giovedì 22 ottobre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 83.cap.XXV.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO VENTICINQUESIMO,LETTO E CAPITO?



UTILE ,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:

1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO,BASTA POCO....E...SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE....







Per ogni brano del capitolo XXV de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



PREMESSA.
Fino alla riga 244,l'azione si svolge in luoghi diversi(paese del sarto e paese di Lucia) e nello stesso tempo.Manzoni quindi ,nella narrazione,deve andare "avanti e indietro nel tempo cronologico", finché tutto
si ricongiungerà, all'arrivo di Lucia(temporaneo)al suo paese,dove era in visita pastorale Federigo Borromeo.



Cap.XXV,r.6.

                  Non già che prima d'allora non si parlasse de' fatti suoi;ma eran discorsi rotti,segreti:bisognava che due
si conoscessero bene bene tra di loro,per aprirsi sur un tale argomento.E anche,non ci mettevano tutto il sentimento di che sarebbero stati capaci:perché gli uomini,generalmente parlando,quando l'indegnazione non si possa sfogare senza grave pericolo,non solo dimostran meno,o tengono affatto in sé quella che sentono,ma ne senton meno in effetto. [ Vedere nota 9-12 del capitolo XXV,dell'edizione a cura di N.Sapegno e G.Viti,per capire a fondo il senso di queste parole.]



Cap.XXV,r.21.

                    .....e su tutto la dicevan come la sentivano,incoraggiti  ognuno dal trovarsi d'accordo con tutti.



Cap.XXV,r.55.

                        All'entrata del paese,proprio accanto alla casetta delle nostre due donne,c'era un arco trionfale,costrutto di stili per il ritto,e di pali per il traverso,rivestito di paglia e di borracina,e ornato di rami verdi di pugnitopo e d'agrifoglio,distinti di bacche scarlatte;....



Cap.XXV,r.62.

                      Verso le ventidue,ch'era l'ora in cui s'aspettava il cardinale...



Cap.XXV,r.76.

                     ...si voltò indispettito;e seguitando a borbottare:"è una babilonia,è una babilonia",entrò in chiesa,intanto ch'era vota,e stette lì ad aspettare.



Cap.XXV,r.111.

                     E diede subito ordine che,il giorno dopo,si spedisse di buon'ora la lettiga,con una scorta,a prender le due donne.



Cap.XXV,r.156.

                   Il sarto poi dava loro un po' di svago con delle storie,e con de' discorsi morali:e,a desinare soprattutto,aveva sempre qualche bella cosa da raccontare,di Bovo d'Antona o de' Padri del deserto.



Cap.XXV,r.159.

                  Poco distante da quel paesetto,villeggiava una coppia d'alto affare; don Ferrante e donna Prassede:il casato ,al solito, nella penna dell'anonimo.



Cap.XXV,r.168.

                Tra le poche,ce n'era per disgrazia molte delle storte; e non eran quelle che le fossero men care.[LITOTE].



Cap.XXV,r.179.

                  ...le venne la curiosità di vederla; e mandò una carrozza,con un vecchio bracciere ,a prender la madre e la figlia.



Cap.XXV,r.197.

                   E per venire alle corte,donna Prassede, sentendo che il cardinale s'era incaricato di trovare a Lucia un ricovero,punta dal desiderio di secondare e di prevenire a un tratto quella buona intenzione,s'esibì di prender la giovine in casa,dove, senz'esser addetta ad alcun servizio particolare,potrebbe,a piacer suo,aiutar l'altre donne ne' loro lavori.E soggiunse che penserebbe lei a darne parte a monsignore.



Cap.XXV,r.206.

                   Perché, fin da quando aveva sentito la prima volta parlar di Lucia,s'era subito persuasa che una giovine la quale aveva potuto promettersi a un poco di buono,a un sedizioso,a uno scampaforca insomma,qualche magagna,qualche pecca nascosta la doveva avere.



Cap.XXV,r.212.

                       Quella testina bassa,col mento inchiodato sulla fontanella della gola,quel non rispondere,o risponder secco secco,come per forza,potevano indicare verecondia; ma denotavano sicuramente molta caparbietà...



Cap.XXV,r.229.

                      ...per cui,alla peggio de' peggi, si ravvicinerebbero e potrebbero trovarsi insieme alla prossima villeggiatura.



Cap.XXV,r.241.

