Brani tratti dai Pensieri di Marco Aurelio,libro VI,pensiero16.
Testo greco e traduzione.
16. Né il traspirare come le piante è da tenersi in gran conto,né il respirare come il bestiame e le fiere,né la facoltà di ricevere impressioni dal mondo esterno, né quella di essere tirati qua e là come marionette secondo gli impulsi dell'istinto,né quella di vivere in gruppo,né quella di nutrirsi,perché ciò non è diverso dall'espellere i residui del cibo.
Ma che cos'è, allora, che ha valore? Gli applausi? No davvero. Dunque neppure gli applausi delle lingue,perché tali sono le acclamazioni delle folle. Così hai rinunziato anche alle attrattive della misera gloria.
Che cosa resta,allora,che abbia valore? A mio giudizio,l'agire o il trattenersi dall'agire ,a seconda della propria coscienza,che è poi anche la meta alla quale ci conducono la nostra professionalità e le nostre competenze.
A questo infatti mira ogni professionalità e competenza: che ciò che esse producono sia adatto all'opera per la quale si produce; e a questo mirano l'agricoltore,il vignaiuolo,il domatore di cavalli e l'allevatore di cani. E i metodi pedagogici e didattici,a quale scopo mirano? Ecco dunque ciò che ha valore; e se questo ti riesce bene,non avrai più da preoccuparti di null'altro.
Invece non cesserai di desiderare anche molte altre cose? Allora non sarai libero,né autosufficiente,né privo di passioni. Diventerai infatti necessariamente invidioso,geloso sospettoso di quelli che possono privarti di esse,pronto a tendere insidie a chi possiede ciò a cui tu attribuisci valore,ma non hai.
Insomma è inevitabile che chi è privo anche di una sola di quelle molte cose che vorrebbe,resti turbato e se la prenda anche spesso con gli dei.
Al contrario,il rispetto e la stima per la tua propria capacità intellettiva e di ciò che ti fa realizzare,ti renderanno gradito a te stesso,ben inserito nella vita sociale e in armonia con gli dei,e cioè pronto a lodare ciò che essi assegnano e hanno disposto.
( A livello politico,e parlando di classi sociali e non di individui, Platone nella " Repubblica" individua l'esistenza dello stato ideale,quando nel contesto statale tutti gli individui agiscono nell'ambito del posto loro assegnato dal legislatore...Platone dice: to' prattein ta' auta').
Ciao Ambragiarox.
L'invidia,'sta brutta bestia,è sempre lì pronta a rovinare l'esistenza umana. E' meglio essere appagati di quel che ognuno sa fare bene e per il bene,che desiderare quello che hanno o sanno fare gli altri. Se no,condanna a vita.
RispondiEliminaRispetto e stima delle proprie capacità intellettive, ecco il segreto della felicità e dell'appagamento, senza dipendere dalla lusinga degli altri.
RispondiEliminaIn greco:"e eidos idias dianoias", ossia la propria capacità di capire...
EliminaTupoustai kata' fantasian:immaginare con la fantasia;
RispondiEliminaKat'ormen:secondo un impulso;
Sunaghelazestai:vivere in grotta;
Apokrinein:secernere,espellere.
Doksarion:una piccola gloria;
RispondiEliminaTi kataleipetai timion:cosa di onorevole è lasciato?
Kinein e iskeistai: muoversi i star fermi;
Epimeleia mai teknai: coscienze e competenze.
Corrigo:muoversi o star fermi.
EliminaEpimeleiai kai teknai.
Stokazo:prendo di mira,oppure cerco di indovinare.
RispondiEliminaMarco usa il secondo significato ,di solito.Il verbo in greco regge il genitivo.
Corrigo: Marco usa il PRIMO significato!
EliminaIna to katascheuasten....kataskeuastai: che ciò che è stato preparato accuratamente pervenga alla realizzazione per cui è stato preparato.
RispondiEliminaOuden ton allon peripoieseis eauto:nessuna delle altre cose dovrai procacciare a te stesso.
RispondiEliminaTon della quintultima riga e' il soggetto(egli che)di pefurtai retto da anagke,e introduce endee(manchi) che regge tinos(una cosa)ekeinon(di quelle).
RispondiEliminaInsomma,cercando qualcosa sul Rocci,si segue bene la traduzione del testo greco.
RispondiEliminaCon le tue note il testo greco è abbordabile.
RispondiEliminaVai Vaio!