domenica 16 agosto 2015

Ipse scripsit 13 ARISTOTELE. Commento ad Analitici Secondi

                       ARISTOTELE    COMMENTO   AL COSIDDETTO    SILLOGISMO    SCIENTIFICO.


Continuazione post precedente.


     La prima delle note sopraddette (che cioe' si dia una PROPOSIZIONE VERA) e'richiesta dal valore obiettivo che deve connotare  le conoscenze dimostrative,cioè dal fatto che le conclusioni delle relative dimostrazioni sono chiamate ad enunciare uno stato di cose reale, e questo non è deducibile da ciò che non è.



La necessità poi che siano proposizioni PRIME, ossia non dedotte ne' deducibili da altre, ed IMMEDIATE, ossia tali che ad esse non sia anteriore nessuna proposizione, si giustifica col fatto che altrimenti neppure si darebbe il sapere, innescando un processo all'infinito destinato a distruggerlo.



Aristotele, in An.Post.,libro Primo,cap2,72a,26-29, fornisce di questo fatto una prova per assurdo,dicendo:" il sillogismo deve procedere da cose prime anapodittiche, poiché altrimenti non le si conoscerà, non avendone una dimostrazione. 


Infatti il conoscere in modo accidentale ciò di cui vi è dimostrazione, consiste nell'avere dimostrazione".



Il senso di questa difficile argomentazione è (forse) chiarito da Colli,nell'edizione Laterza 1973,dicendo" ... per provare che i principi sono indimostrabili, Aristotele fa l'ipotesi che essi siano dimostrabili. Ma si era posto come premessa iniziale che il sapere equivalesse al possedere la dimostrazione: il possedere la dimostrazione poi consiste nel dedurre una proposizione da un principio, conoscendo nel contempo tale principio intuitivamente. In tal caso il possedere la dimostrazione, se implica la conoscenza intuitiva del principio, non sarà il possedere la dimostrazione del principio. E allora il sapere non sarà il possedere la dimostrazione del principio. Ma si è detto che il sapere è il possedere la dimostrazione, evidentemente, di ciò che è dimostrabile, e d'altra parte, si è supposto che il principio sia dimostrabile: dunque, il sapere non sarà il sapere.Cio' è assurdo,quindi è vero il contrario di quello da cui si è partiti".



Peraltro l'esigenza che le dimostrazioni di ogni scienza procedano, oltre che da principi comuni,da principi propri di ciascuna, ha come immediata conseguenza l'impossibilità TANTO che i principi di una scienza possano essere giustificati da un'altra, giacché ciò comporterebbe quel passaggio nelle dimostrazioni da un genere all'altro che è invece rigorosamente vietato da Aristotele, QUANTO  che sussista una scienza universale da cui si deducono i principi propri di tutte le altre scienze.



I due caratteri successivi, ossia l'essere le premesse PIÙ NOTE E ANTERIORI  della conclusione, dipendono dichiaratamente dall'ultimo, cioè dall' essere CAUSE della conclusione stessa.



Conviene sottolineare come la relativa prova sia interamente costruita sulla natura conoscitiva della conclusione. Poiché questa, che deriva dalle premesse, ha valore conoscitivo, dal momento che la dimostrazione è una Mathesis , e non si conosce se non si sa la causa, le premesse devono essere causa della conclusione.


 Ciò posto, anche i caratteri sopraddetti sono provati, di conseguenza. Che', quel che è causa di qualcosa deve essere più noto di quest'ultimo e anteriore ad esso, e saranno, pertanto, le PREMESSE.

Aristotele chiarisce ulteriormente l'istanza facendo presente che anteriore e più noto sono determinazioni che si dicono in due sensi: o per natura o rispetto a noi, verificando quest'ultima condizione le cose individuali, giacché sono maggiormente vicine alla sensazione, mentre la prima condizione è verificata dalle cose maggiormente universali, che sono le più distanti dal sensibile.



È chiaro che le premesse dimostrative, nella misura in cui sono universali, sono anteriori e più note per natura.



Dall'essere, poi, le premesse, causa della conclusione, deriva la necessità che i principi delle dimostrazioni siano principi propri(arkai oikeiai) del dimostrato e che le determinazioni sulle quali esse si costruiscono, appartengano tutte alla medesima colonna(en the aute' suggheneia).




CONTINUA NEL POST SEGUENTE.





4 commenti:

  1. La dimostrazione in un sillogismo scientifico deve partire da premesse che pongono l'essenza,che pongono quel che è.
    Devono le premesse essere inoltre anteriori alla conclusione,più vere ed immediate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Curioso anche il metodo per arrivare alla conclusione che le premesse devono essere indimostrabili;Aristotele prova a dimostrarlo supponendo per assurdo che siano dimostrabili e si arriva a una conclusione non vera.Quindi le premrsse sono indimostrabili per la falsità della reductio per absurdum.Ciao a domani,two.

      Elimina
  2. Appunti di fisica:forza dell'elettrone,quantizzata: 1 su 137!
    Perché sto numero? Non si sa, è un numero imposto dalla Natura....

    RispondiElimina
  3. Fronte coronavirus di oggi 30 dicembre 2020,abbiamo aggiunto alla lista delle cose per cui esser contenti,anche questo(oltre al resto):il 2020 ha portato a noi vera indipendenza e liberà.

    RispondiElimina