A.MANZONI.Panni in Arno 27.cap.VIII.

ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO OTTAVO,LETTO E CAPITO?

PER AVERE UNA CONFERMA,VERIFICARE SE ,PER I SEGUENTI BRANI,SI È IN GRADO DI RISPONDERE ALLE DUE DOMANDE:

1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI....)

2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...)

CORAGGIO INIZIAMO.

Per ogni brano del capitolo VIII de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.

                                                 C A P I T O L O                                O T T A V O.

Cap.VIII,r.1.

                    -Carneade!Chi era costui?-.....

Cap.VIII,r.10.

                     Quello su cui meditava in quel momento don Abbondio,convalescente della febbre dello spavento,anzi più guarito(quanto alla febbre)che non volesse lasciar credere,era un panegirico in onore di san Carlo,detto con molta enfasi,e udito con molta ammirazione nel duomo di Milano,due anni prima.

Cap.VIII,r.19.
        

                    In quel momento entrò Perpetua ad annunziar la visita di Tonio.

Cap.VIII,r.44.

                    ...e riprese subito:"in quanto a Beppe tutti sanno,e hanno potuto vedere...Ehi ,Tonio!accostate l'uscio,e salite pure,che vengo."

Cap.VIII,r.70.

                      Due folte ciocche di capelli,che gli scappavan fuori della papalina,due folti sopraccigli,due folti baffi,un folto pizzo,tutti canuti,e sparsi su quella faccia bruna e rugosa,potevano assomigliarsi a cespugli coperti di neve,sporgenti da un dirupo,al chiaro di luna.

Cap.VIII,r.88.

                     "Vediamo,"replicò don Abbondio:e,preso l'involtino,si rimesse gli occhiali,l'aprì,cavò le berlinghe,le contò, le voltò, le rivoltò, le trovò senza difetto.

Cap.VIII,r.111.

                 Allo stropiccio de' quattro piedi,Renzo prese un braccio di Lucia,lo strinse,per darle coraggio,e si mosse,tirandosela dietro tutta tremante,che da sé non vi sarebbe potuta venire.

Cap.VIII,r.131.

                 E subito,lasciata cader la lucerna che teneva nell'altra mano,s'aiuto' anche con quella a imbacuccarla col tappeto,che quasi la soffogava;e intanto gridava con quanta più n'aveva in canna:"Perpetua!Perpetua!tradimento!aiuto!"

Cap.VIII,r.152.

                       Don Abbondio,sorpreso,messo in fuga,spaventato,mentre attendeva tranquillamente a' fatti suoi,parrebbe la vittima;eppure,in realtà, era lui che faceva un sopruso.Così va spesso il mondo...voglio dire,così andava nel secolo decimo settimo.

Cap.VIII,r.193.

                       Subito,questo si mise in testa un  cappellaccio,sulle spalle un sanrocchino di tela incerata,sparso di conchiglie;prese un bordone da pellegrino,disse:"andiamo da bravi:zitti,e attenti agli ordini",s'incamminò il primo,gli altri dietro;........

Cap.VIII,r.211.

                      Picchia anche lì, e aspetta:e' poteva ben aspettare.

Cap.VIII,r.247.

 
                       Lui in vece caccia un urlo:uno di que' malandrini gli mette una mano alla bocca;l'altro tira fuori un coltellaccio,per fargli paura.

Cap.VIII,r.256.

                      Menico,via a gambe per la strada,alla volta del campanile,dove a buon conto qualcheduno ci doveva essere.

Cap.VIII,r.280.

                       Ma tutt' a un tratto,la serva s'era ricordata dell'uscio rimasto aperto,e aveva voluto tornare indietro.

Cap.VIII,r.296.

                     ....quando,tutt'a un tratto,si sentì venir rimbonbando dall'alto,nel vano immoto dell'aria,per l'ampio silenzio della notte,quel primo sgangherato grido di don Abbondio:"aiuto!aiuto!"