sempre la stessa:prendo a scrivere sapendo solo l'inizio.
Ho il timore,ho l'impressione(che può generare sfiducia e voglia di abbandono)di procedere,col mio scrivere,su una strada inutile;di tracciare un sentiero non percorribile;di illudermi di tracciare.
Eppure mi conforta la certezza di non aver mai scritto cose non sentite;di aver scritto pagine della mia vita;o della vita come a me sembrava.



            Vento.

Al soffio che avvolge
del vento che intenso si adagia
sull'erba alta
e chiaramente dipinta di verde,
sotto il nostro sguardo;

Alla vista del grigio letto
di un torrente
che in lontananza
lascia districar le sue acque
in mezzo alla pietraia;

All'udire un canto
di un usignolo
non intimidito dalla nostra presenza
e sicuro e melodioso
nel suo regno tra gli alberi;
l'intensita' del tuo sguardo
addolcì la carezza
fuggevole del Tempo.


           Il vero giorno.

Coronando l'incontro
delle infinite possibilità
dell'essere,
armonia di creato,
esso stesso cosciente
delle innumeri possibilita',
l'uomo  abito' il mondo,
privo sino allora
di riflessione...
fu quello il primo giorno?

Fu progresso e fu tempo
passato;
ma quella creatura
mai non lascio' per un attimo
di sentirsi cosciente e...
concepì la sua miseria.
Fu ancora tempo
passato e fu Amore:
e la creatura assurse a
nuova vita,
maturando al fuoco
dell'amore
la coscienza di un bene
a lei desiderato da altri
che non lei...
Fu quello il giorno primo!



Ou men gar ti pou estin  oizuroteron andros
panton ossa te gaian epi pneiei te kai erpei.( Il. XVII 446.  447).
Nulla è più miserevole dell'uomo
Tra tutti gli esseri quanti sulla terra vivono e strisciano.


Ouden akidnoteron gaia trefei antropoio
Panton ossa te gaian epi pneiei te kai erpei( Od.XVIII,130 -131).
Nulla la terra nutre di più miserevole dell'uomo

Tra tutti gli esseri quanti vivono e strisciano sulla terra.





mercoledì 18 febbraio 2015

Per te 93 94 95 96

Pensando all'ardore del tuo voler essere madre(e so e sento e sono convinto con tutto me stesso della sublimità del tuo sentimento e della tenerezza che tu apporrai nella sua realizzazione),mi viene spontaneo pensare che in te alberghino,ora,due cuori:uno tuo ancora di bimba,l'altro pronto per un bimbo,e tu,con l'amore che ti distingue,sei impaziente di trasfonderlo in un altro te stesso.Consolati e fermati ancora per poco;la mia fede mi dice che l'aurora di quel giorno,se pur non ancora visibile totalmente,sta per spuntare... 

 S.Giorgio a Cremano 12 agosto 1973.




 Gocce di rugiada militare.

Lungo un'estate immane,
attendere ogni sera,
al tramonto,
le prime gocce
di rugiada
che portano l'autunno:
desiderio di tempo
che deve trascorrere
veloce...



                    Polline.


Ho scoperto un angolo di caserma magnifico:un giardino appartato con moltissimi fiori comuni.
Gli alberi,non molto alti(pianticelle anch'esse comuni) sono fitti e alcuni ricoprono del loro polline giallo e intenso(vera pioggia) i tavoli di ferro e le panchine.
Cio' che stona in tutto questo è che si deve godere il fresco di tutto il verde all'intorno, sempre con la paura di essere cacciato.
Qui persino il canto delle cicale(a periodi vero frastuono)giunge gradito,gradito è l'osservare la lentezza di una vecchia tartaruga,compunta e discreta ospite del giardino.
Tutto puo' far sembrare di esser fuori dalla vita minore:finché qualcuno(insensibile senza motivo)non ti farà alzare.
Ti amo per sempre,son riuscito a scrivere tutto senza essere mandato via.

  C.Vecchia 16 luglio 1973.




    Teorie.


Leggevo poc'anzi di teorie, basate su rilievi economici ,che spiegavano lo sgretolamento,nel XVI secolo,dell'apparato aristocratico e teocratico del papato.
Se questa mia attuale vita aberrante,cui come me milioni di giovani sono stati sottoposti,grava,contro ogni logica economica,per miliardi e miliardi,sul contribuente,io mi chiedo: quale sara'il germe che corrodera' questo decrepito,e pur mastodontico,edificio burocratico che partorisce torme immense di frustrati,bolge da inferno,boriosi e complessati ritornelli di vanagloria? 

