mercoledì 30 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 50.cap.XIV.

ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO QUATTORDICESIMO. LETTO E CAPITO?



UTILE,PER VERIFICARE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:

1) SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).




CORAGGIO,PROVARE NON COSTA...E SEMPRE TESTO DEL ROMANZO SOTTOMANO.






Per ogni brano del capitoloXIV de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XIV,r.12

                    ....e,come per provare,andavano urtacchiando e pigiando quella povera porta,ch'era stata di nuovo appuntellata alla meglio.



Cap.XIV,r.19.

                    ...era come quella nuvolaglia che talvolta rimane sparsa,e gira per l'azzurro del cielo,dopo una burrasca;e fa dire a chi guarda in su:questo tempo non è rimesso bene.



Cap.XIV,r.25.

                     ..."non abbiate paura,che non l'ammazzeranno:il lupo non mangia la carne del lupo."



Cap.XIV,r.59.

              "Pur troppo," disse una voce. [Una riga prima,c'è uno dei pochi passi,il cui significato mi sfugge;lo propongo per chi voglia spiegarmelo:  che par che gli s'abbia a rifare il resto?]



Cap.XIV,r.63

         "....Dunque mi dicano un poco,signori miei se hanno mai visto uno di questi col muso all'inferriata..."



Cap.XIV,r.73.

           "...ma non se ne fa nulla,perché c'è una lega.Dunque bisogna romperla;......"



Cap.XIV,r.89.

                    "...E poi,anche loro,se fanno le gride,devono aver piacere che s'ubbidisca: che è anche un disprezzo,un pitaffio col loro nome ,contarlo  per nulla.E se i prepotenti non vogliono abbassar la testa,e fanno il pazzo,siam qui noi ad aiutarlo,come s'è fatto oggi.Non dico che deva andar lui in giro,in carrozza,ad acchiappar tutti i birboni,prepotenti e tiranni: sì; ci vorrebbe l'arca di Noè. Bisogna che lui comandi a chi tocca,e non solamente in Milano,ma per tutto,che faccian le cose conforme dicon le gride;e formare un buon processo addosso a tutti quelli che hanno commesso di quelle bricconerie;..."



Cap.XIV,r.153.

                  Si vedevano anche correre berlinghe,reali e parpagliole,che,se avessero potuto parlare,avrebbero detto probabilmente:-noi eravamo stamattina nella ciotola di in fornaio,o nelle tasche di qualche spettatore del tumulto,che tutti'intento a vedere come andassero gli affari pubblici,si dimenticava di vigilar le sue faccendole private.-



Cap.XIV,r.193.

                     "A buon mercato?"disse Renzo:"gratis et amore."



Cap.XIV,r.223.

                    "Io fo il mio dovere,"disse l'oste,guardando in viso alla guida:"noi siamo obbligati a render conto di tutte le persone che vengono ad alloggiar da noi....."



Cap.XIV,r.232.

                   "Dico davvero,"disse l'oste,sempre guardando il muto compagno di Renzo;e,andato di nuovo al banco,ne levò dalla cassetta un gran foglio,un proprio esemplare della grida; e venne a spiegarlo davanti agli occhi di Renzo.



Cap.XIV,r.239.

                 "La conosco quell'arme;so cosa vuol dire quella faccia d'ariano,con la corda al collo."(In cima alle gride si metteva allora l'arme del governatore;e in quella di don Gonzalo Fernandez de Cordova spiccava un re moro incatenato per la gola.)"Vuol dire,quella faccia:comanda chi può,e ubbidisce chi vuole..."



CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO QUATTORDICESIMO.







martedì 29 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 49.sch.c.XIII.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO TREDICESIMO. LETTO E CAPITO?



QUESTO POST FORNISCE UNO SCHEMA DEL CAPITOLO.



TALE SCHEMA OLTRE A FORNIRE LA "PANORAMICA" DEL CAPITOLO,TIENE DIVISO IL " DI FUORI"(AZIONE), DAL "DI DENTRO"(STUDIO PSICOLOGICO) DEI PERSONAGGI.



SU QUALCHE DEVICE QUESTA SUDDIVISIONE NON APPARIRÀ GRAFICAMENTE CHIARA,PER CUI CONSIGLIAMO DI GUARDARE AL FONDO DI QUESTO POST,NELLA SEZIONE IMMAGINI.









Lo schema del capitolo XIII de I Promessi Sposi è utile anche per rispondere a sapic(v.lemarancio panni in Arno 3).



                       C A P I T O L O                         T R E D I C I.



             Azione.                                                          Studio psicologico.



1)Il vicario,in casa sua,mentre                          1)Terrore del vicario.
riposava dopo il pranzo, è
avvertito dell'arrivo della folla.




2)Renzo è tra la folla che attornia                      2)La morale di Renzo.
la casa del vicario.



3)Renzo è sempre più vicino allo                       3)Renzo,in cuor suo,è
ingresso della casa del vicario.                           sempre più deciso a
                                                                                    difendere il vicario.




4)La folla all'assalto.



5)I soldati, nei pressi della casa
del vicario,vigilano e basta.



6)Dialogo tra una canaglia e Renzo.



7)Renzo è minacciato,perché non
avrebbe voluto la violenza.



8)L'attenzione è rivolta all'arrivo
di gente che portava una scala,
per arrivare alle finestre della casa.



9)Renzo ne approfitta per defilarsi.




10)Arrivo di Ferrer,in carrozza.                                      4)Psicologia della folla in tumulto.



11)Renzo chiede notizie di Ferrer.



12)Lusinghe di Ferrer alla folla,e                                  5)Falsa compiacenza di Ferrer.
gentilezza del suo cocchiere.



13)Renzo fa ala alla carrozza.



14)Ferrer riesce ad entrare in casa
del vicario,con la promessa, alla
folla ,che avrebbe fatto lui giustizia.



15)Ferrer parla col vicario.



16)Ferrer esce in carrozza,dentro
cui sta anche il vicario disteso
sul fondo.



17)Ferrer invita il vicario a tirarsi su.



18)Ferrer ironicamente ringrazia
i soldati.



