sabato 30 gennaio 2016

MARCO AURELIO.Ouerou uos 18.

Brani tratti dai Pensieri di Marco Aurelio,libro VII, pensieri  23,24,25,26,27.

 Testo greco e traduzione.


23. La natura universale ora plasma un cavalluccio ,dalla sostanza dell'universo,usandola come se fosse cera,poi lo rifonde e usa la materia di cui e' costituito per formare un arboscello,poi la usa per formare un omiciattolo,poi per formare qualche cosa d'altro; e ciascuno di questi esseri non vive che per un tempo brevissimo. Ora, per un piccolo scrigno non vi e' nulla di male nell'essere disfatto,come non vi e' nulla di male nell'essere messo assieme.
( le parole " piccolo scrigno " in greco sono in una sola parola " kibotio", che potrebbe esser tradotta,in riferimento al testo precedente,con " piccolo essere" o "esserino").


24. L'espressione adirata del volto è proprio contro natura, e se poi la sua grazia scompare spesso,alla fine si spegne del tutto,in modo che non è più assolutamente possibile ravvivarla. Ma soprattutto questo devi cercare di comprendere bene, che è contraria alla ragione. Se,infatti, si perderà anche la coscienza di sbagliare,allora quale motivo resterà ancora per vivere?


25. Tutti gli esseri che vedi,in men che non si dica li trasformerà la natura che governa l'universo, e altri ne formerà con la loro sostanza,e poi altri ancora con la sostanza di quelli,perché il cosmo sia sempre giovane.


26. Se qualcuno commette una mancanza nei tuoi confronti,subito tu pensa quale opinione sul bene o sul male lo ha indotto a commetterla,perché, tenendo presente questo, avrai pietà di lui e non sarai né sorpreso né adirato. O,infatti, anche tu hai ancora la sua stessa opinione sul bene o un'opinione simile,e allora devi perdonarlo; oppure non hai più la sua stessa opinione sul bene e sul male,e allora ti sarà più facile essere indulgente con chi sbaglia.


27. Non pensare alle cose che non ci sono come se fossero già presenti,ma piuttosto considera quali sono le più favorevoli tra quelle presenti e, riguardo ad esse, ricorda come le ricercheresti se non le avessi a tua disposizione. In pari tempo,però, bada che,avendole così a cuore, tu non ti abitui a stimarle troppo,sì da rimanere turbato se un giorno non dovessi averle più.


Ciao ambragiarox.

15 commenti:

  1. 24,26,27: da rileggere con attenzione,per non abituarsi all'ira,per non dare troppa importanza alla malvagità altrui,e per apprezzare le cose che si hanno. Tutti argomenti trattati spessissimo sui post di FB.

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  2. In 27, periodo ipotetico dell'impossibilità ( in greco del 4° tipo) con introduzione an per apodosi,ei per protasi e l'imperfetto per i verbi; altra notazione: me' più l'infinito,come in italiano per l'imperativo negativo; ultima annotazione,il gioco platonico del verbo presentato nei suoi diversi composti,nel giro di qualche riga( eimi,preceduto da apeimi e seguito da pareimi).

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  3. In 24, l'ira che,a poco a poco cancella la grazia narurale del volto...Meglio non incazzarsi mai,perché Marco fa notare giustamente come la natura non richieda mai ciò.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. La Natura che plasma tutto da ogni cosa creata e poi trasformata,è un 'immagine presente anche nella cosmogonia attuale,in cui ogni atomo formatosi all'inizio,transita di oggetto in oggetto,animato e inanimato,per costituire noi e il nostro mondo.

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    1. Panta metabalei e fusis oson oupo(in men che non si dica,tutto trasforma la Natura):queste le parole in greco.

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  6. 23: sumpaghenai: infinito aor III da sumpegnumi.

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  7. 24 terza riga exafzenai,inf passivo aoristo di exapto: esser indossata....questo mi sembra il significato più adatto fra quelli trovati sul Rocci.

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  8. In 24 peiro' con la omega finale,o è ind pres prima singolare,o è imp pres seconda sing.
    La traduzione cambia da "prova a star dietro a questo stesso fatto",a " io provo a star dietro a questo stesso fatto".

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  9. 26 Pensa cosa sbagliava intendendolo (upolabon) bene o male.

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  10. 27 :epezeteito e me paren sono terze persone singolari che hanno come soggetto un neutro generico plurale.
    Trad.:" sarebbero ricercate ....non ci fossero".

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  11. Ripetitivo l'uso dell'infinito preceduto da me'.Quasi un imperativo negativo italiano.
    D'altronde molti altri pensieri cominciano con un infinito,che puo' acvostarsi al nostro imperativo.

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  12. 27:parakzesetai:inf.fut medio di parakzomai,esser turbato.

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