Nella speranza di prossima individuazione(per il bene dei nostri figli)ti amo.





martedì 17 febbraio 2015

Per te 89 90 91 92

Pessimismo e ottimismo.

So che tu,mia unica lettrice,non mi accuserai mai di continuo immelanconimento pessimistico:hai appreso durante il nostro meraviglioso volo a due che purtroppo(ma non tanto purtroppo) il pessimismo e l'ottimismo non esistono:essi sono solo i nomi di due lenti colorate,che, se usate ,offuscano la realta';e nella realta' è compresa e la nostra fulgida storia e le mie parole e la tua pittura.




Per quale motivo Socrate dal carcere parlava così pianamente  e discettava più convinto che mai,con Fedone, sulla giustizia e sulla iniquità di disobbedire alle leggi stabilite?A chi mai voleva rivolgersi il grande maestro? A pochi?
A chi degli uomini,quattro secoli dopo,il morto sulla croce sacrificò se stesso? A pochi.E se l'insegnamento di sì grandi maestri fu accolto da molti,ma interpretato e calato nella vita da pochi,a che il sacrificio? Forse la condizione umana è una costante di inettitudine iniqua che,solo per brevi attimi,accoglie gli slanci sublimi di maestri di popoli...




L'uomo  non ha la capacita' di conoscere la verità' assoluta e perciò non può permettersi di punire...
Di chi è?

Porta accanto al tuo esistere un mondo fatto di attese che,quanto più lunghe,snervanti e salde,tanto più grandi gioie partoriranno....domani.
Di chi è?




   Silenzio.


Ritrarre
nel vortice
di un vento caldo,
sabbioso,
quando d'un subito
tutto si rabbuia,
un volto amato
che lontano
viene alla mente...
Ora di quiete
all'intorno...
Ora di meditar
cose nostre...
Attimo di eternita'
passionale,
piangente;
suprema vicenda dell'umano esistere
ai piedi di un grande amore.




lunedì 16 febbraio 2015

Per te 85 86 87 88

 "L'amore in un paese di atei obbligherebbe ad adorare la Divinità..."  (Conte di Rochester ,citato da Voltaire, in "Dictionaire Philosophique".)


           Vidi e stupii
            nell'animo
            come pensiero
             di te
             non potesse che
              portarmi
                al pensiero
                dell'amore...
                Angelo della mia eterna
                 giovinezza.


"I piaceri del gran mondo non son fatti per le donne felici.... "  (Henry Beyle, L'amour,I,LV).



Argomento unico.

E mi parve cosa buona scrivere di te.Eppure più scrivevo di te ,più avrei voluto scrivere.Continuai così, seguendo un filone inesauribile.A volte rivolgendomi ad esaminare il cammino percorso lungo fogli e fogli della mia scrittura,mi sorge però il dubbio che un tal procedere a senso unico non sia che una deformazione del mio spirito,non sia che un non possesso di lungimiranza,non sia che un gioco(se pur bello e per me sublime) che finirà senza menoma traccia di sé. Eppure ogni volta vado al di là del mio dubbio,supero questa  impasse psicologica,so che le parole che riverso sulle pagine bianche,anche se parlano solo di te,nondimeno sono rivolte pure a te,tu le recepisci e le comprendi:e allora(mi dico)non sono sterile gioco;sono frutti fecondati dalla tua lettura.



       Per il tuo compleanno,Settembre.

Vigore dell'estate
che langue...
Amore mai finito,
senza stagioni;
mai tenue,flebile
e mai per contro
troppo vigoroso,
mai altalenante...
Sempre...amore;
mio e tuo
nel dolce natale di settembre.        

 S.Giorgio a Cremano,24  sett.  1973.





Per te 81 82 83 84

Un segreto:credevo di essere conservatore sotto tutti i punti di vista:ossia provavo un senso di riverito timore ogniqualvolta si poteva dare il caso di mettere in discussione istituzioni e schemi tradizionali.
Ma ora a contatto della meschinita' più ingiusta,la chiesa militante e lo stato di diritto mi appaiono soffocatori di liberta'.
La mia pero' non è rivalsa verso l'ingiustizia(e qui sta il segreto che ti confido),ma solo odio incontrollato contro l'ingiusta ignoranza. Se tali parole non ti sono chiare cerca di interpretarle e rischiararle con la luce radente di questa "vita minore".       

     C.Vecchia, 15 sett 1973.



        Rosso sangue.