19)Ferrer rincuora il vicario.



20)Il vicario rassegna le dimissioni.




CONTINUA CON BRANI DEL CAPITOLO QUATTORDICI.





A.MANZONI.Panni in arno 48.cap.XIII.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO TREDICESIMO. LETTO E CAPITO?



UTILE,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNUNO DEI BRANI DI SEGUITO PROPOSTI,A DUE DOMANDE:

1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO...COSTA POCO....E SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE.







Per ogni brano del capitolo XIII de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XIII,r.242.

                       "Un po' di luogo,"aggiungeva subito:"vengo per condurlo in prigione,per dargli il giusto gastigo che si merita:"e soggiungeva sottovoce:"si es culpable."Chinandosi poi innanzi verso il cocchiere,gli diceva in fretta:"adelante,Pedro ,si puedes."



Cap.XIII,r.252.

                   Intanto i benevoli più attivi s'adoperavano a far fare il luogo chiesto così gentilmente.



Cap.XIII,r.264.

                  Detto fatto,si mise con gli altri a far far largo;e non era certo de' meno attivi.Il largo si fece;"venite pure avanti", diceva più d'uno al cocchiere,ritirandosi o andando a fargli un po' di strada più innanzi."Adelante,presto,con juicio,"gli disse anche il padrone;e la carrozza si mosse.[ Con r.242 e r.264,speriamo di aver fatto notare che non è manzoniana la citazione,molto spesso usata di"Adelante,Pedro,con juicio". La riga 295 ci dice che la citazione esatta sarebbe: "Pedro,adelante con juicio!"]



Cap.XIII,r.268.

                        Ferrer,in mezzo ai saluti che scialacquava al pubblico in massa,ne faceva certi particolari di ringraziamento,con un sorriso d'intelligenza, a quelli che vedeva adoperarsi per lui:e di questi sorrisi ne toccò più d'uno a Renzo,il quale per verità se li meritava,e serviva in quel giorno il gran cancelliere meglio che non avrebbe potuto fare il più bravo de' suoi segretari.



Cap.XIII,r.278.

                        La gente si muoveva,davanti e di dietro,a destra e a sinistra della carrozza,a guisa di cavalloni intorno a una nave che avanza nel forte della tempesta.



Cap.XIII,r.292.

                        "Sì, signori;pane,abbondanza.Lo condurro' io in prigione:sarà gastigato... si es culpable...."



Cap.XIII,r.295.

                      "...Ox! Ox!guardaos: non si faccian male,signori.Pedro,adelante con juicio.Abbondanza,Abbondanza.Un po' di luogo per carità...."



Cap.XIII,r.342.

                 Sarebbe infatti rimasta presa tra'battenti,se Ferrer non n'avesse ritirato con molta disinvoltura lo strascico,che disparve come la coda d'una serpe,che si imbuca inseguita.



Cap.XIII,r.361.

                        Lo prese per la mano,e lo condusse verso la porta,facendogli coraggio tuttavia;ma diceva intanto tra sé:-aqui esta' el busilis;Dios nos  valga!-



Cap.XIII,r.398.

                     Li' Ferrer,mentre cominciava a dare un po' di riposo a' suoi polmoni,vide il soccorso di Pisa,que' soldati spagnoli,che però sulla fine non erano stati affatto inutili,giacché sostenuti e diretti da qualche cittadino,avevano cooperato a mandare in pace un po' di gente,e a tenere il passo libero all'ultima uscita.



Cap.XIII,r.411.

                         A Pedro,nel passar tra quelle due file di micheletti,tra que'moschetti così rispettosamente alzati,gli tornò in petto il cuore antico.



Cap.XIII,r.417.

                     "Levantese,Levantese;estamos ya  fuera",disse Ferrer al vicario.



Cap.XIII,r.420.

                        Questo dopo essersi condoluto con lui del pericolo e rallegrato della salvezza:"ah!"esclamò, battendo la mano sulla sua zucca monda,"que dirà de esto su excelencia,che ha già tanto la luna a rovescio,per quel maledetto Casale,che non vuole arrendersi?Que dirà el conde duque,che piglia ombra se una foglia fa più rumore del solito?Que dirà el rey  nuestro senor,che pur qualche cosa bisognerà che venga a risapere d'un fracasso così? E sara' poi finito?Dios lo sabe."


FINE BRANI CAPITOLO TREDICESIMO.PROSSIMO POST ,SCHEMA DL CAPITOLO.





lunedì 28 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 47.cap.XIII.

ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO TREDICESIMO. LETTO E CAPITO?



UTILE ,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:

1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...)
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO...COSTA POCO PROVARE,E...SEMPRE TESTO DEL ROMANZO SOTT'OCCHIO.




Per ogni brano del capitolo XIII de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XIII,r.1.

                Lo sventurato vicario stava,in quel momento,facendo un chilo agro e stentato d'un desinare biascicato senza appetito,e senza pan fresco,e attendeva,con gran sospensione,come avesse a finire quella burrasca,lontano però dal sospettar che dovesse cader così spaventosamente addosso a lui.



Cap.XIII,r.32.

                  Renzo,questa volta,si trovava nel forte del tumulto,non già portatovi dalla piena,ma cacciatovisi deliberatamente.



Cap.XIII,r.52.

                I magistrati ch'ebbero i primi l'avviso di quel che accadeva,spediron subito a chieder soccorso al comandante del castello,che allora si diceva di porta Giovia;il quale mandò alcuni soldati.



Cap.XIII,r.57.

                L'ufiziale che li comandava,non sapeva che partito prendere.



Cap.XIII,r.98.

                Cos'era?Era una lunga scala a mano,che alcuni portavano,per appoggiarla alla casa,e entrarci da una finestra.



Cap.XIII,r.114.

             Tutt'a un tratto,un movimento straordinario cominciato a una estremità, si propaga per la folla,una voce si sparge,viene avanti di bocca in bocca:"Ferrer!Ferrer!"



Cap.XIII,r.135.

