PARTE QUARTA.
Napolitano,ex Presidente della Repubblica,il 6 febbraio 2013,visitando S.Vittore a Milano,parlando dello stato della carcerazione in Italia,ha detto: "L'apertura del carcere alla realtà esterna è una condizione di giustizia".
Andrea Schivo,secondino detto anche il "gigante"o il "superiore"l'aveva capito e testimoniato con la sua vita sette decenni fa.
C'è un libro pubblicato nel 2005,"La giustizia negata" delle sorelle Giuliana,Marisa e Gabriella Cardosi,la cui dedica è per Andrea Schivo.Lasciamo la parola a queste testimoni oculari dell'eroismo di mio prozio.
Cito.
"Andrea Schivo,agente di custodia a S.Vittore,nel 1944 recava aiuto ad Ebrei detenuti nel V raggio del carcere di S. Vittore a Milano,portando cibo e quanto loro d'altro abbisognava."
Aperta parentesi:portare cibo a detenuti ebrei,che la RSI avrebbe voluto morissero di stenti prima ancora della loro deportazione,era come rischiare la vita.In quel periodo a Milano operava,come ben documentato da Rai Storia,la terribile Brigata Carità di Pietro Koch.Chiusa parentesi.
Riprendiamo la testimonianza delle sorelle Cardosi :"Pagò con la vita la sua pietà e il suo coraggio.Soltanto nel 2005 abbiamo appreso la sua tragica sorte e in un tumulto di emozioni e di ricordi abbiamo rivissuto i momenti drammatici di quei tempi bui. Mia madre-scrive Giuliana Cardosi figlia di Clara Pirani morta deportata ad Auschwitz-era stata arrestata,perché ebrea,la mattina del 12 maggio del 1944 nella nostra abitazione di Gallarate da agenti di pubblica sicurezza,per ordine della questura di Varese che agiva,per eccesso di zelo,in violazione delle stesse disposizioni della RSI,che escludevano dall'arresto e dall'avvio in campi di concentramento,gli Ebrei di famiglia mista e quelli che erano coniugati con ariani.
Continua.