I vincoli di sangue:
rifiutai sempre di
voler comprendere,
nel fanatismo
della mia adulazione
egocentrica,
anche il vincolo
che ci lega
al padre nostro
e
alla madre...
Uomo con cervello,
ma irrimediabilmente
senza cuore,
scopersi in te
il rosso del sangue,
carne della mia carne.



           
Appassiranno i frutti di tutte le stagioni a venire,inaridiranno le fonti della poesia(tanto non serve piu').Ultima nostra Dea. Muoia. E sia pure cosi'...Nessun timore...Rimarrà in eterno quel tempo segnato dal nostro amore.



   Ancora.

Ancora,
appesi al filo del ricordo,
riandiamo a sensazioni
e carezze
intense e continuamente
insaziate...
Il monte
emblema
della solitudine
del nostro amore,
si illumina
alla faccia della Luna...
Ancora..





Per te 77 78 79 80

Senza scomodare  lettere come quella al Vettori,anch'io vorrei raccontarti cosa faccio durante un giorno di questa vita minore.

La mattina,dopo la sveglia animalesca,la preoccupazione prima è quella di arrivare in fretta al refettorio,scodella e cucchiaio alla mano,barboni sbrancati.Nonostante la sollecitudine,quasi sempre bisogna fare la fila.E li' ,aspettando quel che comunemente si chiama caffelatte,si trova modo di inveire contro tutto e tutti o di litigare tra vicini,sigaretta in bocca e parole triviali o bestemmie sulla lingua.
Tocca poi di fare l'alzabandiera,schierati in lunghe file in un cortile allietato spesso da consolanti raffiche di vento o da un sole scarnificante.Portata a termine questa che possiamo considerare la prima fatica della giornata,ci rechiamo di solito in "aula",quattro vecchie mura,con tavoli polverosi e scartoffie inutili e antiche. Li' generalmente trascorre la mattina senza fare niente,preoccupandosi solo di stare ben imboscati. Se capita un giornale è festa,poi se è sportivo...
Di straforo,per conto mio,sto traducendo un testo latino,il Sommnium di Scipione.
Ma ti dico che pur in questo marasma che è la vita militare,ho anch'io la mia suprema ragione di vita che mi proibisce di vegetere e mi conforta ogniqualvolta il pensiero di te mi assale.
Infatti sapere che il mio animo e tutto il me stesso che rifiuta questa vita,palpita all'unisono con l'animo tuo e con tutta la tua nobilta',mi fa riconoscere sempre,oltrecche' vivo,ancora uomo e mai soldato.
All'ora del rancio meridiano,si ripete puntualmente quel che avviene la mattina ed anche la sera,all'ora di cena.
Il pomeriggio è introdotto da un altro raduno sul cortile della caserma,schierati sempre per file e librati ancora nel vento o arrostiti.
Si aspetta di sapere il destino delle prossime ore,che poi  quasi sempre trascorreranno nascosti tra quattro mura a non fare niente.
Della branda in cui dormo la notte penso di averti gia' detto...risparmio cosi' altre noiosita'.
Il ritmo di questa vita minore è spezzato ogni tanto da quei divertimenti che sono i servizi di guardia armata notturna...Vere inutili sevizie...
Viva dio ho te e la speranza di una unione totale con te in futuro,che,di giorno in giorno,si fa sempre più prossimo.
9| 11| 73.



Grande impresa è creare un'esistenza degna di essere vissuta,per la quale valga ogni sacrificio;tutti tendono a questo anche chi non lo dice.
Noi invece a tutto cio' abbiamo rinunciato. Ci siamo messi a dare inizio ad una impresa immane,ma non per questo irrealizzabile:vogliamo una vita degna di ogni sacrificio,ma non per ciascuno di noi due singolarmente preso,ma per tutti e due allo stesso tempo: sicché (e qui sta l'unicum) ogni palpito dell'anima dell'uno sia il medesimo palpito dell'anima dell'altra;e questa nuova vita che vede l'abbinamento delle nostre due anime,mi piace sempre di piu':segno che l'immensa difficoltà della sua messa in atto viene agevolata grandemente,anzi esclusivamente,dal nostro amore.



