martedì 18 agosto 2015

Ipse scripsit 16 ARISTOTELE. Commento ad Analitici Secondi.

                         ARISTOTELE,ANALITICI SECONDI,IL SILLOGISMO SCIENTIFICO E I PRINCIPII DELLE SCIENZE.
                      Per aver contezza dell'importanza attuale di Aristotele ,nel campo della logica,cercare su YouTube:

                                      YOUTUBE,PIERGIORGIO ODIFREDDI,KURT GODEL,IL DIO DELLA LOGICA(aprile 2019).

Nel post precedente si era fatto accenno ai principi propri delle varie scienze,ora concludiamo il commento ai principi delle scienze,parlando dei principi comuni.




        I PRINCIPII COMUNI A TUTTE LE SCIENZE sono, invece, proposizioni il cui predicato si dice per sé di soggetti costituenti i generi di più scienze, come il principio SECONDO CUI,sottraendo uguali da uguali si ottengono uguali.



Esso enuncia una proprietà PER SE' della quantità ,che come tale si applica sia alla geometria( sottraendo angoli uguali da angoli uguali si ottengono angoli uguali)che all'aritmetica(sottraendo numeri uguali da numeri uguali si ottengono numeri uguali), perché sono scienze di specie di quantità.


Principi siffatti non soltanto entrano nelle dimostrazioni, ma queste si compiono grazie ad essi. Di per sé tali principi costituiscono sempre la premessa maggiore delle relative dimostrazioni, dal momento che il soggetto di questa premessa, ossia il termine medio, divenendo predicato,(nella minore), del soggetto della dimostrazione, e'necessariamente più universale di quest'ultimo, ovvero si estende ad un numero di determinazioni maggiore di quello che costituisce il genere proprio della specifica scienza.





A volte LA PREMESSA MAGGIORE DI UN PRINCIPIO GENERALE finisce per coincidere con un principio proprio DI UNA SCIENZA nel caso in cui, nella dimostrazione del perché, il termine medio costituisca la definizione dell'estremo minore, ossia quando il termine medio rientri nel genere di determinazioni cui è relativa la scienza.



Ma, molto probabilmente, devono considerarsi parte dei principi comuni anche i cosiddetti ASSIOMI, vale a dire quelle proposizioni generalissime che enunciano proprietà ,per sé ,di tutti gli esseri: il PRINCIPIO DI IDENTITÀ, di NON CONTRADDIZIONE, DEL TERZO ESCLUSO...



Essi non entrano come premesse nella dimostrazione, ma, per così dire, stabiliscono le condizioni di possibilità di ogni asserto.



Per concludere il discorso,cerchiamo di fare un riassunto della conoscenza dei principi,commentando, del cap.19 del secondo libro di An.Sec.,le righe 99b,20-34.
Aristotele fa una discussione dialettica del problema secondo il quale sono conosciuti i principi delle scienze e la conclude rapidamente con una asserzione della quale fornirà una conferma nelle parti successive del capitolo.




Egli parte da quello che considera essere un PUNTO ORMAI ACQUISITO, e precisamente che la conoscenza scientifica presuppone una conoscenza dei principi delle dimostrazioni e che tale conoscenza in definitiva non possa essere a sua volta ottenuta per dimostrazione, ma sia immediata.



Come viene tale conoscenza, se non ci viene per dimostrazione? Una prima risposta potrebbe essere che essa è presente in noi, ossia è innata. Aristotele respinge questa ipotesi dicendo che se avessimo una conoscenza  innata dei principi, dovremmo accettare che tale conoscenza non è consapevole. Ma una tale ipotesi è impossibile, ossia contraria all' esperienza :se interroghiamo un inesperto, ad esempio un bambino, costui non rivela di possedere i principi della scienza di cui si discute.



Dunque la conoscenza dei principi non è innata. La confutazione aristotelica dell' innatismo e' sicuramente un po' troppo frettolosa ,e alla sua obiezione  gli innatisti hanno saputo trovare varie risposte. Aristotele da'qui per scontata la insostenibilità della posizione innatista e si limita a richiamare un argomento contro di essa.




    Il riconoscimento che la conoscenza dei principi non è innata porta con sé un nuovo problema, legato ad una tesi che Aristotele ha esposto all'inizio del Trattato e precisamente la tesi secondo cui OGNI APPRENDIMENTO INTELLETTUALE PRESUPPONE UNA CONOSCENZA ;siccome la conoscenza dei principi, non essendo innata, è un caso particolare di apprendimento intellettuale, dobbiamo stabilire qual è la conoscenza preesistente che condiziona l'acquisizione dei principi.




Aristotele spiana la strada ad una risposta a questo problema osservando che la conoscenza preesistente in linea di principio non deve essere più precisa e migliore di quella di cui è condizione. Questo gli consente di stabilire che a monte della conoscenza dei princìpi c'e' NON UN ALTRO TIPO DI CONOSCENZA INTELLETTUALE, ma semplicemente la conoscenza percettiva.( E QUI È SCAVATO IL SOLCO TRA LUI E PLATONE.)




Siamo pronti per trattare nel post seguente,il NOUS aristotelico.



Continua....






4 commenti:

  1. Principii comuni alle varie scienze, che entrano o non entrano nelle premesse della dimostrazione: di quelli che entrano nelle scienze geometriche e matematiche,si dà un esempio( sottraendo da uguali....) di quelli che non entrano ma sono presupposti delle premesse si dà un elenco generale: principio di identità, di non contraddizione,del terzo escluso. Non è molto facile da capire,ma qui non è Aristotele che " RIMUGINA" ,come dice Barnes ,ma il suo commentatore.

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    1. Aristotele allude agli assiomi. Poi spiega che la loro conoscenza non è innata,ma è un tipo meno chiaro della conoscenza per dimostrazione,una conoscenza percettiva,che ci viene attraverso il NOUS.
      Ciao,a domani two.

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  2. Fronte coronavirus di oggi 2 gennaio 2021,sabato:pioggia e vento sostenuto,ma tanta routine,bene!

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