martedì 11 agosto 2015

Ipse scripsit 7 ARISTOTELE Analitici Sec.l.I,cap.2

Analitici Secondi,libro primo,cap.2,72a 15-40;72b 1-4.


TESTO ITALIANO.


Di un principio immediato del sillogismo chiamo TESI quella che non è possibile dimostrare né è necessario che possieda chi impara qualcosa; chiamo invece ASSIOMA  quello che è necessario che possieda chi imparerà qualunque cosa. 

Infatti alcune cose sono di questo tipo: perché nei casi di questo genere siamo  soliti pronunciare questo nome.



Di una tesi, quella che assume una qualsiasi delle due parti della contraddizione- dico, per esempio, l'esistere qualcosa o il non esistere qualcosa-è un'ipotesi; quella che manca di questo è una definizione. 

Perché la definizione è una tesi: infatti lo studioso di aritmetica pone che Monade è l'essere indivisibile secondo la quantità; ma non è un'ipotesi:infatti"che cos'è la monade" e "che esiste la monade"non sono la stessa cosa.




Poiché si deve credere e sapere la cosa col possedere un sillogismo di tal sorta ,che chiamiamo DIMOSTRAZIONE, e questo sussiste per il fatto che sussistono quelle cose dalle quali procede il sillogismo, è necessario non soltanto conoscere previamente le cose prime,-o tutte o alcune- ma anche conoscerle in misura maggiore della conclusione: sempre infatti ciò in forza di cui ciascuna cosa sussiste, sussiste in misura maggiore di quella cosa: per esempio, cio' in forza di cui amiamo è maggiormente amabile.




Di conseguenza, se sappiamo e crediamo in forza delle cose prime, conosciamo e crediamo maggiormente anche quelle cose che ne dipendono, poiché in forza di esse si sanno anche le posteriori. 


Ma, tra le cose che si sanno, non è possibile credere maggiormente quelle che ne' ci si trova a conoscere,né nei nei loro riguardi ci si trova ad essere meglio disposti che se per caso le si conoscesse. 



Questo avverrà se qualcuno di coloro che credono in forza di una dimostrazione non avrà una conoscenza anteriore: perché è necessario credere maggiormente ai principi-o a tutti o ad alcuni- che alla conclusione.


 E chi vorrà possedere la scienza che procede mediante dimostrazione non soltanto deve rendere maggiormente noti i principi e credere maggiormente ad essi che a ciò che è dimostrato, ma nient'altro deve essere per lui più credibile è più noto che gli opposti dei Principi, dai quali procederà il sillogismo dell'errore contrario, se davvero chi conosce in senso assoluto deve essere inamovibile.


TESTO GRECO.




6 commenti:

  1. Da r. 72a 14-24, vengono presentati e definiti alcuni termini fondamentali:1) tesis,o posizione;
    2) axioma,o assioma;
    3) upotesis,o presupposizione;
    4) orismos,o definizione;
    Ci soffermiamo,per ora sui primi due.
    Tesis,nella terminologia di Aristotele ha almeno due significati: in un senso è il punto di vista sostenuto da qualcuno,o il risultato di un'argomentazione; in un altro è la premessa di un'argomentazione o di un discorso,il suo punto di partenza.

    I principi implicati nella conoscenza di qualunque cosa sono gli assiomi.
    In effetti un tipico principio comune,come questo:" togliendo da uguali uguali,restano uguali ",non soddisfa la definizione di assioma.
    Sembrerebbe dover essere classificato come tesis.Va da sé che l'apprendimento di cui si parla nella definizione di tesis e axioma,non è un qualunque apprendimento,ma un apprendimento qualificato,quello che è correlato all'insegnamento,alla didascalia. Insomma si tratta dell'apprendimento e dell'insegnamento di una scienza,la quale è strutturata in dimostrazioni. Si capisce allora in che senso gli assiomi siano prerequisiti a qualunque conoscenza scientifica. Siccome essi possono essere utilizzati in qualunque scienza,colui il quale apprende una scienza deve esser preparato ad incontrarli e quindi a riconoscerli. In questo senso egli deve conoscerli già. Domani tu fai Presupposizione e Definizione. Ciao two.