           Ne' tumulti popolari,c'è sempre un certo numero d'uomini che,o per un riscaldamento di passione,o per una persuasione fanatica,o per un disegno scellerato,o per un maledetto gusto del soqquadro,fanno di tutto per ispinger le cose al peggio...



Cap.XIII,r.164.

                    ...sono quasi due anime nemiche,che combattono per entrare in quel corpaccio,e farlo movere.[v.nota
a pie' pagina,dell'edizione curata da N.Sapegno e G.Viti.]



Cap.XIII,r.209.

                         "E' quel Ferrer che aiuta a far le gride?"domandò a un nuovo vicino il nostro Renzo,che si rammentò del 'vidit Ferrer' che il dottore gli aveva gridato all'orecchio facendoglielo vedere in fondo di quella tale.



Cap.XIII,r.223.

                  Il vecchio Ferrer presentava ora all'uno,ora all'altro sportello,un viso tutto umile,tutto ridente,tutto amoroso,un viso che aveva tenuto sempre in serbo per quando si trovasse alla presenza di don Filippo IV...



CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO TREDICESIMO.






sabato 26 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 46.sch.c.XII.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO DODICESIMO. LETTO E CAPITO?


PER UNA VISIONE PANORAMICA E PER UN AIUTO ALLA RISPOSTA(PER I BRANI PRECEDENTEMENTE PROPOSTI) ALLA DOMANDA SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...) ,FORNIAMO UNO SCHEMA ,CHE TIENE ANCHE CONTO DEL " DI FUORI" E DEL "DI DENTRO" DEI PERSONAGGI.



SE SU QUALCHE DEVICE NON SI LEGGE BENE LO SCHEMA CHE SEGUE,GUARDARE NELLA PARTE FINALE DEL POST(SEZIONE FOTO).







Schema del capitolo XII de I Promessi Sposi,utile anche per trovare sapic(v.lemarancio panni in Arno 3).



                                                 C A P I T O L O               XII

Azione.                                                                                   Studio psicologico.



1)La trama torna indietro,rispetto
all'11 novembre 1628:carestia nel
milanese,causata da cattive stagioni
e dallo sperpero provocato dagli
eserciti in guerra.



2)Rincaro dei viveri.



3)La gente ricerca i colpevoli di                                                     1)La folla ricerca sempre,nelle
quel rincaro:o gli agricoltori,o i                                                         difficoltà, un colpevole a tutti
compratori di grano,o i fornai                                                              i costi.



4)Provvedimenti del gran cancelliere
Ferrer(in assenza del governatore).



5)Avendo Ferrer abbassato il prezzo
del pane,senza tener conto della
legge della domanda e dell'offerta,
i fornai ,a Milano,sono sull'orlo del
dissesto.



6)E' avvertito il governatore (che era a combattere
a Casale)delle tensioni in Milano.



7)La giunta nominata dal governatore,decide
di rincarare il pane.                                                                             2)In Milano si prepara la rivolta:
                                                                                                                   i sentimenti della folla.



8)La mattina dell'11  novembre,in Milano,
il popolo assalta prima i garzoni poi i
forni,dove questi lavoravano.



9)Il popolo all'assalto del forno delle grucce.



10)Il capitano di giustizia al forno delle
grucce.



11)Il capitano è colpito alla testa da una
pietra.



12)I lavoratori del forno preparano una
difesa della bottega.



13)Il popolo inferocito fa irruzione
nel forno.



14)La trama torna a Renzo,nei pressi
del convento.



15)Renzo ascolta i discorsi della folla
inferocita.



16)Renzo al forno delle grucce,quando
l'assalto è finito.



17)Renzo segue la folla fino al Duomo.



18)La folla e Renzo,in piazza Cordusio.



19)Dopo un fallito tentativo di irruzione
in un altro forno,la folla ,inferocita,si dirige
verso la casa del vicario di Provvisione.





venerdì 25 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 45.Cap.XII


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO DODICESIMO. LETTO E CAPITO?



UTILE,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNUNO DEI BRANI DI SEGUITO PROPOSTI, A DUE DOMANDE:


1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...)


2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).


CORAGGIO,COSTA NIENTE...E ...SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE.




Per ogni brano del capitolo XII de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XII,r.190.

                           "Figliuoli,"grida:molti si voltano in su;"figliuoli,andate a casa.Perdono generale a chi torna subito a casa."



Cap.XII,r.201.

                        Questa rapida mutazione di stile fu cagionata da una pietra che,uscita dalle mani d'uno di que'buoni figliuoli,venne a batter nella fronte del capitano, sulla protuberanza sinistra della profondità metafisica.



Cap.XII,r.220.

                         Il furore accrebbe le forze della moltitudine:la porta fu sfondata,l'inferriate svelte;e il torrente penetrò per tutti i varchi.



Cap.XII,r.249.

                        Così il trambusto andava sempre crescendo a quel primo disgraziato forno;perché tutti coloro che gli pizzicavan le mani di far qualche bell'impresa,correvan la',dove gli amici erano i più forti,e l'impunità sicura.A questo punto eran le cose ,quando Renzo,avendo ormai sgranocchiato il suo pane,veniva avanti per il borgo di porta orientale,e s'avviava,senza saperlo,proprio al luogo centrale del tumulto.



Cap.XII,r.286.

                     Il vicario di provvisione,eletto ogn' anno dal governatore tra sei nobili proposti dal Consiglio de'decurioni,era il presidente di questo,e del tribunale di provvisione;il quale,composto di dodici,anche questi nobili,aveva,con altre attribuzioni,quella principalmente dell'annona.



Cap.XII,r.311.

                   -Cos'è quest'altra  storia?- pensò di nuovo Renzo;e andò dietro a uno che,fatto un fascio d'assi spezzate e di schegge,se lo mise in ispalla,avviandosi,come gli altri,per la strada che costeggia il fianco settentrionale del duomo,e ha preso nome dagli scalini che c'erano,e da poco in qua non ci sono più.



Cap.XII,r.342

                    Gia' era di nuovo finita la fiamma;non si vedeva più venir nessuno con altra materia,e la gente cominciava ad annoiarsi;quando si sparse la voce,che, al Cordusio(una piazzetta o un crocicchio non molto distante di lì), s'era messo l'assedio a un forno.