       Ricordi.
Una parte del nostro godimento sta anche nel ricordo.Spesso ci capita di compiacerci a lungo dei ricordi a due di ore passate.
Questi ricordi oltre che donarci pace e godimento nei brevi attimi in cui li facciamo rivivere,rimangono ben saldi e scolpiti nella pietra del nostro monumento d'amore;sicché ogni volta che ci amiamo essi rinascono e contribuiscono ad intensificare,sempre più di volta in volta,il mio ed il tuo amore.
Senza i ricordi godremmo meno;sia perché ci priveremmo di rievocazioni nostre;sia perché i nostri gesti non sarebbero carichi,ogni volta che li compiamo,di situazioni di vita vissuta e creata da noi due...prima.



Scrivo perche' tu mi hai ricordato che devo riprendere a registrare le note e i moti segreti,e le passioni,e i pensamenti e i fili esili e pur resistenti della mia esistenza;devo riprendere a registrare soprattutto cio' che il tuo amore produce in me.
Scrivo per amor tuo ma in specie e quasi esclusivamente dell'amore.




domenica 15 febbraio 2015

Per te 73 74 75 76

L'albero di Natale.

Lieve e premeditato
si è adagiato
l'ultimo fiocco di neve
finta,
sul ginepro che mani sapienti,
le nostre mani,
hanno addobbato di luci
e strisce brillanti...
L'albero di Natale è pronto...
E tutto sa di usanza:
istintivamente la tua mano
guida il mio sguardo alla cima dell'albero:
un ragno disegna lassù la sua tela:
ornato omaggio alla santita' della festa.
"Quella tela naturale non la toglieremo"e
ci accorgemmo che quell'albero
non era piu' finto.



In questo quadretto naif sta tutta la mia semplice e complicata realtà. I simboli con cui la evidenzio sono l'albero dell'amore in generale e la tela del ragno.Il nostro amore sarebbe stato come tanti altri,se non ci avessimo intessuto la nostra tela:la nostra ragnatela di sincerità e verità che ci tiene uniti e nello stesso tempo ci lascia liberi di inverare la nostra personalita',i nostri istinti,le nostre passioni,la nostra intelligenza. Quell'albero è bello solo per noi due. Il nostro amore è amore perché lo conosciamo solo noi due.



Ad adoratori,ad idolatri,a veneratori della famiglia,quali noi siamo,si prospetta,adorata P, di passare un Natale lontani e separati dal calore di casa nostra;pregando Iddio affinché questo sia l'ultimo Natale separato da te,non dimentichero' mai quanto valgano il tepore e la comprensione che mi dai quando ti sto accanto.Buon Natale.



Sto apprendendo le regole rigide che la vita scelta da me mi impone:se non voglio assolutamente "appoggiarmi"
a nessuno(senza per intenderci farmi "raccomandare"),devo sempre registrare facili ed effimeri successi altrui.
Ho la sicurezza però di dover assistere,alla fine,ad un mio successo,che sarà vero e duraturo.
Voglio resistere in questa pervicace presa di posizione morale,per poter avere la libertà e l'autorità di educare i miei figli con l'esempio.Così fece mio padre,così fai tu amore mio.



In tutte le manifestazioni umane,intese in senso ampio,in tutte le azioni consapevoli e non dell'uomo ,l'aspirazione suprema e il limite,al tempo stesso,di ogni essere non esclusivamente animale,fu il lasciare durevole e perenne ricordo di sé, oltre che tra i suoi contemporanei,anche tra quelli che verranno.
Ebbene,poiché come dice l'Africano nel Somnium,l'uomo  non ha mai visto realizzato appieno questo desiderio,ogni essere vivente sentira' questa aspirazione irrealizzabile.
Io che da te ho avuto vita(nuova vita),non porterò più lungo la mia esistenza,l'angoscia stimolante di non aver perenne memoria di me:tu e la tua anima avrete vita eterna ed io sono,per l'eternità, nella tua anima;il ricordo di me  sarà ,così ,perenne in un altro essere che è all'in fuori di me.
La felicita' che mi hai partorito la possa io generare,se non l'ho ancora generata,per te.



P. S.
A proposito, traducendo il Somnium,mi sono accorto quanto Cicerone abbia influito sulla Commedia.(Almeno nella struttura esteriore.)





Per te 69 70 71 72

Certe volte,stando lontano da te,mi sento come un bambino che,trovandosi in difficoltà,sente il bisogno della madre,sicche',se nascendo fu reciso il cordone ombelicale,e' come se ora quel cordone ombelicale mi fosse stato nuovamente ricucito:ma l'altro capo e' fissato a te,e molte volte sento tirarmi,sento un flusso irresistibile verso di te,sento chiamarmi a te,sento che,se lontano,l'unico rimedio per estinguere questo desiderio viscerale ,sia la tua vicinanza.
Oltretutto se ti sto vicino sento crescere in me la sicurezza,il coraggio,l'ottimismo,il sorriso...e tu sai quanto poco io sia portato al sorriso,quanto poco all'ottimismo.Forse sono ancora un pessimista convinto,qual ero prima,salvo quando sono con te.



