Considerazioni finali su Marco Aurelio Imperatore- filosofo.(continuazione del post precedente).
Marco ironizza su se stesso,come dominatore dei Sarmati ,che ,in quanto uomini cittadini del Cosmo,non andrebbero aggrediti; eppure egli deve accettare la realtà e il proprio ruolo,perché i Sarmati,da parte non del filosofo ma dell'imperatore che serve la sua patria,vanno combattuti,magari con disgusto e ripugnanza,ma vanno combattuti.
La vita è una guerra,la vita è più simile a una lotta che a una danza,ogni giorno si scontra con una realtà refrattaria o addirittura ostile.
Gli ideali possono essere ben vivi,ma la realtà può respingerli o,per lo meno, ridimensionarli.
Significativa è l'insistenza con la quale Marco ribadisce il concetto stoico che ogni azione va concepita e intrapresa con riserva perché può sopraggiungere un ostacolo esterno insormontabile.
Si può ben dire che del senso dell'OSTACOLO, del limite,del confronto duro e crudele con la realtà siano impregnati i suoi Pensieri.
L'ostacolo è fuori di noi,ma è anche in noi stessi. Marco Aurelio mostra di avere forte il senso della debolezza umana. Assiduamente e strenuamente impegnato a migliorare se stesso seguendo i principii della ragione e della filosofia, sa bene che deve accontentarsi,che la perfezione è pressoché irraggiungibile per un uomo:" Non lasciarti prendere dal disgusto,dall'abbattimento o dallo scoramento se non sempre riesci a compiere ogni azione secondo i retti principii,ma,se hai fallito in qualche cosa, ricomincia da capo e ritieniti soddisfatto se le tue azioni sono per la maggior parte degne di un uomo".(Pensieri,V,9).
Anche un imperatore è un uomo,debole come tutti gli altri,anzi,per certi aspetti, sottoposto a tentazioni più di ogni altro:" Bada di non cesarizzarti,di non immergerti nella porpora,perché di solito avviene così".(Pensieri,VI,30).
"Perché di solito avviene così...".
Certo,se confrontiamo il pensiero con l'azione,la delusione può essere grande,ed anche pienamente legittima; ma l'imperatore non ci ha forse avvertiti,non ci ha forse riferito più di una volta,sia pure con discrezione e quasi con pudore,che la realtà è quella che è, e che non dobbiamo aspettarci mai nulla di ideale in essa?
Continua......
Ciao ambragiarox.
Nella realtà non c'e mai nulla di ideale...la depresione può nascere dal fatto che uno dà importanza al fatto che c'è sempre distanza immensa tra l'essere che vorremmo e quello che è.
RispondiEliminaLa vita umana si scontra tutti i giorni con una realtà refrattaria,quando non addirittura ostile...non è quasi mai una danza,ma piuttosto una guerra.
RispondiEliminaTutti i Pensieri sono impregnati del senso dell'ostacolo,del limite; Marco seguendo lo Stoicismo è propenso a pensare che ogni azione intrapresa,vada intrapresa con riserva,perché è sempre possibile che si frapponga un ostacolo insormontabile.
RispondiEliminaL'ostacolo è anche interno. Non si deve pretendere di riuscire a fare tutto perfettamente secondo i nostri principi. Marco insegna che bisogna esser soddisfatti se una parte delle nostre azioni sono degne di un uomo o di una donna.
RispondiEliminaE se confrontiamo il pensiero con l'azione...che differenza....ma bisogna resistere e vivere!
RispondiEliminaA te,Vaio.
RispondiEliminaAppunti di fisica:si capisce solo che la Natura non ha consultato l'uomo per creare i numeri che reggono l'Universo.
RispondiEliminaVai,Vaio!