Cap.XII,r.359.

                  E lì eran ben pochi quelli che, nel passar davanti alla nicchia che taglia il mezzo della loggia dell'edifizio chiamato allora il collegio de'dottori,non dessero un'occhiatina alla grande statua che vi campeggiava,a quel viso serio,burbero,accipigliato,e non dico abbastanza,di don Filippo II,che anche dal marmo imponeva un non so che di rispetto...



Cap.XII,r.365.

                     Quella statua non c'è più, per un caso singolare.Circa cento settant'anni dopo quello che stiamo raccontando,un giorno le fu cambiata la testa,le fu levato di mano lo scettro,e sostituito a questo un pugnale; e alla statua fu messo nome Marco Bruto.Così accomodata stette forse un par d'anni;ma ,una mattina,certuni che non avevano simpatia con Marco Bruto,anzi dovevano avere con lui una ruggine segreta,gettarono una fune intorno alla statua,la tiraron giù, le fecero cento angherie....



Cap.XII,r.375.

              Dalla piazza de'Mercanti,la marmaglia insaccò, per quell'altr'arco,nella via de' fustagnai,e di lì si sparpagliò nel Cordusio.



Cap.XII,r.377.

Ma invece della moltitudine d'amici che s'aspettavano di trovar lì già al lavoro,videro soltanto alcuni starsene,come esitando, a qualche distanza della bottega,la quale era chiusa,e alle finestre gente armata,in atto di star pronti a difendersi.



Cap.XII,r.385.

                In questa,scoppio' di mezzo alla folla una maledetta voce:"c'è qui vicino la casa del vicario di provvisione:andiamo a far giustizia,e a dare il sacco".



FINE BRANI DEL CAPITOLO DODICESIMO.CONTINUA CON LO SCHEMA DEL CAPITOLO.





A.MANZONI.Panni in arno 44.capXII.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO DODICESIMO. LETTO E CAPITO?



UTILE,PER VERIFICARNE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:


1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI....),


2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO,NON COSTA NIENTE...E ....SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE.




Per ogni brano del capitolo XII de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XII,r.4.

                     Ora questa messe tanto desiderata riuscì ancor più misera della precedente,in parte per la maggior contrarietà delle stagioni(e questo non solo nel milanese,ma in un buon tratto di paese circonvicino);in parte per colpa degli uomini.Il guasto e lo sperperio della guerra, di quella bella guerra di cui abbiamo fatto menzione di sopra,era tale,che,nella parte dello stato più vicina ad essa,molti poderi più dell'ordinario rimanevano incolti e abbandonati da'contadini,i quali,in vece di procacciar col lavoro pane per sé e per gli altri,eran costretti d'andare ad accattarlo  per carità.



Cap.XII,r.19.

                        E quella qualunque raccolta non era ancor finita di riporre,che le provvisioni per l'esercito,e lo sciupinio che sempre le accompagna,ci fecero dentro un tal voto,che la penuria si fece subito sentire,e con la penuria quel suo doloroso,ma salutevole come inevitabile effetto,il rincaro.



Cap.XII,r.30.

               Gl'incettatori di grano,reali o immaginari,i possessori di terre,che non lo vendevano tutto in un giorno,i fornai che ne compravano,tutti coloro in somma che ne avessero o poco o assai,o che avessero il nome di averne,a questi si dava la colpa della penuria e del rincaro ,questi erano il bersaglio del lamento universale,l'abbominio della moltitudine male e ben vestita.



Cap.XII,r.43.

                    I magistrati qualche cosa facevano: come di stabilire il prezzo massimo d'alcune derrate,d'intimare pene a chi ricusasse di vendere,e altri editti di quel genere.



Cap.XII,r.58.

                    Fissò la meta(così chiamano qui la tariffa in materia di commestibili),fissò la meta del pane al prezzo che sarebbe stato il giusto,se il grano si fosse comunemente venduto trentatré lire il moggio: e si vendeva fino a ottanta.Fece  come una donna stata giovine,che pensasse di ringiovinire,alterando la sua fede di battesimo.



Cap. XII,r.80.

                        Facevano vedere ai magistrati l'iniquità e l'insopportabilita' del carico imposto loro,protestavano di voler gettare la pala nel forno,e andarsene;e intanto tiravano avanti come potevano,sperando,sperando che,una volta o l'altra,il gran cancelliere avrebbe inteso la ragione.



Cap.XII,r.92.

             Finalmente i decurioni(un magistrato municipale composto di nobili,che duro' fino al novantasei del secolo scorso)informaron per lettera il governatore,dello stato in cui eran le cose:trovasse lui qualche ripiego,che le facesse andare.



Cap.XII,r.99.

                     I deputati si radunarono,o come qui si diceva spagnolescamente nel gergo segretariesco di allora,si giuntarono; e dopo mille riverenze,complimenti,preamboli,sospiri,sospensioni,proposizioni in aria,tergiversazioni,strascinati tutti verso una deliberazione da una necessità sentita da tutti,sapendo bene che giocavano una gran carta,ma convinti che non c'era da far altro,conclusero di rincarare il pane.I fornai respirarono;ma il popolo imbestiali'.



Cap.XII,r.110.

                       Ogni discorso accresceva la persuasione e la passione degli uditori,come di colui che l'aveva proferito.Tra tanti appassionati,c'eran pure alcuni più di sangue freddo,i quali stavano osservando con molto piacere,che l'acqua s'andava intorbidando;e s'ingegnavano d'intorbidarla di più, con que' ragionamenti,e con quelle storie che i furbi sanno comporre,e che gli animi alterati sanno credere;e si proponevano di non lasciarla posare,quell'acqua,senza farci un po' di pesca.[METAFORA]Migliaia d'uomini andarono a letto col sentimento indeterminato che qualche cosa bisognava fare,che qualche cosa si farebbe.Avanti giorno,le strade eran di nuovo sparse di crocchi....



Cap.XII,r.126.

                         Uscivano,sul far del giorno,dalle botteghe de'fornai i garzoni che,con una gerla carica di pane,andavano a portarne alle solite case.