                  Prassede copiò diligentissimamente,e spedì la lettera a casa del sarto.Questo fu due o tre giorni prima che il cardinale mandasse la lettiga per ricondur le donne al loro paese.Arrivate smontarono alla casa parrocchiale,dove si trovava il cardinale.



CONTINUA CON BRANI DEL CAPITOLO XXV.







13 commenti:

  1. R.6, per me il dramma degli uomini di fronte all'ingiustizia è che sentono meno sdegno per essa,quando lo sdegno,a manifestarlo,si corrono pericoli.(Scusa l'ANACOLUTO). Questo per me è un passo in cui Manzoni insegna una tragica e mai detta verità, anche se le cose stanno proprio come dice lui.

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    1. E infatti a r.21, tutti provano sdegno e dicono quel che pensano sull'ingiustizia,perché non si corre pericolo a esternare i propri pensieri e sentimenti.

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  2. R.55,arco di trionfo campagnolo: modesto e quasi spoglio,sì certo... Ma a descriverlo non son tutti buoni...anzi. Le bacche scarlatte, che tocco da gran pittore. R.62, nel seicento a che ora nostra i campanili davano i ventidue tocchi? Alle sedici?.

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  3. R.76,Abbondio è indispettito durante la disordinata attesa del cardinale,abbandona la folla festante e si rifugia nella chiesa ancora deserta...è proprio un uomo ritratto dal vero e mai idealizzato.

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  4. R.111 Borromeo ordina di andare a prendere Lucia e Agnese che erano al paese del sarto,per portarle momentaneamente al loro paese durante la visita pastorale. Da r.156 il tempo "torna" indietro per narrare al lettore le vicende di Lucia e Agnese,al paese del sarto,dopo la liberazione di Lucia stessa,tenuta lì per timore di ritorsioni o vendette da parte di don Rodrigo,che nel frattempo se n'era andato a Milano,avendo saputo della visita di Borromeo in quei luoghi.

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  5. R.156,ora il sarto poteva sfoggiare la sua cultura,e lo faceva abbondantemente,non come davanti al cardinale quando era riuscito a dire solo:"Si figuri.."

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  6. R.159, l'omertà dell'anonimo di fronte a fatti che riguardavano i potenti,che gioco di specchi,tra finti manoscritti,finti autori e finte reticenze che fanno capire come il romanzo fu scritto in un tempo in cui in Milano vigeva la censura. Ma anche qui gioco di specchi,non si poteva dire che nell'ottocento ci fosse censura,ma che ci fosse nel seicento era permesso e l'ufficio censorio di Milano dava il suo via libera alla pubblicazione del romanzo manzoniano,via via che veniva presentato alle sue grinfie.

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    1. In lemarancio panni in arno 2, si cita il R.I. ufficio di censura,che tra il 23 e il 25,doveva dare il via libera alla pubblicazione dei tomi del romanzo,via via che Manzoni li presentava ai censori.

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  7. R.168,r.179,r.197, ecco uno dei personaggi che più mi attirano ne "I Promessi Sposi", donna Prassede ,che,assieme a don Abbondio,non ha il privilegio di una benché minima idealizzazione. Personaggio "copiato" fedelmente dalla realtà di ogni giorno,di ogni tempo.

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    1. R.206 e r.212 sono capolavori di studio psicologico del personaggio,anzi della persona donna Prassede. Il pregiudizio è il motore di questa simpatica "faccio e aggiusto tutto io".

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  8. R.229, Agnese e Lucia si fanno una ragione della separazione imminente e temporanea. R.241 i tempi cronologici della storia stanno per risintonizzarsi.Ciao,a domani, giorno di Cosseria...chissà che non troviamo un'altra componente di questa ristretta cerchia.

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  9. Appunti di fisica spiegano come il fattore giromagnetico per Dirac sia 2.Mentre gli esperimenti contraddicono questo dato esatto e rilevano una quantità leggermente superiore.
    Questo a causa delle particelle virtuali del vuoto quantistico che interagiscono con la materia.Altro dato mutato tra teoria ed esperimento,l'anomalia,che per dirac doveva esser zero,invece gli esperimenti....
    Vai,Vaio!

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  10. Fronte coronavirus di oggi 30 marzo 2021,quando arrivi a non aver più fastidi dalla vita,avendone fino ad allora avuto a caterve,c'è un lungo buco nero in cui stai male senza motivo.

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