giovedì 29 ottobre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 95.cap.XXVIII.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO VENTOTTESIMO, LETTO E CAPITO?



UTILE,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:
1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO...BASTA POCO! E...SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE...






Per ogni brano del capitolo XXVIII de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio  panni in Arno 3.



Cap.XXVIII,r.93.

                         A questi effetti generali s'aggiunga quattro disgraziati,impiccati come capi del tumulto: due davanti al forno delle grucce,due in cima della strada dov'era la casa del vicario di provvisione.



Cap.XXVIII,r.105.

                       Troviamo bensì nelle relazioni di più d'uno storico(inclinati,com'erano,più a descrivere grand'avvenimenti,che a notarne le cagioni e il progresso) il ritratto del paese,e della città principalmente,nell'inverno avanzato e nella primavera,quando la cagion del male,la sproporzione cioè tra i viveri e il bisogno,non distrutta,anzi accresciuta da' rimedi che ne sospesero temporaneamente gli effetti,e neppure da un'introduzione sufficiente di granaglie estere,alla quale ostavano l'insufficienza de' mezzi pubblici e privati,la penuria de' paesi circonvicini,la scarsezza, la lentezza e i vincoli del commercio,e le leggi stesse tendenti a produrre e mantenere il prezzo basso,quando,dico,la cagion vera della CARESTIA,o per dir meglio,la carestia stessa operava senza ritegno,e con tutta la sua forza.  [ 1628-29:Carestia non Peste,che scoppierà nel 1630,tra qualche capitolo...non si faccia confusione tra l'una e l'altra.]



Cap.XXVIII,r.117.

                        A ogni passo,botteghe chiuse; le fabbriche in gran parte deserte;le strade,un indicibile spettacolo,un corso incessante di miserie,un soggiorno perpetuo di patimenti.




Cap.XXVIII,r.122.

                       Garzoni e giovani licenziati da padroni di bottega,che,scemato o mancato affatto il guadagno giornaliero,vivevano stentatamente degli avanzi e del capitale;....



Cap.XXVIII,r.136.

                     E a tutti questi diversi indigenti s'aggiunga un numero d'altri,avvezzi in parte a vivere del guadagno di essi: bambini,donne,vecchi,raggruppati co' loro antichi sostenitori,o dispersi in altre parti all'accatto.



Cap.XXVIII,r.140.

                  C'eran pure,e si distinguevano ai ciuffi arruffati,ai cenci sfarzosi[OSSIMORO],o anche a un certo non so che nel portamento e nel gesto,a quel marchio che le consuetudini stampano su' visi,tanto più rilevato e chiaro,quanto più sono strane, molti di quella genia de' bravi che,perduto,per la condizione comune,quel loro pane scellerato, ne andavan chiedendo per carità.



Cap.XXVIII,r.151.

                        Ma forse il più brutto e insieme il più compassionevole spettacolo erano i contadini,scompagnati,a coppie,a famiglie intere;mariti,mogli,con bambini in collo,o attaccati dietro le spalle,con ragazzi per la mano,con vecchi dietro.



Cap.XXVIII,r.180.

                       Qua e là per le strade,rasente ai muri delle case,qualche po' di paglia pesta, trita e mista d'immondo ciarpume.



Cap.XXVIII,r.196.

                 Ogni mattina,le tre coppie si mettevano in istrada da diverse parti,s'avvicinavano a quelli che vedevano abbandonati per terra,e davano a ciascheduno secondo il bisogno.



Cap.XXVIII,r.223.

               Aveva fatte gran compere di granaglie,e speditane una buona parte ai luoghi della diocesi,che n'eran più scarsi;ed essendo il soccorso troppo inferiore al bisogno,mandò anche del sale,"con cui", dice,raccontando la cosa,il Ripamonti,"l'erbe del prato e le cortecce degli alberi si convertono in cibo"(Historiae  Patriae,Decadis V..)



Cap.XXVIII,r.230.

                           nel palazzo arcivescovile,come attesta uno scrittore contemporaneo,il medico Alessandro Tadino,in un suo 'Ragguaglio' che avremo spesso occasion di citare andando avanti, si distribuivano ogni mattina due mila scodelle di minestra di riso.(Ragguaglio dell'origine et giornali successi della gran peste contagiosa venefica et malefica seguita nella città di Milano etc. Milano,1648,pag.10.)



Cap.XXVIII,r.258.

                         E' cosa notabile che,in un tanto eccesso di stenti,in una tanta varietà di querele,non si vedesse mai un tentativo,non iscappasse mai un grido di sommossa....



Cap.XXVIII,r.263.

                       Né si può pensare che l'esempio de' quattro disgraziati che n'avevan portata la pena per tutti,fosse quello che ora li tenesse tutti a freno: qual forza poteva avere,non la presenza,ma la memoria de' supplizi sugli animi d'una moltitudine vagabonda e riunita,che si vedeva come condannata a un lento supplizio,che già lo pativa? Ma noi uomini siam in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani,e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi;sopportiamo,non rassegnati ma stupidi,il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile.( Chissà come sarà d'accordo Tucidide che descriveva in Storie,l.III,82 e 83, l'ANTROPINON,cioè la natura sempre uguale degli uomini.)



Cap.XXVIII,r.272.

                    Il voto che la MORTALITÀ faceva ogni giorno in quella deplorabile moltitudine,veniva ogni giorno più che riempito;era un concorso continuo,prima da' paesi circonvicini....



Ciao Ambra,abbiamo fatto entrare Tucidide anche ne I Promessi Sposi,fra qualche tempo,gli dedicheremo vari post...Poteva essere diversamente?



CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO XXVIII,LUNGHISSIMO E DI NON FACILE COMPRENSIONE.

QUANTI LO HANNO LETTO?





                            

9 commenti:

  1. R. 93, giustizia sommaria aggiunta a una politica economico-sociale da dementi...Siamo nel Seicento,ma sembra che gli stati funzionino ancora così... Tucidide to anthropinon insegna.

    RispondiElimina
  2. R.105,Manzoni storico,attraverso le sue fonti e attraverso anche la critica di esse,narra le vicende della carestia in Milano dall'autunno del 28 alla primaveta del 29.

    RispondiElimina
  3. R.117,r.122,r.136,r.140,r.151, effetti della carestia sulla vita sociale in Milano: affollamento,povertà,niente igiene, si sta preparando...

    RispondiElimina
  4. R.180,r.196,il contagio con forme di tifo o problemi legati a malnutrizione e a niente igiene.

    RispondiElimina
  5. R.223,r.230, l'unico che fa qualcosa,in assenza dello Stato,è il cardinal Federigo.

    RispondiElimina
  6. R.268,r.283,nessuna traccia di rivolta popolare,come pochi mesi prima...Eppure c'erano malessere generale,morte,fame sofferenze ,niente speranza.Manzoni spiega il perché di questo fatalismo passivo.Val la pena di leggerlo e ricordarlo.

    RispondiElimina
  7. Il contagio da malattie gastroenteriche provoca inevitabilmente morte. I morti venivano rimpiazzati sempre da nuovi immigrati...un circolo perverso,nella Milano della primavera del 1929. Ciao a domani.

    RispondiElimina
  8. Appunti di fisica identici a quelli di lemarancio 93.
    Vai,Vaio!

    RispondiElimina
  9. Fronte coronavirus di oggi 11 aprile 2021,abbiamo festeggiato il quarantaquattresimo anniversario di matrimonio,

    RispondiElimina