Cap.XII,r.131

                          "Sì, per i tiranni,che notano nell'abbondanza,e vogliono far morire noi di fame,"....



Cap.XII,r.150.

                        Nella strada chiamata la Corsia de'Servi,c'era, e c'è tuttavia un forno,che conserva lo stesso nome;nome che in toscano viene a dire il forno delle grucce,e in milanese è composto di parole così eteroclite lcosì bisbetiche,così salvatiche,che l'alfabeto della lingua non ha i segni per indicarne il suono*.
                   
              *El prestin di scansc.



CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO DODICESIMO.







giovedì 24 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 43.sch.c.XI.

ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO UNDECIMO. LETTO E CAPITO?



FORNIAMO UNO SCHEMA CHE OFFRA UNA PANORAMICA DEL CAPITOLO,CHE AIUTI A RISPONDERE ALLA DOMANDA SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI....)E CHE TENGA DISTINTO IL "DI FUORI"(AZIONE)E "IL DI DENTRO" (STUDIO PSICOLOGICO) DEI PERSONAGGI.



SE IN QUALCHE DEVICE NON SI LEGGESSE DISTINTAMENTE LO SCHEMA SEPARATO IN COLONNE,VEDERE IN FONDO AL POST NELLA SEZIONE FOTOGRAFICA.







Schema del capitolo XI de I Promessi Sposi, utile anche per rispondere a sapic(v.lemarancio panni in Arno 3).



                                          C A P I T O L O             U N D I C E S I M O

             Azione                                                                     Studio psicologico

1)(Sera del 10 novembre 1628).                                1)Attesa di don Rodrigo che cerca
I bravi di don Rodrigo di ritorno                                     di darsi coraggio e di scacciare
al palazzotto,dopo il fallito rapimento                           le sue paure,come mandante di
di Lucia.                                                                                un rapimento.



2)Colloquio don Rodrigo-Griso.



3)Rodrigo congeda il Griso.                                             
               
                                                                                             2)Riflessioni di Manzoni sulla Provvidenza.



4)(11 novembre,mattina).Colloquio
tra Attilio e don Rodrigo.



5)Attilio comunica al cugino che
si sbarazzerà di fra Cristoforo,facendo
ricorso al conte-zio.



6)Al paese di Lucia,della notte passata,
parlano tutti i protagonisti,su tutti Abbondio
Tonio e Perpetua.



7)A mezzogiorno,Griso riferisce a don Rodrigo
quel che ha appreso,andando al paese di
Lucia,e cioè che Renzo,Agnese e la stessa Lucia
si eran rifugiati,la sera prima,a Pescarenico.



8)Segreti mal custoditi.



9)Rodrigo manda Griso ad informarsi di Lucia
a Pescarenico.



10)Rodrigo viene a sapere dal Griso che Lucia
è a Monza(grazie a confidenze mal custodite
fatte dal barrocciaio).



11)Griso viene mandato a Monza per avere                                     3)Riluttanza del Griso.
notizie più precise su Lucia.




12)Rodrigo pensa anche ad incastrare
Renzo,ricorrendo all'Azzecca-garbugli.



13)Mattino dell'undici novembre:Renzo in
cammino verso Milano,si metterà da solo
nei guai.                                                                                     4)Manzoni spiega ,al lettore,quale
                                                                                                        sia la sua tecnica narrativa,quando
                                                                                                      più avvenimenti accadono nello
                                                                                                       stesso tempo in luoghi diversi.



14)Renzo chiede informazioni a un
passante,su come arrivare a porta
orientale,per entrare in Milano;la risposta                             5)Stupore piacevole di Renzo.
è oltremodo dettagliata e cortese.     



15) A porta orientale,presso il lazzeretto.



16)Renzo entra facilmente in città, la trova deserta
nei pressi delle mura,e vede ,per terra ,pani e
farina.



17)Renzo raccoglie un pane,poi va al convento
per presentarsi a padre Bonaventura.



18)Il portinaio dice a Renzo che Bonaventura
è momentaneamente assente,consigliando
il giovane di attendere nella chiesa vicina.



19)Renzo fa qualche passo,poi decide di non
entrare in chiesa,e di andare a curiosare e si                              
addentra in Milano.     


                                                                       
                                                                                                               
                                                                                                                                                      
20)Manzoni preannuncia la spiegazione delle cause della carestia,e la narrazione degli avvenimenti
in Milano,l'undici novembre 1628.              Fine capitolo.





mercoledì 23 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 42.cap.XI.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO UNDECIMO. LETTO E CAPITO?

UTILE,PER VERIFICARE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:

1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).

CORAGGIO,NON COSTA NIENTE E...TESTO DEL ROMANZO SEMPRE SOTTOMANO.




Per ogni brano del capitolo XI de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XI,r.391.

                    L'uomo a cui Renzo si indirizzava,era un agiato abitante del contorno,che,andato quella mattina a Milano,per certi suoi affari,se ne tornava senza aver fatto nulla,in gran fretta,ché non vedeva l'ora di trovarsi a casa,e avrebbe fatto volentieri di meno di quella fermata.



Cap.XI,r.401.

                     "  ...in pochi minuti arriverete a una cantonata d' una fabbrica lunga e bassa:è il lazzeretto;costeggiate il fossato che lo circonda,e riuscirete a porta orientale..."



Cap.XI,r.406.

                          Renzo rimase stupefatto ed edificato della buona maniera de' cittadini verso la gente di campagna;e non sapeva ch'era un giorno fuor dell'ordinario,un giorno in cui le cappe s'inchinavano ai farsetti.



Cap.XI,r.415.

                      I bastioni scendevano in pendio irregolare,e il terreno era una superficie aspra e inuguale di rottami e di cocci buttati là a caso.



Cap.XI,r.422.

                    Lì c'era una colonna,con sopra una croce,detta di san Dionigi:a destra e a sinistra,erano orti cinti di siepe e ad intervalli,casucce,abitate per lo più da lavandai.



Cap.XI,r.435.