Il mistero del nulla eterno e' disciolto dalla chiarezza del nostro amore. La tara della noia definitiva e' sradicata dall'infinita varieta' del nostro amore. L'assalto dell'invidia,male inestinguibile,e' respinto dal caposaldo del nostro amore. La fede infinita e assoluta esiste perche' esiste il nostro amore. L'interezza di ogni attimo di vita e' tale perche'il nostro amore sempre vivifica. L'armonia di ogni atto e' concertata dal ritmo sublime della nostra passione. L'ira e' placata,l'odio e' lontano,il male c'era finche' non ci unimmo,la desolazione e il deprimersi in un tutt'uno di uomo e natura mutarono,col nostro amore,in canti di gioia all'unisono con chi e con cosa ci circondava.



                  In nome.

Nella brina che svapora
bianco lattiginoso
al di sopra dell'erba,
raggi al sole del mattino
scaldano un paesaggio d'inverno.
Se il vago sapore di sole
fresco all'orizzonte
richiama l'immagine
del risveglio a nuove fatiche,
ti vedo iniziare la giornata
innanzi a quella scuola
di monache;
e il giorno trascorre qui
nella mia prigione
iniziato nel tuo nome,
in nome del cantico
che immancabile sciolgo per te.



               Canto di mezzanotte.

E il vento gelido
di quella mezzanotte
accolse in se'
un canto intonato,
portandolo lontano...
Tanti intonarono
canti
quella mezzanotte,
ma il canto che il vento
porto' via
fu solo il nostro canto...



sabato 14 febbraio 2015

Per te 65 66 67 68

La vita che sorge.

Richiami di lontane sofferenze
e vicine,
eco lattiginosa di lacrime
che impoltigliano il tuo viso...
Sussurri miei alla ricerca
vana
della calma che puo' dare
un nugolo inesaurito  di parole...
E vivere in una attesa che ci
vedeva pronti...e non...
Quel vento carico di tristi presagi
e di speranze inconfessate
si è dissolto in tiepida brezza,
ma l'eterno ritorno,
l'altalena continua di vento e brezza,
potranno coglierci ora consapevoli
delle leggi della vita.


Sole.

Il cuore del Sole
vige e si paragona
al nostro amore,
così piccolo
perché  estremamente e infinitamente
compresso...
Capace di fissioni e fusioni
di tutte le cose della vita.



Stagioni.

Richiamo del vento disordinato
di primavere andate e venienti,
luce di Sole che si estende
giorno per giorno
sempre più sulle nostre passioni,
polline sparso ovunque
nell'aria
e misto a polvere che fa lacrimare
i tuoi occhi mentre vai per la tua strada.
I tuoi capelli lunghi come quelli
di una Maddalena
ti ricordano come sia
soddisfacente,soli,
dire sì al tuo amante...

Vivi nel mio ricordo e nel
ricordo del vento carico di polline...

D'estate poi i frutti maturano...



Rifles
Ma la realtà che ci circonda ,poi ,in definitiva,cos'è? Sembra che tanto ci opprima,ci pesi, ci coinvolga nel suo angoscioso mare di confusione e insicurezza...Sembra che le brutture giornaliere,espressione costante della nostra società scandalo,ci invitino a prender coscienza,uomini civili se noi siamo,che il male e l'ingiustizia vadano eliminati.  Ma in nome di cosa?
-Del benessere comune-rispondono i mille e mille censori parolai  dei pubblici costumi.
Ma calcolando,in primo luogo, che nessuno saprebbe dire o dimostrare quando ci sia vera giustizia o ingiustizia,e stabilito che solo il mio benessere è il tuo benessere,allora dico:"Perché tanto impegnarsi al di fuori per la giustizia e il benessere,se prima non indaghiamo giustizia e benessere che devono essere all'interno di noi due?"
Quest'ultima indagine non è altro che il darci amore e manifestarcelo e vederlo sviluppare di ora in ora;e dirò di più: una indagine simile dura tutta la vita...
Per questo io scriverò sempre e soltanto per stimolo del tuo amore...
Quando io non avessi più te,mi disseccherei come i torrenti fanno d'estate,che mostrano il loro greto fatto di pietraie e di melma,verde miseria per mosche e insetti fastidiosi.