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  2. La parte più difficile del passo riguarda la distinzione fra presupposizione e definizione,le due specie in cui il genere " Tesis" è diviso.
    La traduzione adottata da Mignucci suggerisce che la presupposizione sia una proposizione che afferma l'esistenza o la non esistenza di qualcosa.
    Ad essa va contrapposta la definizione che è una proposizione che attribuisce un Definiens ad un Definiendum.
    Ma se si intendono le presupposizioni semplicemente come proposizioni immediate,non si capisce più come possano essere contrapposte alle definizioni,le quali pure sono proposizioni essendo principi sillogistici immediati.
    In conclusione,nonostante la lettera della definizione di presuposizione,Mignucci è incline a pensare,sia pure con qualche esitazione,che la distinzione fra presupposizioni e definizioni sia,nel passo in questione,,come vuole la tradizione,quella che intercorre tra proposizioni esistenziali e proposizioni che attribuiscono un definiens ad un definiendum.A domani per le righe 72a25-32.Two.
    Ps
    In An.Post,2,II,11,94a,20-24,A.dice:
    "Poiche'crediamo di conoscere scientificamente quando sappiamo la causa,e le cause sono quattro,una la Quiddita',una l'esser necessario che questa cosa sia se si danno certe cose,
    un'altra quella che ha messo qualcosa come Fatto Primo,un'altra L'in vista di qualcosa,
    tutte queste cause si dimostrano attraverso il termine medio."

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  3. Righe 72a 25-32: La migliore conoscenza di una proposizione di cui si parla in questo punto degli analitici(POICHÉ LA CONVINZIONE E IL SAPERE NEI RIGUARDI DI UN OGGETTO DIPENDONO DALL'AVERE QUEL SILLOGISMO CHE CHIAMIAMO DIMOSTRAZIONE,E POICHÉ QUESTO SILLOGISMO C'È PERCHÉ CI SONO QUESTE COSE QUI,OSSIA LE PREMESSE DA CUI IL SILLOGISMO PROCEDE,È NECESSARIO NON SOLO PRECONOSCERE LE COSE PRIME,O TUTTE O ALCUNE,MA ANCHE CONOSCERLE MEGLIO.)dipende probabilmente dal suo grado di affidabilità. Le premesse delle dimostrazioni sono meglio conosciute delle rispettiva conclusioni nel senso che sono più affidabili,ossia sono quelle che uno scienziato non è mai disposto,in linea di principio, a mettere in discussione.
    Comunque sia,l'idea di Aristotele sembra essere che le premesse di una conclusione sono meglio conosciute,ossia più affidabili, perché è in virtù di esse che la conclusione diviene a sua volta affidabile.A rigore l'argomento prova una tesi più debole e cioè che la conclusione non può avere un grado di affidabilità superiore a quello delle premesse.

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    1. In72a 32-37 l'argomento non è volto a provare che le premesse dimostrative sono PIÙ note delle rispettive conclusioni.Piuttosto si tratta di un tentativo di provare che le premesse sono preconosciute alle conclusioni sulla base del fatto che sono PIÙ note di esse.Abbiamo a che fare con una riduzione all'impossibile.
      La disposizione migliore con la quale si acquisirebbero i principi è il NOUS,ossia l'intuizione o intellezione. Ciao a domani two,,con 72 a 37-72b 4.

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    2. Eccomi a finire i commenti sul secondo capitolo di An.Post.libro primo.Resta da commentare 72a37-72b4.
      Il greco è ambiguo e sono possibili differenti letture(viene in mente l'inizio dell'introduzione di J.Barnes,che dice come Aristotele in quest'opera sia contraddittorio e quasi in certi punti,RUMINI).
      Si potrebbe tradurre:"...ma anche nesun'altra delle cose che sono opposte ai principi dai quali procede la deduzione dell'errore contrario,può esser più nota e convincente per lui",
      ma in questo caso "le cose opposte ai principi" sono i veri principi e quindi non si vede come questo assetto differisca dal precedente.
      Un'altra possibilità è:
      "ma anche nient'altro può esser più noto e convincente per lui delle cose che sono opposte ai principi e dalle quali procede la deduzione dell'errore contrario".
      Nell'un caso e nell'altro il contenuto desta perplessità.
      Ciao,a domani two,per lemarancio ipse scripsit 8 analitici...

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  4. Fronte coronavirus di oggi 24 dicembre 2020,giovedì:ieri mercoledì da leoni con e grazie a theo h.,oggi zona rossa...routine...va bene.

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