              -.....  Ci davano poi ad intendere che la carestia è per tutto.Ecco come fanno,per tener quieta la povera gente di campagna.-



Cap.XI,r.447.

                         -.....Che sia il paese di cuccagna questo?-Dopo dieci miglia di strada,all'aria fresca della mattina,quel pane,insieme con la maraviglia,gli risvegliò l'appetito.



Cap.XI,r.459.

                           I vestiti o gli stracci infarinati;infarinati i visi [CHIASMO],e di più stravolti e accesi;andavano,non solo curvi,per il peso,ma sopra doglia,come se gli fossero state peste le ossa.



Cap.XI,r.474.

                          "Buttane via ancor un altro,buono a niente che sei,"disse la madre,digrignando i denti verso il ragazzo.



Cap.XI,r.490.

                          Da queste e da altrettali cose che vedeva e sentiva,Renzo cominciò raccapezzarsi ch'era arrivato in una città sollevata,e che quello era un giorno di conquista,vale a dire che ognuno pigliava,a proporzione della voglia e della forza,dando busse in pagamento.



Cap.XI,r.495.

                         Aveva così poco da lodarsi dell'andamento ordinario delle cose,che si trovava inclinato ad approvare ciò che lo mutasse in qualunque maniera.



Cap.XI,r.507.

                         Dove ora sorge quel bel palazzo,con quell'alto loggiato,c'era allora,e c'era ancora non son molt'anni,una piazzetta,e in fondo a quella la chiesa e il convento de'cappuccini,con quattro grand'olmi davanti.



Cap.XI,r.524.

                         Renzo rimase li',con la sua lettera in mano.Fece dieci passi verso la porta della chiesa,per seguire il consiglio del portinaio;ma poi pensò di dar prima un'altra occhiata al tumulto.



Cap.XI,r.529.

                      -Andiamo a vedere,-disse tra sé; tirò fuori il suo mezzo pane,e sbocconcellando,si mosse verso quella parte.Intanto che s'incammina , noi racconteremo,più brevemente che sia possibile,le cagioni e il principio di quello sconvolgimento.



FINE BRANI CAPITOLO UNDECIMO.CONTINUA CON LO SCHEMA DEL CAPITOLO.





A.MANZONI.Panni in arno 41.cap.XI.

ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO UNDECIMO.LETTO E CAPITO?

UTILE, PER VERIFICARLO,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:


1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...)


2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO...E SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI MANO.




Per ogni brano del capitolo XI de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.

Cap.XI,r.244.

                   Una delle più gran consolazioni di questa vita è l'amicizia;e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto.Ora,gli amici non sono a due a due,come gli sposi;ognuno,generalmente parlando,ne ha più d'uno:il che forma una catena,di cui nessuno potrebbe trovar la fine.



Cap.XI,r.250.

                       Lo prega,è vero,di non dir nulla a nessuno;e una tal condizione,chi la prendesse nel senso rigoroso delle parole,troncherebbe immediatamente il corso delle consolazioni. [ANACOLUTO]



Cap.XI,r.255.

               ....il segreto gira e rigira  per quell'immensa catena,tanto che arriva all'orecchio di colui o di coloro a cui il primo che ha parlato intendeva appunto di non lasciarlo arrivare mai.



Cap.XI,r.262.

                   Il nostro autore non ha potuto accertarsi per quante bocche fosse passato il segreto che il Griso  aveva ordine di scovare:il fatto sta che il buon uomo da cui erano state scortate le donne a Monza,tornando verso le ventitré, col suo baroccio,a Pescarenico,s'abbatté, prima d'arrivare a casa,in un amico fidato...



Cap.XI,r.271.

                Don Rodrigo provò una scellerata allegrezza di quella separazione,e sentì rinascere un po' di quella scellerata speranza d'arrivare al suo intento.



Cap.XI,r.274.

              Il primo era di spedire immediatamente il Griso a Monza,per avere più chiare notizie di Lucia...



Cap.XI,r.295.

             "Che diavolo!"disse don Rodrigo:"tu mi riesci ora un can da pagliaio che ha cuore appena d'avventarsi alle gambe di chi passa sulla porta,guardandosi indietro se quei di casa lo spalleggiano,e non si sente d'allontanarsi!"



Cap.XI,r.304.

             "E io non ho detto che tu vada solo.Piglia con te un paio de'meglio...lo Sfregiato,e il Tiradritto;e va di buon animo,e sii il Griso..."



Cap.XI,r.307.

              "...Bisognerebbe che a' birri di Monza fosse ben venuta a noia la vita,per metterla su contro cento scudi a un gioco così rischioso..."



Cap.XI,r.312.

                    Il Griso prese i due compagni,e partì con faccia allegra e baldanzosa,ma bestemmiando in cuor suo Monza e le taglie e le donne e i capricci de' padroni;e camminava come il lupo,che spinto dalla fame,col ventre raggrinzato,e con le costole che gli si potrebbero contare,scende da' suoi monti,dove non c'è che neve,s'avanza sospettosamente nel piano,si ferma ogni tanto,con una zampa sospesa,dimenendo la coda spelacchiata:

    
                                Leva il muso,odorando il vento infido,

se mai gli porti odore d'uomo o di ferro,rizza gli orecchi acuti,e gira due occhi sanguigni,da cui traluce insieme l'ardore della preda e il terrore della caccia.



Cap.XI,r.327.

                     L'altra cosa che premeva a don Rodrigo,era di trovar la maniera che Renzo non potesse più tornar con Lucia,né metter piede in paese;....



Cap.XI,r.338.

                     ....si risolvette d'aprirsi col dottor Azzecca-garbugli,quanto era necessario per fargli comprendere il suo desiderio.



Cap.XI,r.347.

