lunedì 17 agosto 2015

Ipse scripsit 15.ARISTOTELE.Commento ad Analitici Secondi.

                  ARISTOTELE,ANALITICI SECONDI: IL COSIDDETTO SILLOGISMO SCIENTIFICO.




Si è detto nel post precedente che il sillogismo dimostrativo ha ben poco da dire nella fase della costruzione delle scienze,in quanto NON ha valore euristico.



L'effettiva costruzione della scienza si realizza invece in un altro momento del conoscere, tanto imprescindibile ed essenziale per l'istituirsi della scienza quanto di per sé, (in senso  stretto)ESTRANEO ad essa. 



Ci si riferisce all'attività NOETICA che costitutivamente l'accompagna.



Ad essa è dovuta la conoscenza dei principi delle dimostrazioni, ossia delle loro premesse, dal momento che queste, come abbiamo visto, sono causa della conclusione e tutte le cause sono PRINCIPII(arkai).



Nella misura in cui la scienza ha bisogno di questa conoscenza, dalla quale pur si distingue in modo strutturale, e per altro verso, nella misura in cui questa conoscenza stessa interviene(COME MOMENTO INVENTIVO DELLE PREMESSE) nel sapere  epistematico , non è errato dire che la scienza per Aristotele è anche costruttiva; ma, per l'appunto, in quanto DIMOSTRAZIONE, in quanto attività conoscitiva che nel suo procedere muove da una effettiva ricerca. 



Ma che la conoscenza dei principi corrisponda ad una ricerca, che, cioè, nel suo costitutivo differenziarsi dalla scienza in quanto mediazione, non si realizzi però in una semplice visione di tipo intuitivo, ma comporti ed esiga un procedimento di ordine DISCORSIVO ,e' UN'AFFERMAZIONE che va chiarita.


Al fine di inquadrare adeguatamente il problema è opportuno distinguere metodologicamente tre concetti, anche se essi si danno in una solidale unità.

 In effetti, altro sono i PRINCIPII, altro la CONOSCENZAdei principi, altro la via, il METODO , che vi conduce.


Quanto ai primi ,già si è detto che sono proposizioni anapodittiche e che in questa loro prerogativa sono indispensabili per il costituirsi delle stesse dimostrazioni, in modo tale che, se non si dessero proposizioni cosiffatte, ma tutto ciò che si conosce dovesse essere dimostrato, finirebbe per non potersi più neppure costruire il sapere.



Aristotele distingue i principi propri di ciascuna scienza e i principi comuni.

 Quelli propri sono proposizioni prime ed indimostrabili il cui predicato conviene per sé al solo genere di determinazioni studiate da una data scienza, ossia al suo"ghenos keimenon"; proposizioni che costituiscono la premessa minore nelle relative dimostrazioni in quanto pongono il soggetto intorno al quale quella data scienza fa le sue enunciazioni. 


Per questo le scienze non possono prescindere da siffatti principi.


 Il che comporta che le scienze stesse non si dispongano in forma di articolazioni specifiche di un medesimo ed unico genere di sapere e che  il loro distinguersi non corrisponda affatto ad un derivare le une dalle altre, ne'-guardando la cosa dal punto di vista dei principi- che essi possano essere dedotti da una scienza superiore e più universale,( fatta eccezione per il caso  delle matematiche applicate), ossia che non esista un sapere universalissimo nel quale trovino giustificazione per via deduttiva i principi di tutte le scienze.



Principi propri di una scienza sono sia le DEFINIZIONI ( orismoi), che le IPOTESI( upotheseis).



Le prime sono discorsi che dicono che cos'è una cosa, ossia la sua essenza, e per questo sono convertibili con il definito. Già implicitamente è emerso che nelle dimostrazioni del perché, che costituiscono il tipo più perfetto di dimostrazione e nelle quali si ricerca la causa dell'esser tale del soggetto, il termine medio è sempre costituito dalla definizione o dell'estremo maggiore o di quello minore.



E poiché il medio è principio della dimostrazione come procedimento proprio della scienza,è chiaro pertanto che le definizioni sono principi di quest'ultima, e principi propri di essa.



Le ipotesi sono invece asserti che enunciano che una cosa è o non è, che assumono, insomma ,l'esistenza o la non esistenza di qualcosa o di un certo nesso tra soggetto e predicato, come per esempio l'assunzione, nell'ambito della aritmetica, che esistono delle unità.




CONTINUA NEL POST SUCCESSIVO.





5 commenti:

  1. Per Aristotele la scienza è euristica quando scopre principii(arkai) che serviranno poi per le dimostrazioni. Che attività mentale presuppongano questi principii Aristotele cercherà di spiegare introducendo il concetto di nous.

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  2. I principii sono,i principii vengono.conosciuti,i principii sono conosciuti attraverso un percorso,ecco quel che fa notare Aristotele.Essi sono qualcosa che presuppone un discorso articolato,non una semplice folgorazione.

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  3. Ultima nota: ben spiegato nel post,cosa Aristotele intenda per " orismoi" e "upotheseis". Ciao two,a domani.

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  4. Appunti di fisica,chiari se ci qe si intende carica di un elettrone.Nel secondo diagramma gli elettroni sono due e alfa è uguale al suo quadrato.

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  5. Fronte coronavirus di oggi 1 gennaio 2021:piove e prevediamo di non avere impegni....miiiii

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