                       Ho visto più volte un caro fanciullo,vispo,per dire il vero,più del bisogno,ma che,a tutti i segnali,mostra di voler riuscire un galantuomo; l'ho visto,dico,più volte affaccendato sulla sera a mandare al coperto un suo gregge di porcellini d'India,che aveva lasciati scorrere liberi il giorno,in un giardinetto.Avrebbe voluto fargli andar tutti insieme al covile;ma era fatica buttata:uno si sbandava a destra,e mentre il piccolo pastore correva per cacciarlo nel branco,un altro,due,tre ne uscivano a sinistra,da ogni parte.Dimodoche',dopo essersi un po' impazientito,s'adattava al loro genio,spingeva prima dentro quelli ch'eran più vicini all'uscio,poi andava a prender gli altri,a uno ,a due,a tre, come gli riusciva.Un gioco simile ci conviene fare co' nostri personaggi:ricoverata Lucia,siam corsi a don Rodrigo;e ora lo dobbiamo abbandonare,per andar dietro a Renzo,che avevam perduto di vista.




CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO UNDECIMO.



martedì 22 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in arno 40.cap.XI.

ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO UNDECIMO.LETTO E CAPITO?

UTILE PER UNA VERIFICA DELLA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,ALLE SEGUENTI DUE DOMANDE:
1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).



CORAGGIO,E SEMPRE TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE.




Per ogni brano del capitoloXI de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.XI,r.13.

                   -...  Venga,venga quel tanghero,che sara' ben ricevuto.Venga il frate,venga.La vecchia?Vada a Bergamo la vecchia.La giustizia?Poh la giustizia!  Il podestà non è un ragazzo,né un matto...-



Cap.XI,r.32.

                   Entrati che furono,il Griso posò in un angolo d'una stanza terrena il suo bordone,posò il cappellaccio e il sanrocchino,e,come richiedeva la sua carica,che in quel momento nessuno gl'invidiava,salì a render quel conto a don Rodrigo.



Cap.XI,r.37.

                ..."signore spaccone,signor capitano,signor lascifareame?".



Cap.XI,r.60.

                 Spedire,la mattina presto due uomini a fare al console quella tale intimidazione,che fu poi fatta,come abbiamo veduto;due altri al casolare a far la ronda,per tenere lontano ogni ozioso che vi capitasse,e sottrarre a ogni sguardo la bussola fino alla notte prossima,in cui si manderebbe a prenderla;....



Cap.XI,r.72.

                In faccende tutto il giorno,in faccende mezza la notte,senza contare il pericolo di cadere sotto l'unghie de'villani,o di buscarti una taglia  "pro rapto di donna honesta",per giunta di quelle che hai già addosso;...



Cap.XI,r.80.

                   La mattina seguente,il Griso era fuori di nuovo in faccende,quando don Rodrigo s'alzò. Questo cercò subito del conte Attilio,il quale,vedendolo spuntare,fece un viso e un atto canzonatorio,e gli gridò:"san Martino!"



Cap.XI,r.99.

                  ..."Bisogna saper raddoppiare a tempo le gentilezze a tutto il corpo,e allora si può impunemente dare un carico di bastonate a un membro.   ...."



Cap.XI,r.107.

           "...Ci penserò, e...il signor conte zio del Consiglio segreto è lui che mi deve fare il servizio.



Cap.XI,r.110.

           "...Doman l'altro [13 novembre,n.d.c.] sarò a Milano,e,in una maniera o in un'altra,il frate sarà servito."



Cap.XI,r.157.

            Perpetua non poteva farsi veder sull'uscio,che non fosse tempestata da quello e da quell'altro,perché dicesse chi era stato a fare quella gran paura al suo padrone:....



Cap.XI,r.165.

                   ....e sopra tutto,che un tiro tale fosse stato concertato e tentato da quel giovine dabbene,da quella buona vedova,da quella madonnina infilzata.Don Abbondio poteva ben comandarle risolutamente,e pregarla cordialmente che stesse zitta...



Cap.XI,r.174.

                 Gervaso,a cui non pareva vero d'essere una volta più informato che gli altri,a cui non pareva piccola gloria l'avere avuta una gran paura...



Cap.XI,r.178.

                 E quantunque Tonio,che pensava seriamente all'inquisizioni e ai processi possibili e al conto da rendere,gli comandasse,co' pugni sul viso,di non dir nulla a nessuno,pure non ci fu verso di soffogargli in bocca ogni parola.



Cap.XI,r.209.

              Sopra tutto,confondeva le teste,e disordinava le congetture quel pellegrino veduto da Stefano e da Carlandrea,quel pellegrino che i malandrini volevano ammazzare,e che se n'era andato con loro,o che essi avevano portato via.



Cap.XI,r.224.

                   ....o col mezzo degli esploratori subordinati,poté,di tutto,comporne per don Rodrigo una relazione bastantemente distinta.Si chiuse subito con lui,e l'informò del colpo tentato dai poveri sposi,il che spiegava naturalmente la casa trovata vota e il suonare a martello...



CONTINUA CON ALTRI BRANI DEL CAPITOLO UNDECIMO.



                 

lunedì 21 settembre 2015

A.MANZONI.Panni in Arno 39.sch.X.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO DECIMO. LETTO E CAPITO?



LO SCHEMA DI SEGUITO PROPOSTO PUÒ SERVIRE A RISPONDERE ALLA DOMANDA"SIAMO AL PUNTO IN CUI..." DI UN QUALSIASI BRANO DEL CAPITOLO.



SE NON SI LEGGE BENE LO SCHEMA CHE SEGUE,SUL TUO DEVICE,COSULTARE LA PARTE- FOTO,IN FONDO AL POST.




Schema del capitolo X de I Promessi Sposi,utile anche per rispondere a Sapic.(v.lemarancio panni in Arno 3).




                                           S C H E M A        C A P I T O L O        D E C I M O.




     Azione.                                                                     Studio psicologico

                                                                                 1)Ipocrisia e crudeltà del padre
                                                                                     di Gertrude.


1)Gertrude dice sì al padre.                                 2)Tutti i punti  della

2)Congratulazioni di parenti                                 azione sono accompagnati
e conoscenti,per la decisione                             dallo studio psicologico di
di farsi monaca.
3)Gertrude torna momentaneamente                 una bimba,di una adolescente,
al convento,per la supplica alla madre                di una donna,che sprofonda
superiora.
4)Scelta della "madrina" da affiancare               nel baratro di una definitiva
a Gertrude,nel periodo che deve trascorrere      angoscia esistenziale,dovuta
a casa.
5)L'esame del vicario.                                               a continui errori ,soprusi patiti,
6)A poco a poco si completa,nel giro di                incapacità di ribellarsi.
un anno,l'iter per la monacazione;alla fine
Gertrude è monaca per sempre.
7)Gertrude maestra delle educande.
8)Egidio e Gertrude.
9)Scomparsa di una conversa.
10)Un anno dopo,arriva Lucia al
convento.
11)Gertrude vuol parlare spesso con
Lucia.
12)Agnese "istruisce" Lucia sulla eccentricità
dei nobili.







A.MANZONI.Panni in Arno 38.cap.X.


ALESSANDRO MANZONI,I PROMESSI SPOSI,CAPITOLO DECIMO, LETTO E CAPITO.

UTILE PER VERIFICARE LA COMPRENSIONE,RISPONDERE,PER OGNI BRANO DI SEGUITO PROPOSTO,A DUE DOMANDE:

1)SAPIC(SIAMO AL PUNTO IN CUI...),
2)LPVD(LE PAROLE VOGLIONO DIRE...).

CORAGGIO,E SEMPRE IL TESTO DEL ROMANZO A PORTATA DI CONSULTAZIONE.




Per ogni brano del capitolo X de I Promessi Sposi,provare a rispondere come esemplificato in lemarancio panni in Arno 3.



Cap.X,r.510.

                     Poco dopo la professione,Gertrude era stata fatta maestra dell'educande;ora pensate come dovevan  stare quelle giovinette,sotto una tale disciplina.Le sue antiche confidenti eran tutte uscite;ma lei serbava vive tutte le passioni di quel tempo; e, in un modo o in un altro,l'allieve dovevan  portarne il peso.Quando le veniva in mente che molte di loro eran destinate a vivere in quel mondo dal quale essa era reclusa per sempre,provava contro quelle poverine un astio,un desiderio quasi di vendetta;e le teneva sotto,le  bistrattava,faceva loro scontare anticipatamente i piaceri che avrebber goduti un giorno.



Cap.X,r.522.

                       Allora,non solo sopportava la svagatezza clamorosa delle sue allieve,ma l'eccitava;si mischiava ne' loro giochi,e li rendeva più sregolati;entrava a parte de' loro discorsi,e li spingeva più in là dell'intenzioni con le quali esse gli avevano incominciati.



Cap.X,r.533.

                      Quel lato del monastero era contiguo a una casa abitata da un giovine,scellerato di professione,uno de' tanti,che in que' tempi,e co' loro sgherri,e con l'alleanze d'altri scellerati,potevano,fino a un certo segno,ridersi della forza pubblica e delle leggi.Il nostro manoscritto lo nomina Egidio,senza parlar del casato.Costui,da una finestrina che dominava un cortiletto di quel quartiere,avendo veduta Gertrude qualche volta passare o girandolar lì, per ozio, allettato anzi che atterrito dai pericoli e dall'empietà dell'impresa,un giorno osò rivolgerle il discorso.
La sventurata rispose.



Cap.X,r.546.

                     ....divenne,tutt'a un tratto,più regolare,più tranquilla,smesse gli scherni e il brontolio,si mostrò più carezzevole e manierosa,dimodoche' le suore si rallegravano a vicenda del cambiamento felice;....



Cap.X,r.560.

                        ....ma un giorno che la signora,venuta a parole con una conversa,per non so che pettegolezzo,si lasciò andare a maltrattarla fuor di modo,e non la finiva più, la conversa,dopo aver sofferto,ed essersi morse le labbra un pezzo,scappatale finalmente la pazienza,buttò là una parola,che lei sapeva qualche cosa,e che,a tempo e luogo,avrebbe parlato.



Cap.X,r.569.

              E chi sa quali congetture si sarebbero fatte,se,appunto nel cercare,non si fosse scoperto una buca nel muro dell'orto;la qual cosa fece pensare a tutte,che fosse sfrattata di la'.



Cap.X,r.577.

             E perché scappò detto a una suora:"s'è rifugiata in Olanda di sicuro",si disse subito, e si ritenne per un pezzo,nel monastero e fuori,che si fosse rifugiata in Olanda.Non pare però che la signora fosse di questo parere.Non già che mostrasse di non credere,o combattesse l'opinioni comuni,con sue ragioni particolari: se ne aveva,certo,ragioni non furono mai così ben dissimulate; né c'era cosa da cui s'astenesse più volentieri che da rimestar quella storia,cosa di cui si curasse meno che di toccare il fondo di quel mistero.



Cap.X,r.590.

                 Quante volte avrebbe voluto sentir davvero la voce di colei...



Cap.X,r.595.

                Era scorso circa un anno dopo quel fatto,quando Lucia fu presentata alla signora,ed ebbe con lei quel colloquio al quale siam rimasti col racconto.La signora moltiplicava le domande intorno alla persecuzione di don Rodrigo,e entrava in certi particolari,con una intrepidezza,che riuscì e doveva riuscire più che nuova a Lucia,la quale non aveva mai pensato che la curiosità delle monache potesse esercitarsi intorno a simili argomenti.



Cap.X,r.609.

                ....ma non poté fare che a Lucia non ne rimanesse uno stupore dispiacevole,e come un confuso spavento.



Cap.X,r.613.

                    ...."quando avrai conosciuto il mondo quanto me,vedrai che non son cose da farsene meraviglia.I signori,chi più, chi meno,chi per un verso,chi per un altro,han tutti un po' del matto."



Cap.X,r.631.

                      Avrebber anche avuto molto piacere di rimanervi ignorate da ogni persona;ma la cosa non era facile in un monastero....



Cap.X,r.635.

                       E noi,lasciando le donne nel loro ricovero,torneremo al palazzotto di costui,nell'ora in cui stava attendendo l'esito della sua scellerata spedizione.



Nota finale al capitolo X: ben diversa la narrazione della vita di Gertrude,che si trova nel Fermo e Lucia.


FINE BRANI DEL CAPITOLO X.CONTINUA CON LO SCHEMA DEL CAPITOLO.